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DISCORSO DI GIOVANNI PAOLO II
AI PARTECIPANTI ALLA VI ASSEMBLEA
INTERNAZIONALE DEI CARISMATICI

Aula della Benedizione - Venerdì, 15 maggio 1987

 

Cari fratelli e sorelle,

1. Nella pace e nella gioia dello Spirito Santo do il benvenuto a tutti voi che siete venuti a Roma in occasione della VI Assemblea Internazionale del “Catholic Charismatic Renewal”. Sono veramente felice di incontrarvi oggi e, dall’inizio, desidero confermarvi che il vostro amore per Cristo e la vostra apertura allo Spirito di verità sono la più valida testimonianza della missione della Chiesa nel mondo. In questi giorni state riprendendo con devozione le parole del profeta Isaia che Gesù fece sue all’inizio del suo ministero pubblico: “Lo Spirito del Signore è sopra di me, poiché egli mi ha mandato a predicare la buona novella ai poveri” (Lc 4, 18).

Queste parole lette da Gesù nella sinagoga ai Nazareni ebbero un profondo effetto sugli ascoltatori. Quando egli finì di leggere, arrotolò la pergamena e si sedette, “gli occhi di tutti nella sinagoga erano fissi su di lui” (Lc 4, 20). Anche nel nostro tempo queste parole profetiche colpiscono il cuore. Esse ci trascinano nella fede alla persona di Gesù Cristo e approfondiscono il nostro desiderio “di fissare i nostri occhi su di lui”, il Redentore del mondo, il compimento perfetto di tutte le profezie, suscitano il nostro intenso desiderio di penetrare sempre più interamente il mistero di Cristo: conoscerlo meglio e amarlo con fedeltà più grande.

2. “Lo Spirito del Signore è sopra di me”. Come Gesù indirizzava queste parole a se stesso quel giorno a Nazaret, così esse possono essere ugualmente indirizzate, a Pentecoste, e dopo, al corpo di Cristo, la Chiesa. “Quando la missione che il Padre diede al Figlio da compiere sulla terra (cf. Gv 17, 4) fu realizzata, lo Spirito Santo fu mandato il giorno di Pentecoste, perché potesse santificare per sempre la Chiesa, così che tutti i credenti possano avere accesso al Padre attraverso Cristo nell’unico Spirito” (Lumen Gentium, 4). Di conseguenza la storia della Chiesa è allo stesso tempo la storia di duemila anni di azione dello Spirito Santo, “il Signore, colui che dà la vita” che rinnova il Popolo di Dio nella grazia e nella libertà ed è lo “Spirito di verità” che porta la santità e la gioia ai popoli di ogni razza, lingua e nazione.

Quest’anno, è il ventesimo anniversario del “Charismatic Renewal” nella Chiesa cattolica. Il vigore e la fertilità del Renewal certamente attestano la potente presenza dello Spirito Santo che agisce nella Chiesa in questi anni, dopo il Concilio Vaticano II. Certamente lo Spirito ha guidato la Chiesa in ogni tempo producendo una grande varietà di doni tra i fedeli. Poiché la Chiesa riceve una continua vitalità giovanile dallo Spirito. E il “Charismatic Renewal” è un’eloquente manifestazione di questa vitalità oggi una coraggiosa affermazione di ciò che “lo Spirito dice alla Chiesa” (Ap 2, 7) mentre ci avviciniamo alla conclusione del secondo millennio.

Per questa ragione, è importante che voi cerchiate di approfondire la vostra comunione con l’intera Chiesa: con i suoi pastori e maestri; con la sua dottrina e disciplina, con la sua vita sacramentale, con l’intero Popolo di Dio

Ho chiesto, a questo proposito, al Vescovo Paul Cordes di seguire come Consigliere Episcopale l’Ufficio Cattolico Internazionale del Charismatic Renewal. Sono sicuro che vi aiuterà a favorire un dinamismo che sia sempre ben bilanciato e a mantenere i vostri legami di fedeltà con la sede apostolica.

3. “Lo Spirito del Signore è sopra di me”. In aggiunta del significato che queste parole hanno per Gesù e per la Chiesa nel mondo, esse ci rammentano la nostra personale identità di uomini e donne che sono stati battezzati in Cristo. Poiché lo Spirito ci sprona a continuare in fede “a predicare la buona novella ai poveri”: i poveri nelle cose materiali, i poveri nei doni spirituali, i poveri nella mente e nel corpo. Lo Spirito Santo ci dà il coraggio e la forza di andare da tutti coloro che per una particolare ragione sono “i piccoli” del mondo. Ognuno di noi risponde in una maniera particolare, secondo i suoi speciali talenti e doni. Ma saremo capaci di dare una generosa e autentica risposta solo se siamo fermamente saldi in una regolare pratica di preghiera.

Vi raccomando quindi di meditare su queste parole di Isaia frequentemente, riflettendo sul grande mistero dello Spirito di Dio che copre con la sua ombra la vostra vita in una maniera non molto dissimile dall’esperienza della Vergine Maria. Come la verità penetra il vostro cuore e la vostra anima, riempie il vostro intero essere di gratitudine, lode e di un senso di certezza del grande amore di Dio.

“Lo Spirito del Signore è sopra di me”. Queste parole sono il fondamento della vostra preghiera, del vostro servizio agli altri, della vostra vita di fede. Esse ci dirigono verso l’invisibile Dio che permane in noi come in un tempio, verso colui che noi professiamo nel Credo essere “il Signore, il datore della vita”, colui del quale “si è parlato attraverso i profeti”.

In una riflessione devota di queste parole, incontriamo e adoriamo lo Spirito Santo. Nella preghiera noi ci rendiamo conto della nostra povertà, dell’assoluto bisogno che abbiamo del Salvatore. Scopriamo più profondamente le molte occasioni nelle quali noi stessi siamo poveri e bisognosi, e inoltre iniziamo a sentire una solidarietà crescente con i poveri. Infine realizziamo più pienamente che mai prima che la buona novella per i poveri è anche la buona novella per noi.

4. Cari fratelli in Cristo, siete venuti a Roma nel mese di maggio, il mese della nostra Signora. Venite prima della festa di Pentecoste e dell’inizio dell’Anno Mariano. È considerando il tema “buona novella per i poveri”, voi considerate un tema caro alla Madre del Redentore. Come ho affermato nella mia recente enciclica sulla benedetta Vergine Maria nella vita della Chiesa, “Maria proclama sinceramente la venuta del Messia dei poveri (cf. Is 11, 4; 61, 1). Attingendo dal cuore di Maria, dalla profondità della sua fede espressa nelle parole del Magnificat, la Chiesa rinnova sempre più in se stessa la certezza che la verità su Dio, che è la sorgente di ogni dono, non può essere separata dalla manifestazione del suo amore preferenziale per i poveri e gli umili, un amore che, celebrato nel Magnificat, è ultimamente espresso nelle parole e nell’azione di Gesù” (Ioannis Pauli PP. II, Redemptoris Mater, 37).

Possiate essere ispirati dall’eroico esempio di amore dato dalla Vergine Madre del nostro Redentore, e affidare voi stessi con fiducia alla sua intercessione e cura materna. Nell’amore del suo Figlio, nostro Salvatore Cristo Signore, imparto a tutti voi la mia apostolica benedizione.

 

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