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DISCORSO DI GIOVANNI PAOLO II AI RESPONSABILI
DELL
’«UNIONE IBEROAMERICANA DEI PADRI DI FAMIGLIA»

Giovedì, 17 marzo 1988

 

Carissimi fratelli e sorelle!

Sono lieto di questo incontro con voi, membri fondatori della Unione Iberoamericana dei Padri di Famiglia, costituita a Madrid recentemente, e che attualmente è formata da omonime associazioni dell’Argentina, della Spagna, Messico, Portogallo e Uruguay.

Questa realtà è nata per promuovere e attuare i valori permanenti della famiglia, in particolare nella sua funzione educativa. Nello stesso tempo, dato il suo carattere sovranazionale, essa punta a un dialogo con gli organismi internazionali e con gli Stati a cui appartengono le associazioni membre, per proteggere i valori di questa istituzione naturale - la famiglia - per il bene di ogni persona e della stessa società.

La vostra organizzazione, che è nata per iniziativa di numerose realtà cattoliche, e anche con il beneplacito di varie conferenze episcopali, è vista con favore da parte della Santa Sede.

La Chiesa, fedele al mandato ricevuto di diffondere la buona novella a tutte le genti, mentre reclama per sé la piena libertà religiosa nell’esercizio della sua missione evangelizzatrice, vuole evidenziare il suo compito specifico nell’educazione integrale di ogni uomo. Ma nello stesso tempo, nella sua azione pastorale, promuove e appoggia le diverse associazioni costituite dai cristiani, padri di famiglia e padri di studenti, che, in quanto cittadini responsabili, desiderano diffondere nella società i principi evangelici e veder riconosciuti i loro diritti legittimi a esprimere la propria fede cristiana, specialmente nel campo educativo.

Il pubblico potere, riconoscendo il diritto-dovere dei genitori all’educazione dei propri figli, deve favorire, senza discriminazioni, la libertà effettiva di educazione perché la scuola, come un prolungamento della famiglia, faccia maturare negli studenti i valori fondamentali. Disgraziatamente, abbastanza di frequente la libertà di educazione si trova di fatto limitata dal momento che, per difficoltà economiche o ideologiche, molte famiglie non possono scegliere per i propri figli un orientamento formativo che sia in accordo con le loro convinzioni religiose.

La scuola è uno strumento adeguato per lo sviluppo sistematico delle facoltà intellettuali della persona, per la maturazione della capacità di giudizio, e anche per la promozione dei valori umani e spirituali. Per questo, a questo centro dinamico della società - la scuola - sono chiamati a partecipare, con piena responsabilità e secondo la propria competenza, le famiglie, i professori e le associazioni.

Auspico, in questa occasione, che l’Unione Iberoamericana dei Padri di Famiglia incontri buona accoglienza ovunque e nello stesso tempo aiuti a proclamare che “la famiglia costituisce, più che una unità giuridica, sociale ed economica, una comunità di amore e di solidarietà, insostituibile per l’insegnamento e la trasmissione dei valori culturali, etici, sociali, spirituali e religiosi, fondamentali per lo sviluppo e il benessere dei suoi componenti e di tutta la società” (“Carta de los derechos de la familia”).

Grato per la vostra visita, imparto a voi, come anche alle altre associazioni che aderiscono alla vostra, la mia benedizione apostolica, foriera di copiose grazie per la società presente e soprattutto per i vostri figli.

 

© Copyright 1988 - Libreria Editrice Vaticana

 



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