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DISCORSO DI GIOVANNI PAOLO  II
AI RAPPRESENTANTI DELL’ASSOCIAZIONE «LA LINGUA AMARA»

Sabato, 10 dicembre 1988

 

1. Sono felice di accogliere e salutare tutti voi, rappresentanti dell’Associazione “La Lingua Amara”, convenuti a Roma per un vostro raduno.

Mi congratulo con voi per aver voluto erigere questa Associazione di persone affette da balbuzie, ma che nella consapevolezza delle proprie potenzialità e responsabilità hanno deciso di occupare ugualmente il loro spazio nella società.

Anche la vostra presenza qui oggi è di per sé un gesto concreto del superamento di quelle remore che voi ben conoscete, dovute non solo alla vostra insicurezza, ma anche a fattori esterni, primo fra tutti la mancanza di una adeguata conoscenza del problema che induce di conseguenza ad atteggiamenti inadeguati sia chi ne è affetto sia la famiglia, la scuola, la società in genere.

2. Auspico che questo vostro Congresso Nazionale possa contribuire decisamente a far cadere certe barriere psicologiche in voi e negli altri in modo che vi sentiate sempre più liberi e sicuri di presentarvi socialmente come persone alla pari per dignità, così come è normale che sia. Immedesimandomi nei vostri disagi, nelle sofferenze e nelle tante frustrazioni, faccio voti che voi siate sempre apprezzati per quello che siete come persone di buona volontà e non siate invece valutati in modo riduttivo per le vostre esitazioni nel parlare.

So che molti di voi parlano ormai bene, sia per una conquista personale sia per l’aiuto esterno di appropriate tecniche psico-fonatorie applicate da esperti, che avendo sofferto essi stessi di balbuzie, hanno di questa condizione una conoscenza diretta. Per questo voglio congratularmi con tutti, ex-pazienti e professionisti. Voi siete un segno di speranza per quanti sono ora in cammino verso la meta e per quanti ancora soffrono in attesa di liberarsi dalle loro difficoltà espressive.

A questo proposito esprimo l’auspicio che sia prevista la libera scelta della terapia con il sostegno pubblico e che le autorità scolastiche provvedano a preparare le insegnanti delle scuole materne ed elementari per un intervento preventivo che risparmi a tanti bambini un futuro di sofferenze.

3. Si creino dunque le premesse a tutti i livelli per un pieno sviluppo delle vostre capacità; si deve poter contare sulla comprensione della famiglia e della società, per sentirvi aiutati, ascoltati e rispettati. Non si può prescindere da tutto ciò, se si vuole cambiare la mentalità e animare una cultura nuova che mette al centro l’uomo con le sue difficoltà e per definire ed organizzare provvedimenti e strumenti operativi.

Questo incontro col Papa dà ragione della vostra intraprendenza che rivoluziona il luogo comune del balbuziente timido, chiuso, nervoso, aggressivo, insomma incapace a muoversi nella varia e complessa rete dei rapporti sociali. E io sono ben lieto di prestare la mia voce, di unirla alla vostra per annunciare a nome di Cristo e con le sue stesse divine parole a chi ancora soffre per la sua insicurezza verbale ed emotiva: “Effeta! Apriti!” (Mc 7, 34). Ecco uno strumento: l’Associazione “La Lingua Amara”, che può immedesimarsi a pieno titolo con il dramma e le sofferenze, con le speranze, le lotte e le conquiste, che può alimentare il desiderio di apertura e di vita piena. Essa è - per tutto questo - motivo di speranza per la Chiesa e per la società, che hanno bisogno di uomini liberi e responsabili, capaci di concretizzare i loro progetti.

4. Le finalità della vostra Associazione, tesa a diffondere una cultura del rispetto e della solidarietà, sono nobili, per questo vi dico: andate avanti per la strada intrapresa; continuate con ardore; crescete come persone e come associazione consolidando così con entusiasmo e convinzione la vostra presenza e testimonianza.

Con la mia benedizione.

 

© Copyright 1988 - Libreria Editrice Vaticana

 



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