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PELLEGRINAGGIO APOSTOLICO IN FRANCIA

DISCORSO DI GIOVANNI PAOLO II AL MONDO

Lione (Francia), 4 ottobre 1986

 

Fratelli in Cristo, voi tutti sapete che il 27 di questo mese si terrà ad Assisi, su mio invito, una Giornata ecumenica interreligiosa di preghiera per la pace. I responsabili delle vostre Chiese e comunità cristiane, come quelli di molte altre religioni, hanno già risposto favorevolmente a questa iniziativa. La nostra preghiera in comune per un futuro pacifico dell’umanità porterà frutto nella misura in cui coloro che oggi sono impegnati in azioni di guerra accetteranno di prendere parte attiva all’iniziativa. Infatti, se i capi politici e militari delle nazioni e dei gruppi coinvolti in conflitti armati potessero, con un gesto significativo, appoggiare le invocazioni di quasi tutte le religioni del mondo, testimonierebbero che anche per essi la violenza non ha l’ultima parola nei rapporti fra gli uomini e fra le nazioni. Per ciò, in questo giorno della festa di san Francesco, apostolo della pace evangelica, da questa città di Lione, al termine della nostra celebrazione ecumenica, desidero lanciare solennemente a tutte le parti in conflitto nel mondo un appello ardente e pressante affinché esse osservino, “almeno durante tutta la giornata del 27 ottobre, una tregua completa dei combattimenti”.

Lancio con fiducia questo appello, perché credo al valore e all’efficacia spirituale dei segni. La tregua del 27 ottobre sia un incitamento, per le parti in conflitto a intraprendere o a proseguire una riflessione sui motivi che le spingono a ricercare attraverso la forza, con il suo seguito di miserie umane, quello che potrebbero invece ottenere attraverso i negoziati sinceri e il ricorso agli altri mezzi offerti dal diritto. Rivolgo quest’appello anche a coloro che cercano di raggiungere i loro scopi con il terrorismo o altre forme di violenza. Tornino rapidamente a sentimenti di umanità. Possano queste persone e i loro mandatari, possano tutti i popoli e le fazioni in guerra ascoltare l’appello che Dio rivolge alla loro coscienza, prendere in considerazione la scelta degli uomini religiosi e il desiderio unanime degli uomini di pace per unirsi a coloro che pregano, e testimoniare, attraverso la loro adesione alla tregua universale del 27 ottobre, che esiste comunque, anche in loro, il desiderio di porre fine al più presto alla violenza delle armi per l’onore di Dio e la tranquillità degli uomini!

 

 

 



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