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DISCORSO DI GIOVANNI PAOLO II
AI PROFESSORI E AGLI ALUNNI DELL’ISTITUTO CALASANZIO

Domenica, 24 gennaio 1988

 

Carissimi religiosi Scolopi,
Signori insegnanti e collaboratori di questa scuola,
Cari giovani e ragazzi!

1. In occasione della visita alla parrocchia di san Gabriele era opportuna una sosta qui, con voi e con le vostre famiglie, in questo Istituto, che celebra il suo quarantesimo anniversario di fondazione ed è l’erede dell’antica sede di “san Lorenzo in piscibus”, fondata fin dal 1619, agli inizi della Congregazione.

Saluto il Padre Generale e con lui saluto gli altri superiori dell’Ordine e i religiosi presenti. Il mio cordiale saluto si estende poi al collegio dei docenti, a tutti voi studenti e ai vostri familiari. Sono contento di trovarmi qui con voi nel ricordo di san Giuseppe Calasanzio, di cui vi è ben nota la predilezione per i giovani.

2. Sono lieto di costatare che l’Istituto, sorto anche con l’aiuto e per volontà del mio predecessore Pio XII, continua, sulla via tracciata dal Calasanzio, nella missione di formare anime giovanili anche in questa zona di Roma. La vostra è una comunità frequentata da numerosi alunni, mentre è noto che molte famiglie, cristiane e non, chiedono di affidare all’opera dei Padri Scolopi e dei loro collaboratori l’itinerario educativo dei propri figli, con una scelta che è significativa, perché dice fiducia nel metodo del Calasanzio, nell’opera e nella competenza delle scuole cattoliche da lui ideate, confermando il valido ruolo che esse svolgono per la formazione della personalità dei giovani e la loro preparazione alla vita. Mi compiaccio anche perché voi tenete sempre ben fermo il principio che le scuole calasanziane devono essere aperte a tutti, al fine di offrire anche a chi ha minori mezzi economici la garanzia di acquisire quel grado di cultura che gli è possibile, secondo le sue doti ed aspirazioni. Questa circostanza conferma un principio che, anche nel nostro tempo, appare di singolare importanza: la libertà della scuola.

3. Al servizio che vi offre la scuola cattolica corrisponde per voi, cari giovani, un impegnativo ma esaltante compito: essere capaci di operare, nella professione di domani, quali membra vive della Chiesa. Dovrete trovarvi inseriti nelle legittime autonomie della vita laicale, con la consapevolezza di essere presenti quali testimoni di Cristo, partecipi di una società che non sempre accetta il messaggio del Vangelo.

Proprio questa situazione sociale polivalente, e non di rado avversa, richiede che sappiate comprendere con chiarezza e purezza di coscienza il vostro ruolo e che ad esso vi prepariate raggiungendo qui, nella scuola, un peculiare rapporto con Cristo e con la Chiesa. La Chiesa chiede alla vostra scuola, educatori ed alunni, di prodigarsi in ogni modo per formare laici coscienti della loro vocazione e della loro missione. Sentitevi chiamati ad attuare quanto essa, sotto l’azione dello Spirito, va indicando in maniera sempre più precisa, adeguata e convincente circa la missione del laicato.

Con questi sentimenti e con tali speranze invoco per tutti voi la protezione della Madre di Dio, alla quale le Scuole Pie sono affidate, mentre a tutti, superiori, professori ed alunni, imparto la benedizione apostolica, estensibile alle rispettive famiglie ed all’intera comunità dei Padri Scolopi.

 

© Copyright 1988 - Libreria Editrice Vaticana

 



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