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DISCORSO DI GIOVANNI PAOLO II
A CONCLUSIONE DEGLI ESERCIZI SPIRITUALI
DELLA QUARESIMA

Cappella Matilde - Sabato, 14 marzo 1987

 

Carissimi confratelli.

Ringraziamo il Signore per questa prima tappa del nostro cammino spirituale, percorso insieme con Cristo nel deserto, con Cristo nostra Pasqua. In questa prima tappa siamo stati dei privilegiati: noi abbiamo potuto, come comunità che costituisce la Curia romana, seguire la strada spirituale di questo primo momento della Quaresima in modo più profondo e più completo, grazie ai nostri abituali esercizi spirituali della Quaresima. È questo un grande privilegio, una grazia, per cui dobbiamo ringraziare il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo, Dio-Trinità, per averci riuniti e guardati con la sua luce, e per averci donato un momento di respiro spirituale, di raccoglimento, di preghiera.

Siamo tutti molto grati al Preposito Generale della Compagnia di Gesù che ci ha accompagnati in questa settimana, facendo da nostro corifeo, procedendo sempre insieme con la parola divina, con la parola della sacra liturgia; si è lasciato guidare da quella Parola e dalla sua profondità, permettendo a noi tutti di entrare, insieme con lui, nella profondità della parola di Dio, una profondità veramente insondabile. Essa è veramente un abisso insondabile, preparato per quest’altro abisso che è il cuore umano, la coscienza umana. Siamo molto grati per questi momenti; sono stati soprattutto momenti biblici, permeati di tutta la ricchezza patristica e liturgica con cui la Chiesa vive sempre più profondamente la parola di Dio. Siamo molto grati al nostro predicatore per i commenti che ci ha fatto; gli siamo grati perché ha saputo mostrarci la verità iscritta nelle parole bibliche, nelle parole liturgiche. Una verità che non è umana ma divina; ed egli ha saputo scrutarla da vero maestro, seguendo non solo le orme della grande tradizione della sua Compagnia di Gesù, ma anche quella di tanti altri maestri nella fede, di tanti altri esperti della parola di Dio; ci ha avvicinati così, quasi passo dopo passo, parola per parola, ai brani che la Chiesa ha scelto per la prima settimana di Quaresima, puntando sempre sulle parole più incisive, sulle parole più decisive, delle quali ha saputo mostrarci la portata, nella loro estensione divina e, finalmente, anche, umana.

Per questo gli siamo molto, molto grati. Ma non lo siamo solamente per la verità, per il vero che ci ha saputo rendere vicino con le sue analisi, con le sue riflessioni. Oltre al vero, oltre al buono, l’uomo cerca anche il bello, e questa è un’altra dimensione della nostra umana spiritualità: “pulchrum splendor veri”. Ecco, siamo molto grati al nostro predicatore per averci saputo mostrare, insieme con la verità, anche la bellezza della parola di Dio, quella straordinaria bellezza sovrumana, che attira il cuore umano, e lo lancia verso il vero, con maggior fascino, con maggior entusiasmo spirituale. Possiamo veramente dire che i commenti del Preposito Generale della Compagnia di Gesù ci hanno portato insieme verso il vero e verso il bello: “pulchrum splendor veri et splendor boni”.

Oggi, terminando gli esercizi spirituali in Vaticano, ci troviamo alla vigilia della II domenica di Quaresima, in cui la liturgia ci porterà verso il monte della Trasfigurazione. Così, davanti a quel mistero della trasfigurazione del Signore, terminano i nostri esercizi, finiscono le meditazioni del nostro predicatore degli esercizi, finisce anche il nostro ascolto: e tutto non fa che avvicinarci alla trasfigurazione del Signore. Essa deve trasfigurare anche noi: e questa è l’invocazione finale di tutte le belle preghiere conclusive, che abbiamo sempre indirizzate alla Vergine Madre di Cristo e Madre nostra. Questa preghiera, che emana dal mistero della Trasfigurazione, questa preghiera conclusiva dei nostri esercizi spirituali, vuol esprimere il grande desiderio che questa settimana di grazia possa contribuire alla nostra trasfigurazione nel Signore.

Ringraziando tutti voi, vi invito ad elevare il nostro comune ringraziamento alla Santissima Trinità con le stesse parole della Serva del Signore, con le parole del “Magnificat”.

 

© Copyright 1987 -  Libreria Editrice Vaticana

 



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