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DISCORSO DI GIOVANNI PAOLO II
AI PARTECIPANTI AL CONVEGNO NAZIONALE DEGLI
EDUCATORI ED EDUCATRICI DELL’AZIONE CATTOLICA RAGAZZI

Lunedì, 7 dicembre 1987

 

Carissimi educatori ed educatrici dell’Azione Cattolica ragazzi.

1. Sono lieto di incontrarmi stamane con voi in occasione del vostro Convegno Nazionale, che vi vede raccolti per riflettere su un tema assai stimolante nella sua stessa formulazione: “Ragazzo: una libertà in gioco. Per una educazione alla responsabilità”.

Nel rivolgervi il mio saluto cordiale, desidero innanzitutto ringraziare il vostro assistente ecclesiastico generale, mons. Antonio Bianchin, e con lui il presidente nazionale l’avv. Raffaele Cananzi. Il mio saluto si estende altresì ai dirigenti centrali e ai loro collaboratori, al cui impegno è dovuta la preparazione remota e prossima di questo Convegno.

Un affettuoso saluto va pure agli altri soci di Azione Cattolica, che partecipano all’udienza; in special modo ai responsabili del Movimento Lavoratori e del Movimento Studenti, che svolgono la loro attività di animazione cristiana in ambienti di fondamentale importanza per la vita della comunità. A tutti l’espressione del mio apprezzamento e l’esortazione a perseverare con slancio rinnovato all’impegno di generosa testimonianza a Cristo, che qualifica e nobilita la loro scelta associativa.

2. Il pensiero torna ora al tema del Convegno, per raccoglierne l’invito a una meditata valutazione delle componenti essenziali di una autentica azione educativa. Educare significa promuovere la formazione della persona umana in vista sia del suo fine ultimo che del bene delle varie comunità, di cui essa è partecipe e in cui, divenuta adulta, dovrà svolgere precisi compiti. In tale opera di formazione la responsabilità prima e fondamentale spetta alla famiglia, culla voluta dal Creatore per la germinazione di ogni nuova vita umana. La funzione educativa dei genitori è tanto importante che, quando manca, difficilmente può essere in altri modi supplita. I genitori, tuttavia, da soli non bastano a provvedere a un compito tanto complesso ed esigente: in loro aiuto deve venire la comunità, offrendo tutti quei sussidi che essi possono legittimamente attendersi per la piena realizzazione della loro missione. L’intervento della comunità, peraltro, si attuerà nella linea del principio di sussidiarietà, proponendosi di favorire e sostenere l’azione dei genitori e non di sostituirvisi.

A un titolo tutto speciale il compito di educare spetta poi alla Chiesa. Essa infatti ha avuto da Cristo la missione di annunciare a tutti gli uomini la salvezza e di fornire loro i mezzi soprannaturali necessari per il suo conseguimento. La Chiesa si pone, perciò, a fianco dei genitori per infondere nell’anima dei loro figli il germe della vita nuova, dono supremo di Dio, portato da Cristo, e per alimentarne poi via via lo sviluppo, fino a che essi raggiungano “lo stato di uomo perfetto, nella misura che conviene alla piena maturità di Cristo” (Ef 4, 13).

Una singolare espressione di questa sollecitudine materna della Chiesa siete voi, educatori ed educatrici dell’Azione Cattolica, che vi siete assunti il compito di formare nei ragazzi a voi affidati dei cristiani maturi, capaci di testimoniare - nei vari ambienti e in particolare con i coetanei - la gioia della scoperta di Cristo e dell’adesione al suo Vangelo.

L’educatore di Azione Cattolica è un laico che, collaborando con la gerarchia nel modo proprio dell’Associazione, adempie il servizio educativo, proponendosi quale testimone e immagine di Cristo ai ragazzi che gli sono affidati. Caratteristiche di un tale educatore saranno perciò la maturità umana e cristiana, la sincera motivazione soprannaturale, l’autentica capacità e competenza educativa. La meta verso cui si orienta la sua azione è quella di educare i ragazzi a considerare fine immediato del Movimento il fine apostolico della Chiesa, cioè l’evangelizzazione e la santificazione degli uomini, così da animare dello spirito evangelico le varie comunità e i vari ambienti. L’educatore avrà cura altresì di educare i ragazzi ad agire uniti, a guisa di corpo organico, affinché sia meglio espressa la comunità della Chiesa e l’apostolato riesca più efficace (cf. Apostolicam Actuositatem, 20).

L’Azione Cattolica ragazzi è chiamata a perseguire questi obiettivi rendendo sempre più ricco il cammino di fede che annualmente propone ai ragazzi secondo la propria metodologia educativa, frutto originale e interessante di questi ultimi vent’anni di impegno ecclesiale. In particolare, essa si sforzerà di rendere il momento catechetico esplicazione sempre più sistematica della prima evangelizzazione, iniziazione sempre più consapevole alla vita di Chiesa e alla concreta testimonianza di carità.

Particolare cura, inoltre, essa dovrà riservare all’educazione alla vita interiore e all’orientamento vocazionale, al fine di aiutare il ragazzo a cogliere i germi della propria personale vocazione. Di questa, in ogni caso, dovrà essere posta in evidenza la dimensione sociale, così che il ragazzo si senta responsabile di testimoniare con parole e opere la sua fede cristiana nella scuola, nel quartiere e in ogni altro ambiente in cui si svolge la sua vita.

3. Al fine di poter perseguire efficacemente tali mete educative, molto importante è il ruolo del gruppo educatori, composto dal sacerdote assistente dell’Associazione parrocchiale e dai laici educatori.

Tale gruppo si pone quale realtà che aiuta ad adeguare di continuo il servizio educativo alle esigenze dei ragazzi, e quale luogo di amicizia, di incontro nel Signore, di avviamento a un impegno apostolico che si dilata nella vita.

Quando il credente approfondisce la sua identità umana e cristiana, vivendo in amicizia libera e responsabile con Cristo, si ritrova per ciò stesso proiettato verso il fratello, coinvolto in un legame di comunione-missione che orienta il rapporto educativo verso la scoperta dell’altro, verso il dono di sé e il servizio generoso del prossimo.

4. Si forma così quella personalità libera e responsabile, su cui il tema del Convegno intende porre l’accento. In un mondo che cerca affannosamente la libertà in tutte le sue manifestazioni e, nello stesso tempo, la teme nelle sue profonde implicazioni umane e religiose, è necessario e urgente che voi, educatori, sappiate proporre il contenuto e lo stile della libertà cristiana, che non separa ma genera comunione, non chiude nell’individualismo ma apre alla corresponsabilità.

Arricchita dai doni dello Spirito - che la rende varia e una - la comunità dei credenti deve presentarsi coraggiosamente agli uomini del nostro tempo come annunciatrice dei diritto dell’uomo a vivere in pienezza la propria realtà di creatura responsabile, chiamata alla partecipazione della vita stessa di Dio.

Attraverso la vostra azione, cari educatori ed educatrici, attraverso l’azione di tutti voi, membri della diletta Associazione di Azione Cattolica, deve risonare nell’oggi della storia la risposta perennemente valida del Vangelo alle attese umane. Voi avete il compito di accompagnare le nuove generazioni che salgono alla scoperta del rapporto con Dio, con le cose, con se stessi, aiutandole a prender coscienza della loro originalità e, insieme, della confluenza di ogni vicenda umana in una solidarietà senza confini.

I ragazzi, crescendo, hanno diritto a trovare in voi la mano amica che accoglie e solleva, l’intelligenza affettuosa che illumina e previene, il cuore pronto a condividere il loro gioco e le loro esperienze, lo spirito vigile che aiuta a cercare i segni della chiamata di Dio e a maturare risposte generose nella costante attenzione ai bisogni dei fratelli.

5. Coraggio, dunque, carissimi! Siate fieri della vostra appartenenza all’Azione Cattolica italiana, un’Associazione dal glorioso passato ecclesiale, e rinnovate il proposito di proseguire nel solco fecondo della sua storia, alla luce del Concilio e del recente Sinodo sui laici.

Sentitevi chiamati a testimoniare l’unità tra voi e con i ragazzi, come anche con i vari gruppi ecclesiali, per tradurre in atto l’anelito di comunione che lo Spirito sempre più abbondantemente suscita nella sua Chiesa.

Con questi voti, che affido all’intercessione della Vergine santissima, sublime modello di educatrice a un rapporto libero e responsabile con Gesù e con i fratelli, vi assicuro del mio costante affetto e vi benedico.

 

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