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DISCORSO DI GIOVANNI PAOLO II
AD UN GRUPPO DI PARLAMENTARI DEL BELGIO

Castel Gandolfo - Venerdì, 19 settembre 1986

 

Signor deputato-borgomastro, signore e signori.

1. La vostra presenza ravviva in me il grande ricordo della mia visita pastorale nel vostro caro paese, nel mese di maggio dello scorso anno. Mi ricorda in particolare il mio incontro con le loro maestà il Re e la Regina nel palazzo reale di Laeken (20 maggio 1985).

Salutando tutti coloro che operano per il bene comune del vostro paese, e in particolare i membri del Senato e della Camera dei Rappresentanti, mi ricordo di averli incoraggiati vivamente a “fare in modo che la soluzione dei problemi interni, e l’azione all’esterno, si inscrivano in un grande disegno umano. Intendevo sottolineare che tutta la vita nazionale e internazionale aveva assolutamente bisogno di riporre sulla “dignità della persona umana il rispetto dei suoi diritti fondamentali inalienabili”, specialmente “il rispetto della vita umana a tutti gli stadi del suo sviluppo, dal concepimento alla vecchiaia”, delle “possibilità materiali per vivere decentemente”, il rifiuto della violenza e delle discriminazioni, la promozione dei valori della famiglia, l’educazione dei giovani all’amore umano autentico, la protezione dei deboli.

La visita di oggi mi fa onore e gioia, è il segno confortante che voi intendete fare vostro questo “grande disegno umano”, e metterlo in pratica in tutto ciò che è di competenza della vostra responsabilità di parlamentari.

2. Siete venuti qui da cristiani ad approfondire la vostra comunione con la Chiesa di Roma, fondata sulla confessione di Pietro e Paolo, cioè sulla loro esemplare e suprema testimonianza della “bontà di Dio nostro Salvatore e del suo amore per gli uomini” (Tt 3, 4) per ogni uomo e per l’intero uomo manifestato in Gesù Cristo.

La salvaguardia e la promozione dei diritti dell’uomo e della sua dignità si radicano dunque nell’impegno di Dio stesso a favore della persona umana. Di questa “filantropia divina”, di cui parla l’apostolato Paolo e che si riflette nell’interesse appassionato della Chiesa per tutto ciò che è umano, i cristiani che esercitano delle responsabilità politiche hanno il compito di esserne essi stessi umili e fedeli testimoni.

3. Il Papa Pio XI lo dichiarava con schiettezza il 18 dicembre 1927, in un discorso alla federazione universitaria italiana: “Nell’ambito della politica, che riguarda gli interessi della società intera . . . è il campo più vasto della carità, della carità politica di cui si può dire che nessun altro le è superiore salvo quello della religione”. Più vicino a noi, il Papa Paolo VI usava simili parole nella sua lettera al card. Roy del 14 maggio 1971 per l’80° anniversario della Rerum Novarum: “La politica - scriveva - è un modo esigente . . . di vivere l’impegno cristiano al servizio degli altri” (Octogesima Adveniens, 46).

Affermando senza ambiguità il principio dell’autonomia rispettiva della Chiesa e della comunità politica, il Concilio Vaticano II, nel decreto sull’apostolato dei laici (Apostolicam Actuositatem,14) invita anche “i cattolici competenti in materia politica, consolidati come conviene nella fede e nella dottrina cristiana” a impegnarsi nella “gestione degli affari pubblici”. Certamente la Chiesa sa, e voi stessi ne avete fatto talvolta la dura esperienza, che il mondo della politica è anch’esso segnato dall’attaccamento a interessi egoistici, in una parola, dal peccato. Ma il cristiano non saprebbe distogliersene. Deve convincersi, nel nome stesso della sua fede, dell’azione dello Spirito di Dio nella storia, che l’attività politica può essere un servizio autentico, a condizione di purificare sempre il proprio obiettivo e le proprie intenzioni.

Considerata in questo modo, l’attività politica è incontestabilmente una vocazione; una vocazione nel senso nobile e cristiano del termine. Al centro delle complessità e degli accostamenti del mondo politico, voi siete chiamati ad essere gli infaticabili promotori della compiutezza dell’uomo secondo Cristo e secondo gli insegnamenti della sua Chiesa. A questo proposito avete il diritto e il dovere di fare in modo che le esigenze etiche dello sviluppo integrale dell’uomo siano prese in considerazione delle leggi. Si tratta del contributo normale dei credenti responsabili dello sviluppo di una società in cui la persona umana sia integralmente onorata soprattutto dove essa è maggiormente minacciata.

4. Nel concerto delle nazioni, il Belgio ha una vocazione propria rivelata dal suo ruolo di intermediario in Europa e dal suo passato di attaccamento alla fede cattolica e alle libertà fondamentali. A voi che insieme rappresentate le tre comunità del vostro caro paese, francofona, fiamminga e tedescofona, posso ripetere le mie parole dell’anno scorso a Koekelberg: “Coltivate questo modello di convivialità che può essere esemplare per il mondo”.

Signore e signori, vi invito quindi a vivere con fiducia la vostra missione politica. Come ogni altra missione umana, essa può essere, nel senso proprio del termine, servizio a Dio attraverso il servizio reso alla città. Lo sarà veramente se avrete cura di assicurarvi nella vostra esistenza spesso frenetica, oltre ai momenti di vita familiare, dei tempi di riflessione, di contemplazione e di preghiera. Un uomo disperso, urtato dell’attualità immediata, o troppo preoccupato della sua quota di popolarità, non saprebbe esercitare validamente la sua responsabilità politica. Ogni azione feconda e durevole esige un certo distacco, una disponibilità interiore che permetta di discernere l’assoluto dal relativo, il necessario dall’accessorio, la verità dalle false evidenze. Il fatto che abbiate trovato il tempo per compiere questo pellegrinaggio a Roma prova che ne siete coscienti.

Auguro di cuore che, una volta rientrati nella vostra patria, possiate da un lato approfondire la vostra vita interiore e dall’altro accrescere la vostra conoscenza del fruttuoso insegnamento sociale della Chiesa. Così vi aiuterete a vicenda a richiamarvi all’ideale che vi unisce in profondità come credenti, come cattolici: la volontà di costruire una città degna di Dio e degli uomini che egli ama. Invoco sulle vostre persone e sulla vostra missione abbondanti grazie di saggezza e di forza divine.

 

© Copyright 1986 - Libreria Editrice Vaticana

 



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