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DISCORSO DI GIOVANNI PAOLO II
ALLA COMUNITÀ DELLA DIOCESI DI ALBANO
DOPO LA RECITA DEL SANTO ROSARIO

Cattedrale di Albano - Sabato, 5 settembre 1987

 

Carissimi fratelli e sorelle della diocesi di Albano!

Sono molto lieto di questa inaugurazione dell’Anno mariano nella vostra Cattedrale e nella vostra diocesi. Già tutto il mondo è al corrente di questa inaugurazione perché avete scelto la Radio Vaticana per dare notizia a tutta la Chiesa che qui, in Albano, si incomincia quel cammino spirituale a cui l’Anno mariano è dedicato dovunque, in tutta la Chiesa e in ogni Chiesa.

Questo cammino spirituale, che è un cammino continuo, dura da secoli e si ripete in ogni generazione, si ripete in diversi luoghi e in diversi paesi e continenti; c’è veramente una geografia mariana in questo mondo e questa geografia mariana è molto densa anche qui nella vostra diocesi di Albano, come dimostrano queste immagini appena presentate dal vostro vescovo.

Le parole del Concilio Vaticano II, che costituiscono il punto nodale dell’enciclica Redemptoris Mater e, nello stesso tempo, guidano tutta l’iniziativa dell’Anno mariano nella Chiesa, ci parlano della Vergine in cammino, un cammino spirituale. In questo cammino, che è cammino della fede, cammino dell’amore e dell’unione con suo Figlio, in questo cammino spirituale lei, Madre di Cristo, “Salvatoris Mater”, “Redemptoris Mater”, precede tutta la Chiesa. La Chiesa la segue e noi cerchiamo di seguirla specialmente in questi anni, in questi decenni che ci avvicinano all’anno duemila dalla nascita di Cristo.

Così cerchiamo di vivere il nostro nuovo avvento, avvento della Chiesa, avvento dell’umanità con Maria, come con Maria si è vissuto il primo avvento, quello che precedette da vicino la nascita di Gesù a Betlemme.

La Vergine: ecco, questo è il pensiero centrale, questa immagine della Vergine, della Madonna, che ci precede, che ci precede nel cammino spirituale. Ci vuole ricordare per la nostra epoca quella verità, vuole farci rivedere questa precedenza mariana, questo suo cammino. Quando guardiamo le bellissime immagini potremmo pensare che la Madre di Cristo la Madonna santissima sia qualche cosa di statico. Invece il Concilio ci dice, la fede ci insegna che è diverso, che essa è piena di dinamismo, di dinamismo spirituale, che proviene dallo Spirito Santo, dallo Spirito Santo che ha plasmato profondamente la sua anima, il suo spirito umano, femminile, verginale.

Ecco, questo cammino è necessario agli uomini della nostra epoca. Si deve ricordare questo cammino; tanti pensano che la vita terrena non abbia la sua finalità escatologica, che noi viviamo in una realtà tutta materiale, composta da tanti beni materiali, da tanti lavori materiali, e credono che non ci sia via di uscita.

Lo si deve ricordare proprio in questa epoca in cui tante persone, tanti ambienti perdono questa dirittura, perdono questa consapevolezza, questa certezza: noi camminiamo verso Dio. Ci voleva la presenza di Maria in cammino, non solamente attraverso le immagini, anche se bellissime, ma statiche. In cammino. Dobbiamo far camminare tutte queste immagini della Madonna e soprattutto dobbiamo far camminare i nostri spiriti intorno a lei, con lei, ricordando che la vita umana è in cammino, in cammino spirituale; un cammino che ci dirige verso la meta soprannaturale, verso la meta eterna, verso la meta divina.

Vi auguro, carissimi, una buona celebrazione di questo Anno mariano nella diocesi di Albano, come auguro la stessa finalità alla Chiesa intera, universale.

Abbiamo bisogno di una Vergine pellegrinante per ricordare che tutti siamo pellegrini. Ringrazio anche il vostro vescovo per le parole che mi ha rivolto, per l’assicurazione delle vostre preghiere, specialmente durante la mia visita pastorale negli Stati Uniti che si avvicina. Mi raccomando anch’io alle vostre preghiere. Vi benedico di cuore.

 

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