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DISCORSO DI GIOVANNI PAOLO II
ALLE FIGLIE DI MARIA SANTISSIMA DELL’ORTO

Domenica, 4 dicembre 1988

 

Carissime sorelle.

1. Nella visita a questo complesso ospedaliero non poteva mancare un incontro con voi, Figlie di Maria Santissima dell’Orto, la cui congregazione è presente ed operante in questa struttura sanitaria fin dal primo suo sorgere. Nell’ormai lontano 9 giugno 1957, infatti, un gruppo di 14 vostre suore prendeva servizio nell’ospedale sant’Eugenio che in quel giorno iniziava la sua attività.

Quanto lavoro da allora, quanta generosità, quanto amore per corrispondere alle esigenze via via crescenti di un ospedale che andava ampliandosi ed arricchendosi di nuove specialità in una zona della città in rapida espansione! Vi sono probabilmente tra voi alcune le quali hanno vissuto le varie trasformazioni, non solo strutturali, che il complesso ospedaliero ha conosciuto in questi anni: è una storia che registra profonde gioie per il grande bene fatto e per la riconoscenza con cui pazienti e familiari hanno saputo ricambiarlo; ma è storia segnata anche da non piccole sofferenze, tra cui particolarmente viva quella di non disporre delle forze necessarie per soddisfare alle crescenti richieste.

Nel rivolgere a ciascuna di voi il mio saluto cordiale, con un particolare pensiero per la madre generale e per la superiora della casa, desidero esortarvi a perseverare nell’impegno intrapreso, senza mai smarrire la fiducia nell’aiuto della Provvidenza, la quale non mancherà di premiare la vostra quotidiana dedizione in un servizio di così alto valore umano e cristiano.

2. Non è questa forse la raccomandazione abitualmente presente sulle labbra del vostro santo fondatore, il quale nel dar vita al nuovo istituto - sono trascorsi esattamente duecento anni da allora - ribadiva che la vostra missione deve essere vissuta nel segno della più intensa vicinanza a Dio e della massima confidenza nel suo aiuto onnipotente? Questa esortazione faccio mia nella ricorrenza due volte centenaria che la congregazione celebra quest’anno: coltivate un’intensa vita interiore, abbandonatevi con fiducia incrollabile nelle mani di Dio, “gettate in lui ogni vostra preoccupazione, perché egli ha cura di voi” (1 Pt 5, 7).

Non fatevi scoraggiare dalle difficoltà che potete incontrare nel tentativo di stabilire una collaborazione più soddisfacente con quanti operano a vari livelli nelle strutture dell’assistenza sanitaria. Continuate a cercare il dialogo e l’intesa con tutti, mosse da quella carità che, al dire dell’Apostolo, “non manca di rispetto, non cerca il suo interesse, non si adira, non tiene conto del male ricevuto, non gode dell’ingiustizia, ma si compiace della verità” (1 Cor 13, 5-6).

Sono lieto di sapervi impegnate anche nel servizio di catechesi sia all’interno dell’ospedale, con particolare attenzione verso il personale, sia nell’ambito della vicina parrocchia: Gesù conta su di voi, sulla testimonianza della vostra parola e del vostro esempio, per raggiungere tante persone che, pur nate in un Paese tradizionalmente cattolico, di lui sanno ben poco.

Avanti dunque, care sorelle, nel nome del Signore! Nell’invocare su di voi e sul vostro lavoro i favori di colui che ci apprestiamo ad accogliere con gioia rinnovata nel mistero della nascita verginale di Maria santissima, a tutte imparto la mia benedizione.

 

© Copyright 1988 - Libreria Editrice Vaticana

 



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