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DISCORSO DI GIOVANNI PAOLO II
ALLA PLENARIA DELLA PONTIFICIA COMMISSIONE
PER LE COMUNICAZIONI SOCIALI

Giovedì, 3 marzo 1988

 

Cari fratelli nell’episcopato,
fratelli e sorelle in Cristo,
“Il Signore sia con voi”.

1. Questo saluto è una parte familiare delle nostre celebrazioni liturgiche. In sè, è una bellissima preghiera che coloro cui la rivolgiamo siano ripieni dello Spirito di Dio e possano riflettere nella loro vita la grazia di Gesù Cristo.

Il saluto liturgico ci ricorda un altro saluto rivolto alla beata Vergine Maria dall’angelo Gabriele: “Ti saluto, o piena di grazia, il Signore è con te” (Lc 1, 28). Il saluto di Gabriele non fu una speranza piena di preghiera, ma il riconoscimento di un fatto: che il Signore era realmente con Maria.

In questo anno mariano, è giusto ricordare insieme con i membri, i consultori e lo staff della Pontificia Commissione per le Comunicazioni sociali durante la vostra assemblea plenaria annuale, che il patrono degli operatori delle comunicazioni sociali, l’arcangelo Gabriele portò a Maria uno dei più importanti annunci di tutti i tempi: la notizia che ella era stata scelta da Dio Padre per essere la Madre del suo Figlio.

Esaminiamo ora il contesto e il contenuto di questo messaggio per vedere che cosa dobbiamo imparare per il nostro lavoro nel campo delle comunicazioni sociali.

2. L’angelo disse: “Ti saluto, o piena di grazia!”. Con questa formula, egli riconobbe la dignità speciale di Maria che era stata benedetta da Dio in modo preferenziale. È vero che Maria soltanto ha avuto il privilegio di essere concepita senza il peccato originale e piena di grazia; è altrettanto vero che ogni essere umano è figlio di Dio con un destino unico e particolare. E allora i nostri mezzi di comunicazione e in realtà tutti i mezzi di comunicazione perché non dovrebbero riconoscere la dignità di ogni essere umano e il suo destino trascendente?

Nel nostro lavoro nel campo dei mass-media, ciò significa che noi dobbiamo senza tregua proclamare e difendere la dignità di ogni persona, in quanto figlio di Dio destinato alla vita eterna. Dobbiamo unirci a tutti gli uomini e le donne di buona volontà per difendere i diritti e la dignità di ogni essere umano: il diritto alla vita dal momento del concepimento fino alla morte naturale, il diritto a un’abitazione decorosa, all’istruzione e a un giusto salario per un lavoro soddisfacente, il diritto a praticare e professare apertamente il proprio credo religioso.

È però nel professare il nostro credo religioso che dobbiamo andare oltre il messaggio portato dagli altri uomini di buona volontà che non condividono la nostra fede, perché noi dobbiamo pubblicamente comunicare la Buona Novella di Gesù Cristo, nostro Signore e Salvatore. Tanto è sempre costato proclamare questo annuncio. Anche nell’infanzia di Gesù, Simeone parlò di lui come un “segno di contraddizione” (Lc 2, 34). Simeone disse similmente a Maria: “Anche a te una spada trafiggerà l’anima” (Lc 2, 35). Gli apostoli Pietro e Paolo pagarono con il martirio la loro proclamazione del messaggio di Gesù, e per questo diventarono modelli per migliaia di seguaci di Cristo attraverso i secoli, che hanno offerto la loro vita per testimoniare il Vangelo. Nel nostro secolo il beato Tito Brandsma ha dato la sua vita, come sacerdote e giornalista, in difesa dei diritti e della dignità di ogni persona e per testimoniare la sua fede in Gesù Cristo.

3. Come possono gli operatori cattolici nei mass-media imitare la beata Vergine Maria, gli apostoli e i martiri nel testimoniare la loro fede?

Per prima cosa, ogni operatore cattolico nei mass-media, come ogni membro della Chiesa, deve essere un modello di integrità personale. Ciascuno di noi deve proclamare il Vangelo nella vita quotidiana cercando di essere davvero “pieno di grazia”. Ogni operatore cattolico nei mezzi di comunicazione deve essere anche un modello di competenza professionale, perché senza di essa l’impatto può essere poco positivo nel mondo competitivo e impegnativo dei mass-media.

Secondo: ogni operatore cattolico nel mondo dei mass-media non deve aver paura nel presentare e difendere la verità, anche quando questa verità può essere impopolare in un particolare momento o in un particolare luogo. Il numero di bambini deliberatamente eliminati prima della nascita è uno scandalo terribile in un mondo che si dichiara civile. È uno scandalo che si può facilmente ignorare a meno che ci siano delle persone che lavorano nei media, che facciano conoscere questa tragedia che continua. La sofferenza e la morte di tanti innocenti per la violenza, la fame e le malattie sono anch’esse realtà che bisogna far conoscere attraverso i mezzi di comunicazione, così che i bisognosi possano essere aiutati. Il disprezzo persistente dei più elementari diritti dell’uomo, tra cui il diritto di professare e praticare pubblicamente la propria religione, è similmente un tema che merita di essere portato all’attenzione del mondo, così che la pressione della pubblica opinione possa aiutare a spezzare le catene dell’oppressione.

Terzo: i cattolici impegnati nei mass-media possono aiutare a raccontare le notizie del bene vissuto da milioni di persone nel mondo. L’amore pietoso della beata Vergine Maria nel far visita alla cugina Elisabetta nel momento del bisogno si riflette sempre di nuovo nella vita di quanti si occupano dei malati e dei morenti, che educano i poveri e gli handicappati, e che cercano di essere portatori di pace in un mondo travagliato. Ci sono tante storie interessanti, quante sono le persone eroiche ma umili nel mondo; e la loro vita di dedizione non rimarrà nascosta se ci saranno degli operatori dei media con l’immaginazione e la capacità per raccontare le loro storie a un mondo che ha bisogno di esempi di speranza ed eroismo.

4. Alla fine di quest’anno, sarà il 25° anniversario del fondamentale documento del Concilio Vaticano II “Inter Mirifica”. I mezzi di comunicazione vengono annoverati tra le meraviglie della tecnologia che Dio ha destinato alla scoperta della genialità umana. I media hanno il mirabile potere di unire i popoli del mondo. I media possono essere portatori della Buona Novella di Gesù Cristo, come l’angelo Gabriele a Maria, e possono proclamare questo messaggio non a una sola persona ma alle moltitudini. Il potere dei mass-media è indubbiamente molto grande, e da noi dipende garantire che siano sempre strumenti al servizio della verità, della giustizia e della moralità.

Questa è davvero una sfida. Ma l’angelo Gabriele disse anche a Maria: “Il Signore è con te” (Lc 1, 28). Noi abbiamo l’assicurazione della presenza e dell’aiuto continuo di Gesù Cristo in tutto quello che facciamo per comunicare la sua verità e il suo amore, in tutto quello che facciamo insieme con la sua beata Madre per proclamare la grandezza del Signore.

Come segno di questo permanente aiuto del Signore e invocando l’intercessione della sua Vergine Madre, imparto di cuore la mia apostolica benedizione a voi, ai vostri cari e a tutti quelli impegnati con voi in questo importante lavoro nei mezzi di comunicazione sociale.

 

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