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VIAGGIO APOSTOLICO NEGLI STATI UNITI D’AMERICA E IN CANADA

DISCORSO DI GIOVANNI PAOLO II
AI GIOVANI

Stadio «Lousiana Superdome» (New Orleans)
 Sabato, 12 settembre 1987

 

Cari giovani di New Orleans, cari giovani d’America.

1. Nell’ascoltare quanto mi dite con la vostra presenza e attraverso i vostri rappresentanti, so che siete assai consapevoli di avere una missione speciale in questo mondo, di partecipare alla missione della Chiesa.

So anche che, nell’adempiere alla vostra missione, siete desiderosi di donare, siete desiderosi di condividere, siete desiderosi di servire. E siete desiderosi di fare tutto questo insieme, non soli! In questo voi siete come Gesù: Gesù ha donato e ha servito e non era mai solo. Egli ci dice: “Colui che mi ha mandato è con me e non mi ha lasciato solo” (Gv 8, 29).

Sì, cari giovani, anch’io desidero parlare della vostra missione, della ragione della vostra esistenza sulla terra, della verità della vostra vita. È estremamente vitale per voi avere un’idea chiara della vostra missione, di evitare la confusione e l’inganno. Nel parlare ai cristiani del suo tempo, san Paolo li esortava esplicitamente: “Nessuno vi inganni in alcun modo!” (2 Ts 2, 3). E oggi dico la stessa cosa a voi, giovani d’America: “Nessuno vi inganni in alcun modo” sulla vostra missione, sulla verità, sulla via che state percorrendo. Non vi lasciate ingannare sulla verità della vostra vita.

2. Ma qual è l’opposto dell’inganno? Dove potete rivolgervi per trovare risposte soddisfacenti, risposte durevoli? L’opposto dell’inganno è la verità: la persona che dice la verità, la persona che è la verità. Sì, l’opposto dell’inganno è Gesù Cristo, che ci dice: “Io sono la via, la verità, e la vita” (Gv 14, 6). Gesù Cristo è il Figlio di Dio. Egli rivela la verità di Dio. Ma egli è anche uomo. Egli condivide la nostra umanità ed è venuto nel mondo per insegnarci noi stessi, per aiutarci a scoprire noi stessi.

Voi giovani siete orgogliosi di vivere in un Paese libero e dovete essere grati a Dio per la vostra libertà. Ma anche se potete andare e venire come volete, e fare ciò che volete, non siete veramente liberi se vivete sotto il potere dell’errore e della falsità, o dell’inganno o del peccato. Solo Gesù Cristo può rendervi veramente liberi attraverso la sua verità. E per questo egli ha detto: “Conoscerete la verità e la verità vi farà liberi”. Ed è per questo che ha aggiunto: “Se dunque il Figlio vi farà liberi, sarete liberi davvero” (Gv 8, 32.36). Cari giovani; tutto il messaggio di Gesù nel Vangelo e tramite la sua Chiesa vi aiuta a scoprire chi realmente siete, a scoprire tutte le dimensioni della vostra vita.

3. Ognuno di noi è un individuo, una persona, una creatura di Dio, uno dei suoi figli, qualcosa di veramente speciale, che Dio ama e per cui Cristo è morto. Questa nostra identità determina il modo in cui dobbiamo vivere, il modo in cui dobbiamo agire, il modo in cui noi dobbiamo guardare alla nostra missione nel mondo. Veniamo da Dio, dipendiamo da Dio, Dio ha un piano per noi - un piano per la nostra vita, per i nostri corpi, per le nostre anime, per il nostro futuro. Questo piano per noi è estremamente importante - tanto importante che Dio si è fatto uomo per spiegarcelo.

Nel piano di Dio noi siamo individui - è vero - ma siamo anche parte di una comunità. Il Concilio Vaticano II sottolinea il fatto che Dio non ci ha chiamati a partecipare alla sua vita soltanto come individui a se stanti. Piuttosto egli vuole fare di noi un popolo fatto di suoi figli e di sue figlie (cf. Ad Gentes, 2). Questo aspetto del nostro essere una comunità, del nostro partecipare della vita di Dio come un popolo, fa parte della nostra identità: chi siamo, cosa siamo, dove stiamo andando.

Proprio adesso possiamo vedere che, come persone, abbiamo delle responsabilità e che queste responsabilità sono parte della nostra libertà. Il Concilio Vaticano si è spinto al punto di dire che “l’uomo si definisce innanzitutto per la sua responsabilità verso i suoi fratelli e verso la storia” (Gaudium et Spes, 55).

Comprendere noi stessi quali membri di una comunità, quali individui vincolati l’un l’altro per costituire il popolo di Dio, quali persone con responsabilità nei confronti degli altri è una grande intuizione, un’intuizione necessaria per adempiere in modo giusto alla nostra missione.

4. Come cristiani voi avete questa visione e Cristo oggi desidera confermarla in voi. Voi parlate di “essere eroici”, di partecipare e servire e lavorare insieme. E tutto questo è legato al piano di Dio, secondo il quale noi siamo fratelli e sorelle in Cristo, fratelli e sorelle che fanno parte del popolo di Dio e che sono stati fatti per vivere in comunità, per pensare agli altri, per aiutare gli altri. Cari giovani d’America: nella Chiesa esistono molti diversi doni. C’è spazio per molte culture diverse e per molti modi di fare le cose. Ma nella Chiesa non c’è spazio per l’egoismo. Nel mondo non c’è spazio per l’egoismo. Esso distrugge il significato della vita; distrugge il significato dell’amore; riduce la persona umana a un livello sub-umano.

Quando parliamo della necessità di essere aperti agli altri, di tener conto della comunità, di assolvere le nostre responsabilità nei confronti di tutti i nostri fratelli e sorelle, noi stiamo in effetti parlando di tutto il mondo. La vostra missione di giovani d’oggi è rivolta a tutto il mondo. In che senso? Non potete mai dimenticare l’interdipendenza degli esseri umani, ovunque si trovino. Quando Gesù ci dice di amare il nostro prossimo, egli non pone dei limiti geografici. Ciò di cui si ha bisogno oggi è una solidarietà fra tutti i giovani del mondo, una solidarietà soprattutto con i poveri e tutti i bisognosi. Voi giovani dovete cambiare la società con la vostra vita di giustizia e di amore fraterno. Non è un problema che riguarda soltanto il vostro Paese, ma tutto il mondo. Questa è certamente la vostra missione, cari giovani. Siete collaboratori, l’uno dell’altro, collaboratori di tutta la Chiesa, collaboratori di Cristo.

5. Tuttavia, per poter compiere questa grande opera, per essere in condizione di cambiare il mondo nel nome di Gesù, voi stessi dovete vivere effettivamente secondo la vostra propria identità - secondo il piano di Dio per la vostra vita. Ancora una volta è la parola di Gesù che orienta la vostra vita e vi dice cos’è quel piano. Ricordate quanto ha insistito Gesù sul comandamento dell’amore, quanto ha insistito sul vivere secondo certe norme, chiamate Beatitudini: “Beati i miti. Beati i misericordiosi . . . Beati i puri di cuore . . . Beati i pacificatori”. Tutto ciò fa parte del piano.

Quando san Paolo dice: “Nessuno vi inganni”, in effetti sta dicendo: non credete a quanti contraddicono Gesù o il suo messaggio, che vi viene trasmesso dalla Chiesa. Gesù parla a voi giovani e vi parla del valore della mitezza, della misericordia e dell’umiltà. Altre voci nel mondo griderebbero subito: “debolezza!”. Nel Vangelo Gesù sottolinea il valore dell’onestà, della rettitudine, della giustizia e della lealtà. Ma quando praticate queste virtù, potete essere accusati di essere “ingenui”. Gesù e la sua Chiesa vi illustrano il piano di Dio per l’amore umano, dicendovi che il sesso è un grande dono di Dio, che è prerogativa del matrimonio. A questo punto la voce del mondo cercherà di ingannarvi, con potenti slogan, affermando che non siete “realisti”, che siete “inesperti”, “retrogradi”, perfino “reazionari”. Ma il messaggio di Gesù è chiaro: purezza significa amore autentico ed è l’esatto opposto dell’egoismo e dell’evasione.

6. Il messaggio di Gesù si applica a tutti i campi della vita. Egli ci rivela la verità della nostra vita e tutti gli aspetti di questa verità. Gesù ci dice che lo scopo della nostra libertà è quello di dire “sì” al piano di Dio per le nostre vite. Ciò che rende il nostro “si” tanto importante è il fatto che noi lo diciamo liberamente; noi possiamo dire “no”. Gesù ci insegna che noi siamo responsabili nei confronti di Dio, che dobbiamo seguire le nostre coscienze, ma che le nostre coscienze debbono formarsi conformemente al piano di Dio per la nostra vita. In tutti i nostri rapporti con le altre persone e con il mondo, Gesù ci insegna cosa dobbiamo fare, come dobbiamo vivere per non essere ingannati, per camminare nella verità. E oggi, cari giovani, vi proclamo nuovamente Gesù Cristo - la via, la verità e la vita - la vostra via, la vostra verità e la vostra vita.

Ciò che si accorda con la verità di Gesù è realizzazione, gioia e pace, anche se comporta sforzo e disciplina. Ciò che non si conforma a questa verità comporta disordine, e quando è fatto deliberatamente, è peccato. Deliberatamente o no significa comunque infelicità e frustrazione.

7. È con la verità di Gesù, cari giovani, che dovete affrontare i grandi problemi della vostra vita, come pure i problemi pratici. Il mondo cercherà di ingannarvi su molte cose importanti: sulla vostra fede, sul piacere e le cose materiali, sui pericoli della droga. A un certo punto le false voci del mondo cercheranno di sfruttare la vostra umana debolezza dicendovi che la vita per voi non ha alcun significato. Il furto più grande nella vostra vita avrà luogo se riusciranno a strapparvi la speranza. Essi cercheranno di farlo, ma non vi riusciranno se vi tenete uniti strettamente a Gesù e alla sua verità.

La verità di Gesù è in grado di rafforzare tutte le vostre energie. Unificherà la vostra vita e consoliderà il vostro senso di missione. Potrete sempre essere vulnerabili agli attacchi che vengono dalle pressioni del mondo, dalle forze del male, dal potere del diavolo. Ma sarete invincibili nella speranza: “in Cristo Gesù nostra speranza” (1 Tm 1, 1).

Cari giovani: la parola di Gesù, la sua verità e le sue promesse di realizzazione e di vita sono la risposta della chiesa alla cultura della morte, agli assalti del dubbio e al cancro della disperazione.

Permettetemi di aggiungere due riflessioni pratiche tratte dal Concilio Vaticano II. Il Concilio ci dice che dobbiamo evitare di pensare che abbiamo a portata di mano le soluzioni a tutti i problemi particolari della vita (cf. Gaudium et Spes, 33). Ma allo stesso tempo la Chiesa sa di possedere la luce, grazie alla quale è possibile trovare le soluzioni ai problemi dell’umanità (Gaudium et Spes, 12). Cos’è questa luce? Cosa può essere? Solamente la verità di Gesù Cristo!

8. Vorrei aggiungere qualcosa a quanto vi ho già detto. Vorrei parlarvi brevemente della preghiera, della comunione con Dio, una comunione che è profondamente personale fra noi stessi e Dio.

Nella preghiera esprimiamo a Dio i nostri sentimenti, i nostri pensieri, le nostre sensazioni. Noi vogliamo amare ed essere amati, essere capiti e capire solo Dio ci ama in modo perfetto, con un amore eterno. Nella preghiera noi apriamo i nostri cuori e le nostre menti a questo Dio di amore. Ed è la preghiera che ci rende una cosa sola con il Signore. Attraverso la preghiera riusciamo a partecipare più profondamente della vita di Dio e del suo amore.

9. Una delle cose che colpiscono di più in Gesù era la sua consuetudine alla preghiera. In mezzo a un ministero pubblico attivo, lo vediamo ritirarsi in se stesso per restare solo in silenzio in comunione con il suo Padre celeste. Il sabato era solito andare alla sinagoga per pregare insieme con gli altri. Quando era insieme con i suoi discepoli, o quando stava solo, egli pregava il Padre che amava teneramente.

Il Vangelo di san Marco descrive una sera in cui Gesù a Cafarnao aveva curato molti ammalati e aveva scacciato molti demoni. Dopo averci dato questa descrizione della generosa sollecitudine di Cristo verso gli altri, san Marco aggiunge: “Al mattino si alzò quando ancora era buio e, uscito di casa, si ritirò in un luogo deserto e là pregava” (Mc 1, 35).

E san Luca ci dice che prima che Gesù scegliesse i Dodici che sarebbero stati i suoi apostoli, “se ne andò sulla montagna a pregare e passò la notte in orazione” (Lc 6, 12). Sembra infatti che fosse il suo esempio nella preghiera a far sì che i suoi discepoli desiderassero pregare: “un giorno Gesù si trovava in un luogo a pregare”, ci dice Luca, “e quando ebbe finito uno dei discepoli gli disse: “Signore, insegnaci a pregare”” (Lc 11, 1). È stato in quell’occasione che Gesù insegnò loro la preghiera che chiamiamo la “Preghiera del Signore”, o il “Padre nostro”.

10. Se desiderate veramente seguire Cristo, se volete che il vostro amore per lui si accresca e duri, dovete essere assidui nella preghiera. Essa è la chiave della vitalità della vostra vita in Cristo. Senza la preghiera, la vostra fede e il vostro amore moriranno. Se siete costanti nella preghiera quotidiana e nella partecipazione domenicale alla Messa, il vostro amore per Gesù crescerà. E il vostro cuore conoscerà la gioia e la pace profonda, quali il mondo non sarà mai in grado di dare.

Ma molti giovani mi dicono che non sanno come pregare, o si chiedono se pregano in modo corretto. Ancora una volta, dovete guardare all’esempio di Cristo. Come pregava Gesù?

Innanzitutto sappiamo che la sua preghiera è caratterizzata da uno spirito di gioia e di lode. “Gesù esultò nello Spirito Santo e disse: “Io ti rendo lode, Padre, Signore del cielo e della terra” (Lc 10, 21). Inoltre egli ha affidato alla Chiesa nell’ultima cena la celebrazione dell’Eucaristia, che rimane in tutti i tempi il mezzo più perfetto per rendere al Padre gloria, grazie e lode.

Eppure ci furono anche momenti di sofferenza quando, nel grande dolore e nella lotta, Gesù ha aperto il suo cuore a Dio, cercando di trovare nel Padre conforto e sostegno. Per esempio, nell’orto del Getsemani, quando la lotta interiore diventava sempre più difficile, “in preda all’angoscia, pregava più intensamente; e il suo sudore diventò come gocce di sangue che cadevano a terra” (Lc 22, 44). “Pregava più intensamente”: che esempio per noi quando troviamo la vita difficile, quando ci troviamo di fronte a una decisione penosa o quando lottiamo contro la tentazione. In momenti come questi, Gesù pregava più intensamente. Noi dobbiamo fare lo stesso.

Perciò, quando è difficile pregare, la cosa più importante è non smettere di pregare, non arrendersi di fronte allo sforzo. In questi momenti rivolgetevi alla Bibbia e alla liturgia della Chiesa. Meditate sulla vita e gli insegnamenti di Gesù riportati nei Vangeli. Ponderate la saggezza e il consiglio degli apostoli e i messaggi provocatori dei profeti. Cercate di far vostre le belle preghiere dei Salmi. Troverete nella parola ispirata di Dio il nutrimento spirituale di cui avete bisogno. Soprattutto la vostra anima troverà sollievo quando parteciperete con tutto il cuore insieme con la comunità alla celebrazione dell’Eucaristia, la più grande preghiera della Chiesa.

11. Ricordate la storia di Gesù e di sua Madre Maria alle nozze di Cana? A un certo punto della festa, quando avevano terminato il vino, Maria dice a quelli che servivano a tavola: “Fate quello che vi dirà” (Gv 2, 5). Quando i servi seguirono il consiglio di Maria, Gesù vide la loro fede e tramutò l’acqua in vino, un vino la cui qualità era di molto superiore a quello che era stato servito prima. E il consiglio di Maria rimane valido ancora oggi. Poiché l’autentico successo della nostra vita consiste nel conoscere e nel fare la volontà di Gesù, nel fare tutto ciò che ci dice. Quando pregate, dovete essere consapevoli che la preghiera non significa soltanto chiedere qualcosa a Dio o cercare un aiuto particolare, anche se le preghiere di supplica sono modi autentici di pregare. La preghiera dev’essere caratterizzata anche dal rendimento di grazie e dalla lode, dall’adorazione e dall’attento ascolto, chiedendo perdono a Dio e la remissione dei peccati. Se seguite il consiglio di Gesù e costantemente pregate Dio, allora imparerete a pregare bene. Dio stesso ve lo insegnerà.

La preghiera può veramente cambiare la vostra vita. Poiché distoglie la vostra attenzione da voi stessi e volge la vostra mente e il vostro cuore verso il Signore. Se guardiamo soltanto a noi stessi, con i nostri limiti e i nostri peccati, diventiamo ben presto preda della tristezza e dello sconforto. Ma se teniamo i nostri occhi rivolti al Signore, allora i nostri cuori saranno riempiti di speranza, le nostre menti saranno illuminate dalla luce della verità, e noi riusciremo a conoscere la pienezza del Vangelo con tutte le sue promesse e la sua vita.

12. Inoltre la preghiera ci aiuta e essere aperti allo Spirito Santo, lo Spirito di verità e di amore, lo Spirito che è stato dato alla Chiesa affinché essa possa compiere la sua missione nel mondo. È lo Spirito Santo che ci dà la forza di opporci al male e di fare il bene, di fare la nostra parte nell’edificazione del regno di Dio.

È significativo il fatto che il simbolo dello Spirito Santo nella Pentecoste siano lingue di fuoco. Infatti il fuoco è spesso il simbolo che la Bibbia impiega per parlare dell’azione di Dio nella nostra vita. Poiché lo Spirito Santo infiamma veramente i nostri cuori, risvegliando in loro l’entusiasmo per le opere di Dio. E quando noi preghiamo, lo Spirito Santo suscita in noi l’amore di Dio e l’amore del prossimo.

Lo Spirito Santo ci dà la gioia e la pace. Il mondo moderno, caratterizzato dalla tecnologia, può offrirci molti piaceri, molti agi nella vita. Può addirittura offrirci un’evasione temporanea dalla vita. Ma quel che il mondo non potrà mai dare sono la gioia e la pace durevoli. Questi sono doni che soltanto lo Spirito Santo può dare. E questi sono doni che io chiedo per voi, affinché siate forti nella speranza e perseveranti nell’amore. Ma condizione per tutto questo è la preghiera, che significa stretto rapporto con Cristo, comunione con Dio. Cari giovani: il mio messaggio a voi non è nuovo. L’ho espresso altre volte e, con la grazia di Dio, lo farà ancora. E così, finché durerà il ricordo di questa visita, possiate ricordare che io, Giovanni Paolo II, sono venuto in America per chiamarvi a Cristo, per invitavi a pregare!


Carissimi giovani,

Il mio sincero ringraziamento per questo incontro speciale, per questo ricco programma. Nel corso del programma avete interpretato il significato di “Totus Tuus”. Ho capito così ancora una volta che “Totus Tuus” significa non soltanto disponibilità a dare, ma anche disponibilità a ricevere un dono.

Se noi, e intendo ognuno di noi, vuole fare questa esperienza, deve essere disponibile non soltanto a dare ma anche a ricevere un dono. Quale è stato il mio dono a voi oggi? E’ stato il messaggio del Vangelo, il messaggio di Gesù Cristo. Ma nello stesso tempo ho ricevuto il vostro messaggio, un messaggio pluralistico della vostra presenza, del vostro parlare, cantare, ballare, di essere americani; di essere vietnamiti, di essere spagnoli, di parlare spagnolo. E questo messaggio di voi tutti riuniti è stato un messaggio veramente molto ricco. Esprimo la mia gratitudine a tutti voi per questo messaggio.

Pregheremo! Carissimi giovani, pregheremo! Rimarremo in una comunione di preghiera. Saremo io e voi, ognuno di voi, tutti insieme, e pregheremo! Attraverso questa preghiera il Papa si sentirà a suo agio con i giovani. E i giovani si sentiranno a loro agio con il Papa. Vi ringrazio per questa esperienza. Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo, do una benedizione a voi ed alla vostra parrocchia, alla vostra grande nazione e alle varie nazioni qui rappresentate. Grazie di cuore!

 

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