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DISCORSO DI GIOVANNI PAOLO II
AI VESCOVI DELLA PROVINCIA INGLESE DI LIVERPOOL
IN VISITA «AD LIMINA APOSTOLORUM»

Sabato, 30 maggio 1987

 

Cari fratelli nel nostro Signore Gesù Cristo.

1. Vi do il mio cordiale benvenuto in occasione della vostra visita “ad limina”. La vostra presenza qui è un ricordo dell’universalità e diversità del Popolo di Dio, e serve a rafforzare i legami di unità, carità e pace che si uniscono insieme in un rapporto pastorale per la Chiesa universale, come per le vostre Chiese locali (cf. Lumen Gentium, 22).

Durante questo tempo di preparazione del prossimo Sinodo dei Vescovi, il nostro pensiero si volge naturalmente al ruolo e alla missione dei laici delle vostre diocesi. So che essi sono persone saldamente radicate nella loro fede cattolica e nella devozione alla sede di Pietro. Questa fede è costruita sulla testimonianza dei martiri, come quelli che devono essere beatificati il prossimo novembre. È anche una fede che trae nuova energia dall’insegnamento del Concilio Vaticano II. La vivace vita delle vostre Chiese è un tributo al buon esempio e al duro lavoro di voi Vescovi e del vostro clero: avete preso a cuore l’ammonizione del Concilio “a riconoscere e promuovere la dignità e responsabilità dei laici nella Chiesa” (Lumen Gentium, 37). Vi lodo per questa disposizione, che vi ha guadagnato l’amore, il rispetto e la pronta collaborazione del vostro popolo.

2. La dignità e la responsabilità dell’apostolato laico sono intimamente legate allo scopo della missione della Chiesa, come è descritto nel decreto conciliare Apostolicam Actuositatem, che dice “diffondere il regno di Cristo su tutta la terra, per la gloria di Dio Padre, rendere tutti gli uomini e tutte le donne partecipanti alla redenzione e alla salvezza, e attraverso di essi stabilire le giuste relazioni dell’intero mondo con Cristo” (Apostolicam Actuositatem, n. 2). Il decreto continua dicendo che questa missione abbraccia sia la nostra eterna salvezza, sia il rinnovamento dell’intero ordine temporale (cf. Ivi, 5).

Questa fondamentale missione religiosa è fruttuosa solo nella misura in cui è radicata in Cristo, il quale dice: “Io sono la vita, voi siete i tralci . . . al di fuori di me voi non potete fare nulla” (Gv 15, 5). Unione che Cristo ha iniziato nel battesimo e che è sostenuta dagli altri sacramenti, specialmente dall’Eucaristia, e dalla preghiera, l’abnegazione, e la pratica delle virtù. È anche sostenuto dalle pratiche devozionali che hanno avuto una parte così importante nella vita della Chiesa. Preghiere quali il rosario e le Stazioni della Croce, insieme con pellegrinaggi e devozioni popolari che esprimono il nostro amore per Dio, la Vergine Beata e gli angeli e santi tutto ciò arricchisce la nostra vita spirituale e deve essere incoraggiato in armonia con la riforma della sacra liturgia. Il prossimo Anno Mariano offre una speciale opportunità di esprimere e rinnovare la vita religiosa delle Chiese locali.

3. È volontà di Cristo che la vita del vero discepolo sia segnata da un amore attivo ed un servizio al prossimo. Questo amore può apportare una trasformazione del mondo, e sta come segno del Regno che deve venire. La popolazione delle vostre diocesi manifesta questo amore e servizio agli altri attraverso il generoso adempimento di doveri familiari, sociali e professionali, e con un’attiva implicazione nello sviluppo della società, come anche con forme più dirette di lavoro ecclesiale. Individualmente, alcune di queste persone hanno un’importanza nella vita pubblica. Collettivamente, come una comunità ecclesiastica, esse lavorano in armonia con i loro pastori per portare Cristo nel mondo del lavoro, e a coloro che sono nel bisogno, poveri e sofferenti, e oggigiorno soprattutto, i disoccupati e le minoranze etniche. Sono generosi nell’offrire assistenza sociale e caritatevole, sia a casa che all’estero, nel sostenere la missione straniera, come le loro proprie parrocchie e scuole. Sotto la vostra guida e il vostro comando stanno raggiungendo le altre Chiese e comunità ecclesiali, specialmente i fratelli e le sorelle anglicani. Tutto ciò è intrapreso con un’efficienza che smentisce il loro numero attuale. Sono veramente come un lievito nella società della quale sono parte (cf. Lumen Gentium, 31).

4. Data la grande dignità e responsabilità assegnata all’apostolato dei laici, è particolarmente importante che noi, che siamo i pastori, andiamo alla ricerca di vie per approfondire la fede dei laici e per incoraggiarli a perseverare nel vivere la vita cristiana. I fedeli sono “sale e luce”, per il mondo (cf. Mt 5, 13-14) nella misura in cui essi stessi hanno una solida conoscenza della verità salvifica della rivelazione, affermata ed insegnata dalla Chiesa, ed una sempre più profonda coscienza della dimensione spirituale delle loro attività ordinarie nella sfera temporale, siano esse rilevanti o umili. È questione di riconoscere la trascendenza nelle attività terrene in casa e in parrocchia, sul luogo di lavoro e a scuola di riconoscere che tutto ciò che diciamo e facciamo in quanto credenti ha un unico supremo fine, cioè, la santità. Lumen Gentium descrive ciò nel seguente modo: “. . . tutti i cristiani sono chiamati, in una posizione o in un percorso di vita alla pienezza della vita cristiana e alla perfezione di amore, e attraverso questa santità viene promosso anche in questa società terrena un modo di vita più umano” (Lumen Gentium, n. 40). In un mondo materialista e secolarizzato, è facile che questo supremo fine venga dimenticato, se la fede non è costantemente nutrita dalla preghiera e dall’istruzione e dalla maturità dottrinale, e se essa non rende chiaro il nostro senso di missione.

5. Per questa ragione, desidero incoraggiarvi nei vostri sforzi di provvedere alla formazione cristiana, alla guida pastorale e di preparare all’apostolato. Ciò inizia a casa con la famiglia e continua nelle comunità parrocchiali e diocesane. Queste sviluppano programmi educativi ed opportunità di riflessione e rinnovamento spirituale. Lodo voi ed il vostro popolo in particolare per l’attenzione pastorale rivolta a coloro che si preparano al matrimonio, alle famiglie, ai genitori e ai giovani.

Desidero anche menzionare le scuole cattoliche e quelle associate ad esse. Queste scuole hanno una speciale missione di provvedere ad una formazione e una preparazione che sia veramente cattolica e che rifletta il fine supremo della Chiesa dalla santità personale per la santificazione del mondo. I giovani devono essere oggetto del vostro speciale impegno pastorale, poiché la società e la cultura odierne fanno loro così tante vuote promesse e offrono così poco una guida per poter vivere una vita fruttuosa. Essi devono essere in grado di trovare Cristo e il suo Vangelo.

Certamente il numero crescente di fedeli che esercitano ministeri non-ordinati in parrocchie e comunità ecclesiali riflette il loro desiderio di partecipare più attivamente alla vita spirituale e sacramentale della Chiesa. È importante, comunque, non oscurare la vocazione specifica dei laici, che è di dare testimonianza al Vangelo nel cuore della società e della cultura. Là dove questi ministeri non-ordinati costruiscono efficacemente la Chiesa locale in fede e servizio, la loro crescita deve essere appropriatamente programmata e così devono essere sempre preceduti da un’adeguata preparazione.

6. Come Apostolicam Actuositatem ci ricorda, con il passare degli anni la grazia di Dio si estende e così permette ad ognuno di noi di acquisire una più chiara visione dei talenti che egli ci ha dato, e di esercitare sempre più efficacemente il carisma che abbiamo ricevuto per il bene dei nostri fratelli e sorelle (cf. Apostolicam Actuositatem, n. 30). Noi Vescovi, insieme con il nostro clero, siamo chiamati ad una formazione cristiana che duri tutta la vita. Attraverso la conversione anche noi dobbiamo crescere alla pienezza di maturità in santità di vita.

Cari fratelli: gioisco con voi per tutti i doni che egli ha dato alle vostre Chiese locali. Condivido con voi i vostri compiti di pastori che “pascete il gregge di Dio a voi affidato” (1 Pt 5, 2). Possa il Signore continuare a benedire voi e il vostro clero, i religiosi e i laici, e voi cercate di crescere nella santità per la vostra salvezza e la salvezza del mondo. Affidandovi a Maria, Madre di Cristo e Madre della Chiesa, imparto di cuore la mia apostolica benedizione.

 

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