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DISCORSO DI GIOVANNI PAOLO II
AI RAGAZZI DELL’AZIONE CATTOLICA

Martedì, 22 dicembre 1987

 

Cari ragazzi di Azione Cattolica!

Vi ringrazio per essere venuti anche quest’anno a portami, in rappresentanza di tutti i ragazzi dell’Azione Cattolica, gli auguri natalizi, resi ancora più simpatici dall’omaggio floreale destinato alla mia cappella. Con voi ringrazio i dirigenti centrali dell’Azione Cattolica, che vi hanno qui accompagnati: Monsignor Antonio Bianchin, l’avvocato Raffaele Cananzi, la professoressa Beatrice Draghetti e don Simone Giusti, nuovo assistente nazionale dell’Azione Cattolica Ragazzi. A tutti ricambio i miei voti augurali nella luce gaudiosa che ci viene dalla culla di Betlemme.

Dopo aver incontrato il 7 dicembre scorso i vostri educatori e le vostre educatrici, riuniti a Roma per il loro convegno, ecco che ora ho la gioia di parlare a voi e di vedere i vostri volti lieti e sereni. Vi auguro che le feste natalizie vi portino gioia e pace. Gioia anzitutto! Una gioia che nasce da ciò che in questi giorni vedete intorno a voi: il presepio, l’albero, le luci e gli addobbi delle chiese e delle case, i doni preparati per voi. Ma una gioia che scaturisce soprattutto da ciò che contemplate con gli occhi della fede: la nascita di Gesù nella grotta di Betlemme. Natale infatti è la festa dell’Emmanuele, parola ebraica che significa appunto Dio con noi.

Il Natale è anche la festa della pace, della pace in terra, annunciata dagli angeli ai pastori. Vi auguro che possiate godere in pienezza di questa pace natalizia. Che cosa posso desiderare maggiormente per voi e per tutti gli uomini, se non che regni questa pace? Che cessino gli orrori della guerra in tante parti del mondo, ove vittime sono anche molti bambini innocenti? Pregate per la pace, perché tutti gli uomini si amino tra loro come fratelli.

Tornando alle vostre case, portate nel cuore questo proposito di pregare per la pace delle famiglie e per la pace del mondo. Mentre vi benedico, vi consegno un augurio particolare per i vostri genitori, per i vostri fratelli e sorelle e per tutti i vostri cari: a tutti Buon Natale!

Durante l’incontro il Papa, rispondendo al saluto di una ragazza, improvvisa un breve discorso, nel quale affida alla protezione di Maria tutti i bambini, i nati e i non ancora nati. Queste le parole del Santo Padre.

Pochi minuti fa ho ricevuto la Curia Romana e così si è potuto quasi toccare con mano che la Chiesa è cattolica, apostolica, romana. Ma adesso si può costatare che la Chiesa è anche giovanile, non solamente in Italia, attraverso l’ACR e gli altri gruppi giovanili che si susseguono, ma anche in tutto il mondo. Soprattutto devo ringraziare per le parole della vostra rappresentante, per la presenza di tutti voi dell’ACR di tutta Italia. Devo ancora una volta ripetere che se questa festa, il Natale, appartiene a tutti i cristiani, a tutto il genere umano, essa appartiene in modo specifico a voi, ai giovani, ai bambini, ai neonati. È, come ha detto le vostra coetanea, una festa che ci porta la gioia. Voi volete mantenere questa gioia nei vostri cuori, ma non solo egoisticamente per voi; egoisticamente non si può trattenere la gioia; sempre si diventa tristi. Ma, allora volete - e questa è la logica della gioia - seminare questa gioia, portare questa gioia agli altri, ai vostri coetanei. Ma non soltanto questo. Voi dovete sapere che siete la nostra gioia, la gioia degli adulti, degli anziani, dei padri, dei nonni - io mi trovo in questa categoria -. Allora, seminate la gioia. Oggi avete già cominciato, nonostante la stagione dell’anno, l’inverno, appena ieri iniziato. Ma seminatela anche durante tutto l’anno, specialmente nella primavera. Avete già annunciato un incontro a maggio, e così noi viviamo con una certa speranza.

Ancora una cosa importante. È vero che questo Neonato, questo Bambino divino, Gesù di Betlemme, è stato affidato ad una Madre umana, che si chiama Maria. Vorrei in questo momento, incontrando voi dell’ACR, affidare tutti i bambini di tutto il nostro Paese, gli italiani, e di tutto il mondo a questa Madre di cui i nostri fratelli ortodossi - come abbiamo sentito dalla bocca del Patriarca Ecumenico - dicono sempre: “Tutta Santa”.

Desidero perciò affidare tutti bambini di questo mondo alla Madre di Cristo, Tutta Santa, all’Immacolata. A Lei voglio affidare i bambini nati, quelli che crescono, che aspettano una buona educazione soprattutto in famiglia, ma voglio affidare a Lei anche quei bambini, neonati, che hanno causato anche un dolore alla madre, di parla Cristo nel Vangelo: ed infine tutti bambini non ancora nati.

Questi sono i miei voti improvvisati.

Voglio offrirvi una benedizione e un abbraccio, a tutti e a ciascuno.

 

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