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DISCORSO DI GIOVANNI PAOLO II
AL NUOVO AMBASCIATORE DEL GUATEMALA PRESSO
LA SANTA SEDE S.E. IL SIGNOR CARLOS ALFREDO ESCOBAR ARMAS

Sabato, 7 febbraio 1987

 

Signor Ambasciatore,

è per me motivo di soddisfazione ricevere oggi Sua Eccellenza che, con la presentazione delle lettere credenziali, dà inizio alla sua missione quale Ambasciatore Straordinario e Plenipotenziario del Guatemala presso la Santa Sede.

La ringrazio vivamente per le delicate espressioni che ha avuto nei confronti di questa Sede Apostolica, ed anche per la manifestazione dei nobili sentimenti del popolo guatemalteco che porto nel cuore in modo particolare da quando, nella mia visita pastorale del 1983, ebbi occasione di condividere con i Pastori e i fedeli di quella Chiesa locale il loro modo di vivere la fede e i loro aneliti di speranza cristiana.

All’inizio del mio viaggio apostolico nell’America Centrale, ho voluto fare cenno al grido che, sgorgando dal cuore di quelle genti, invocava la pace, la fine delle morti violente; che implorava la riconciliazione allontanando le divisioni e l’odio; che anelava una giustizia duratura e fino ad oggi inutilmente attesa; che voleva essere chiamata ad una maggiore dignità, senza rinunciare alla sua essenza religiosa e cristiana (cf. Ioannis Pauli PP. II, Allocutio Iosephopoli in Ora Divite in aëronavium portu habita, 3, die 2 mar. 1983: Insegnamenti di Giovanni Paolo II, VI/1 [1983] 524).

So che si sta lavorando e si continua a lavorare per conseguire la pace e rafforzare i legami di amicizia e di cooperazione tra i popoli del Centroamerica. Il recente incontro dei Presidenti di quei Paesi in Esquipulas, uno dei luoghi di pellegrinaggio più cari alla pietà popolare della regione, ha voluto essere una iniziativa in questo senso.

A tale proposito, sono degni di encomio i dialoghi avviati a costruire fondamenti solidi per una pacifica convivenza come frutto della giustizia. D’altra parte, non bisogna risparmiare gli sforzi per difendere e potenziare i fattori di coesione che fanno dei popoli centroamericani una grande famiglia. L’identità dell’origine storica, l’unità nella lingua e nella fede cristiana, costituiscono i valori fondamentali di quei popoli. Dunque, si deve prestare particolare attenzione a tutto ciò che potrebbe attentare agli elementi che favoriscono unità e armonia.

A questo riguardo, e nel campo che le compete, la Gerarchia ecclesiastica del Guatemala non ha smesso di segnalare il pericolo che, in questo senso, rappresenta l’attività proselitista di sette di tipo fondamentalista, che seminano confusione e divisione nel popolo e diluiscono la coerenza e l’integrità del messaggio evangelico.

La Chiesa, quindi, fedele alla sua missione, continuerà ad appoggiare quelle iniziative che aiutano a superare i confronti, impegnandosi sempre più a potenziare tutto quanto significhi difesa della vita e della dignità della persona umana, promozione dell’individuo, della famiglia e della società. Nel conseguimento di questi obiettivi, come ebbi occasione di segnalare nel grande incontro del Campo di Marte, nella capitale guatemalteca, la dottrina sociale della Chiesa potrà essere una via concreta verso la soluzione di tanti problemi che affliggono la vostra società. Tramite l’applicazione dei suoi principi “si presterà così un grande servizio all’uomo di oggi, perché in essa egli incontrerà lo stimolo per svegliare le coscienze, promuovere una maggiore giustizia, fomentare una migliore comunicazione di beni, favorire un accesso più generalizzato ai benefici della cultura e sperimentare così una convivenza più pacifica” (cf. Ioannis Pauli PP. II, Homilia Guatimalopoli, in foro “Campo di Marte” habita, 7, die 7 mar. 1983: Insegnamenti di Giovanni Paolo II, VI/1 [1983] 624).

Affinché questi desideri si trasformino in una confortante realtà nel suo Paese, imploro per il tanto amato popolo guatemalteco, per i suoi governanti, ed in modo particolare per Sua Eccellenza e la sua distinta famiglia, l’abbondanza delle benedizioni dell’Onnipotente, e nello stesso tempo le porgo i miei auguri per il buon svolgimento della missione che Le è stata affidata.

 

© Copyright 1987 -  Libreria Editrice Vaticana

 



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