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DISCORSO DI GIOVANNI PAOLO II
AI DIRIGENTI, FUNZIONARI, RAPPRESENTANTI
DEGLI EQUIPAGGI E DEL PERSONALE DELL’ALITALIA

Venerdì, 23 dicembre 1988

 

Signor presidente, signori dirigenti e funzionari,
rappresentanti degli equipaggi e del personale dell’Alitalia!

È sempre un motivo di gioia per me incontrarvi. Le vostre persone, come potete ben immaginare, mi richiamano i frequenti viaggi che, seguendo un impegnativo e doveroso programma pastorale, posso compiere in tante parti del mondo. A tali ricordi si accosta il desiderio ed il dovere di manifestare a tutti voi ed all’intera Compagnia aerea che rappresentate, la mia riconoscenza, unita al desiderio di ricambiare in qualche modo la vostra ospitalità, le attenzioni che mi usate, i molteplici segni di riguardo e di affetto che sempre riscontro in tutti voi.

Il mio saluto riconoscente, quindi, a tutta la grande famiglia dell’Alitalia, ed in particolare al suo nuovo presidente, il dottor Carlo Verri, ed ai collaboratori che oggi qui lo accompagnano.

Non posso dimenticare quanto deve alla premura della vostra organizzazione il mio pastorale desiderio di incontrare comunità cristiane, fedeli e pastori di regioni lontane da Roma, per recare loro il conforto di una visita, il servizio della parola e dell’Eucaristia, la testimonianza dell’unità e della fraternità, il sostegno e l’incoraggiamento nelle situazioni in cui versano. Tutto questo appartiene al mio ministero di successore di Pietro, poiché a me spetta il compito di raccogliere e tradurre nel tempo moderno l’invito del Salvatore di “confermare i fratelli” (Lc 22, 32) nel cammino di fede.

Desidero quindi rinnovare ancora una volta i sentimenti del mio compiacimento e della sincera ed aperta riconoscenza, assicurandovi un ricordo nella preghiera.

Mi è poi gradito rivolgervi una parola di speciale augurio in questo tempo, così vicino alle festività natalizie. Già il clima delle prossime solennità è entrato nell’animo di tutti, e con fede ci prepariamo a rivivere il mistero della nascita di Cristo. Siamo quasi condotti dalle circostanze a fissare lo sguardo sul presepio, per riconoscere nel Bambino Gesù il dono che Dio fa di se stesso all’umanità, inviando a noi il suo Figlio. In lui troviamo speranza, poiché egli è il segno di un’amicizia, di un amore senza fine, di un affetto indescrivibile del Padre verso ciascun uomo. Sappiamo che in Cristo tutte le promesse e le speranze trovano il loro pieno compimento, perché in lui ogni parola di Dio ha trovato il suo sì.

Questi pensieri di fede si accompagnino a quelli che spesso insorgono in voi quando, nel vostro lavoro, vi trovate a contatto con l’immensità del creato, con gli spazi infiniti del cielo, con le distanze sconfinate che velocemente superate dall’uno all’altro punto della terra. Voi spesso sentite impellente nell’animo l’interrogativo sull’origine del mondo, dell’uomo, della tecnica, dell’intelligenza che l’ha prodotta. Vi chiedete allora donde nascano tutte le cose che ammirate, e siete indotti a pensare proprio alla intelligenza infinita, alla bontà, alla perfezione del Creatore. Orbene, il Natale vi dice che il Figlio di questo Dio onnipotente, nell’opera del quale è immersa la nostra vita, è nato a Betlemme nell’umiltà e nel nascondimento, per manifestare la bontà del Creatore, il suo amore per gli uomini, la salvezza che egli vuole donare loro con l’effusione di una misericordia infinita, che troverà poi nella croce il suo pieno compimento.

Siano questi i pensieri che vi accompagnano in questo tempo e nella vostra professione. Sappiamo tutti quanto essa esiga di ardimento, coraggio, prontezza di riflessi e di decisioni, quanto, altresì, essa vi affini nella responsabilità verso la vita vostra e di tante persone, sviluppando in voi un profondo senso della solidarietà. Auspico che tale complesso di qualità e di virtù sviluppi in voi anche una consapevole fiducia in Dio, nel suo amore e nella sua costante protezione.

Tale pensiero di fede vi doni sempre serenità, pace interiore e sicurezza, e cresca la vostra professione per meriti davanti a Dio.

Un augurio speciale rivolgo alle vostre famiglie qui presenti, che condividendo con voi gioie e preoccupazioni, seguono con affetto e con la preghiera le comuni intraprese, mentre di cuore imparto a tutti la mia benedizione apostolica.

 

© Copyright 1988 - Libreria Editrice Vaticana

 



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