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DISCORSO DI GIOVANNI PAOLO II AI MEMBRI
DEL CONSIGLIO DELL
’UNIONE MONDIALE INSEGNANTI CATTOLICI

Lunedì, 3 aprile 1989

 

Signor presidente, signore e signori,
Membri del consiglio dell’unione mondiale insegnanti cattolici.

Dopo il rinnovo del vostro consiglio l’estate scorsa, avete voluto organizzare la sua prima riunione nel centro della Chiesa, con il vivo desiderio di ricevere l’incoraggiamento del successore di Pietro. Mi congratulo per questa iniziativa e vi ringrazio della vostra cortese e gradita visita.

Voi siete profondamente convinti dell’importanza di mantenere e sviluppare le scuole cattoliche. Ho già avuto molte occasioni di ricordarlo, ma una volta di più desidero evidenziare le risorse specifiche dell’insegnamento cattolico, rigorosamente fedele al suo progetto educativo, per lo sviluppo della personalità dei giovani. Non solo la cultura umanistica mira a impregnare la loro intelligenza e la loro sensibilità, a provare e formare la loro libertà, ma il riferimento esplicito a Cristo insegna ai giovani a discernere i valori in grado di costruire la loro autentica personalità e i contro-valori suscettibili di degradarla. I giovani di oggi, così ricchi di possibilità, sono in effetti sottoposti al bombardamento di correnti di idee fluttuanti e di costumi edonisti. Le aspirazioni dei giovani alla verità, alla giustizia, alla responsabilità, all’amore, alla felicità - soprattutto quando degli educatori autentici sanno risvegliarle - hanno bisogno di essere saldamente fondate sui valori superiori e permanenti, raccolti in modo mirabile nella persona e nel messaggio dell’uomo-Dio. Sì, quando la scuola cattolica sa dire al mondo dei giovani che Cristo non è venuto per limitare la loro esistenza ma per liberarla, allora essi diventano capaci di ascoltare e vivere questa buona Novella. E allora la loro personalità umana e cristiana si sviluppa meravigliosamente.

Desidero ricordare uno dei punti fondamentali della dichiarazione del Concilio Vaticano II sull’educazione cristiana: “Da parte loro gli insegnanti ricordino che dipende essenzialmente da essi, se la scuola cattolica riesce a realizzare i suoi scopi e le sue iniziative . . . Stretti tra loro e con gli alunni dal vincolo della carità e ricchi di spirito apostolico, essi devono dare testimonianza sia con la vita sia con la dottrina all’unico Maestro, che è Cristo” (Gravissimum Educationis, 8). Il vostro consiglio e i vostri gruppi in tutto il mondo veglino, con tenacia e spirito di fede, sull’impegno di insegnanti profondamente cristiani! Si sa che le scuole cattoliche trovano delle difficoltà a mettere in atto il loro progetto educativo per carenze di vario genere o per la neutralità religiosa di certi membri del corpo insegnante. Ovunque, l’insegnamento cattolico ha bisogno di religiosi e di religiose impegnati nel loro compito educativo, e anche di insegnanti laici in grado di testimoniare la loro fede in mezzo ai giovani. La Chiesa conta sul dinamismo e la saggezza della vostra unione mondiale per mantenere e migliorare la specificità delle scuole cattoliche.

Invoco di tutto cuore sul vostro consiglio e tutte le comunità educative cattoliche del mondo intero abbondanti grazie divine di luce, coraggio e speranza.

 

© Copyright 1989 - Libreria Editrice Vaticana

 



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