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DISCORSO DI GIOVANNI PAOLO II
AI VESCOVI DELL

INDIA
IN VISITA
«AD LIMINA APOSTOLORUM»

Giovedì, 6 aprile 1989

 

Cari fratelli Vescovi.

1. Il primo febbraio 1986 ho avuto il privilegio di incontrare tutti i Vescovi dell’India a New Delhi e di parlarvi sul nostro comune ministero di servitori del Vangelo del nostro Signore e salvatore Gesù Cristo. La mia visita al “santuario del Popolo di Dio” nel vostro Paese ci ha consentito di manifestare in modo visibile e concreto i vincoli che ci uniscono nella Chiesa, in quella che ho chiamato “un’ora di comunione ecclesiale”. In tutti i nostri incontri mi sono sforzato di esercitare il ministero di Pietro: confermarvi nella fede nel difficile ministero apostolico. Da voi ho ricevuto la testimonianza del pellegrinaggio della Chiesa di fedeltà e servizio nell’impegno quotidiano per manifestare l’amore di Dio nel contesto del vostro Paese e le sue necessità.

Ecco ora i Vescovi dell’India a Roma per la loro visita “ad limina”. In questo primo gruppo saluto i Pastori di rito latino delle province di Agra, Bhopal e Delhi. In voi abbraccio i sacerdoti, i religiosi e i laici di ciascuna delle vostre diocesi e invoco la pace di Dio su ciascuna Chiesa particolare. Nelle nostre conversazioni private mi avete parlato delle speranze e delle sofferenze delle vostre comunità, dei “frutti del Vangelo” che vedete nascere nelle vostre regioni, delle limitazioni imposte al vostro ministero e delle difficoltà che incontrate, del modo in cui voi e i vostri collaboratori cercate di portare avanti il compito pastorale ed apostolico a voi affidato.

2. Il tema fondamentale di ogni visita “ad Limina” è la Chiesa, il grande sacramento che è segno e strumento della nostra unione con Dio e dell’unità di tutto il genere umano (cf. Lumen Gentium, 1). Parlando con i Vescovi dell’India desidero affrontare diversi aspetti di questa meravigliosa realtà che riempie la nostra vita e ispira ogni nostro sforzo. Oggi accennerò brevemente ad alcuni concetti fondamentali che sono alla base della nostra comprensione della Chiesa e del nostro stesso ruolo di Vescovi. In seguito, incontrando altri gruppi di Vescovi indiani, specificherò taluni aspetti della missione della Chiesa.

3. Gesù Cristo diede inizio alla Chiesa predicando la buona Novella dell’avvento del Regno di Dio, promesso per secoli nelle Scritture: “Il tempo è compiuto e il Regno di Dio è vicino; convertitevi e credete al Vangelo” (Mc 1, 15; cf. Lumen Gentium, 5). Il mistero pasquale della sua Passione, morte e Risurrezione, che abbiamo di recente celebrato e che viene costantemente ri-attuato nell’Eucaristia, è la sorgente della forza della Chiesa nel proclamare e fondare il Regno tra tutti i popoli. Il Concilio infatti insegna che la Chiesa “di questo Regno costituisce in terra il germe e l’inizio. Intanto, mentre va lentamente crescendo, anela al Regno perfetto, e con tutte le sue forze spera e brama di unirsi col suo Re nella gloria” (Lumen Gentium, 5).

Il Regno è inseparabile dalla Chiesa, perché entrambi sono inseparabili dalla persona e dall’opera di Gesù stesso. Egli fondò la Chiesa come rivelazione e strumento del Regno. Non è quindi possibile separare la Chiesa dal Regno come se la prima appartenesse esclusivamente all’ambito imperfetto della storia, mentre il secondo sarebbe il perfetto compimento escatologico del disegno divino della salvezza. E neppure si può considerare il Regno come una realtà spirituale o puramente interiore, in contrasto con la Chiesa considerata come una realizzazione storica e sociale dell’intenzione di Gesù di creare una comunità di fede e di salvezza. Di conseguenza, non è possibile relativizzare il ruolo della Chiesa nel portare tutti all’unità con Cristo.

Il Regno infatti deve essere cercato qui e ora, nel mistero della Chiesa la quale “per virtù di Dio cresce visibilmente nel mondo”, fino a raggiungere il suo glorioso compimento quando tutti i giusti “saranno riuniti presso al Padre nella Chiesa universale” (cf. Lumen Gentium, 2. 3).

4. La Chiesa è un mistero nel senso biblico del termine: una realtà salvifica trascendente resa manifesta in modo visibile. Secondo l’insegnamento del Concilio, la Chiesa è una realtà divino-umana, analoga al mistero del Verbo incarnato (cf. Lumen Gentium, 8). Il Corpo mistico di Cristo e la struttura visibile del Popolo dei fedeli di Dio formano una sola complessa realtà, “complexam realitatem” (cf. Lumen Gentium, 8), la Chiesa una, santa, cattolica e apostolica di cui siamo ministri e apostoli.

In ciascuna Chiesa particolare, il mistero dell’amore eterno di Dio che si comunica attraverso il Figlio nello Spirito Santo si rende presente nell’assemblea dei fedeli attraverso la grazia conferita dai sacramenti, specialmente l’Eucaristia, e attraverso la carità che anima la vita e il lavoro della comunità. In India, la Chiesa manifesta l’amore di Dio specialmente attraverso le sue molte attività religiose e sociali e attraverso la gioiosa testimonianza dei suoi membri nella loro vita di ogni giorno. Parte importante del vostro compito di Pastori è ricordare alla comunità ecclesiale che, se il ministero e il servizio devono dare frutti per la potenza dello Spirito, tutti sono chiamati a testimoniare l’umiltà e l’abnegazione, a rivolgere una attenzione speciale ai deboli e ai poveri, e a percorrere la via della penitenza e del rinnovamento (cf. Lumen Gentium, 8).

5. La Chiesa ovunque, ma specialmente in India, può dare una testimonianza efficace solo se è presente in umile servizio ai bisognosi. In questo essa segue l’esempio e l’insegnamento del suo divino Maestro, che “non e venuto per essere servito ma per servire” (Mt 20, 28). Tutto il suo stile di vita deve essere contrassegnato dallo stesso amore che mosse Gesù a compassione del suo popolo (cf. Mt 9, 36), dall’amore che lo spinse a dare la sua vita per la nostra salvezza (cf. Gv 10, 15). Nell’annunciare la parola di verità e amore, la Chiesa cerca il bene globale e lo sviluppo di tutti gli individui. Ma la sua missione evangelizzatrice non deve essere mai la ricerca di un mero vantaggio materiale. Nel rispondere al mandato di Cristo di andare in tutte le nazioni, lo fa con rispetto e amore, ma anche con la piena consapevolezza del valore unico e dell’importanza del messaggio da lei portato.

Tenendo fisso lo sguardo al prossimo importante evento del nuovo millennio cristiano, la Chiesa è chiamata a un rinnovato sforzo di proclamare la buona Novella della salvezza agli uomini e alle donne del nostro tempo. La Chiesa dell’India può guardare all’esempio della schiera di ardenti araldi del Vangelo che hanno gettato i semi di quelle che sono oggi le vostre Chiese locali “ricche di forze proprie e di una propria maturità” (Ad Gentes, 6). I più famosi predicatori della buona Novella sono stati san Tommaso apostolo, san Francesco Saverio e san Giovanni di Britto, e alla loro intercessione affido voi e il vostro ministero.

So che nella vostra parte dell’India c’è attualmente una grande instabilità profondamente radicata nelle differenze etniche e religiose e sociali. Tutta la Nazione è impegnata nella lotta contro situazioni di grave povertà, disoccupazione, e spesso mancanza di salvaguardia dei diritti delle donne e dei bambini. La comunità cattolica è una piccola minoranza diffusa in una vasta area e spesso soggetta a serie difficoltà di diverso genere. Queste circostanze sono una sfida che invita a un impegno pieno di dedizione e a un ripensamento del rapporto tra l’evangelizzazione e il ministero.

6. I laici, secondo il loro ruolo specifico nella Chiesa, delineato nella recente esortazione apostolica post-sinodale Christifideles Laici, devono essere spinti e aiutati a compiere la loro parte nel lavoro di evangelizzazione e servizio nello spirito del Vangelo. “Situazioni nuove, sia ecclesiali sia sociali, economiche, politiche e culturali, reclamano oggi, con una forza del tutto particolare, l’azione dei fedeli laici” (Christifideles Laici, 3). Anche i giovani dovrebbero essere incoraggiati a donare i loro talenti e il loro tempo, ad esempio in un programma di volontariato per periodi determinati come “apostoli” tra i loro coetanei e il loro “mondo”. Desidero anche incoraggiarvi in tutto quello che fate per promuovere i gruppi di preghiera, l’apostolato biblico e la diffusione della dottrina cristiana attraverso la stampa e i moderni mezzi di comunicazione.

7. Un aspetto particolarmente urgente del servizio della Chiesa è la presenza dei laici “all’insegna del coraggio e della creatività intellettuale, nei posti privilegiati della cultura, quali sono il mondo della scuola e dell’università, degli ambienti della ricerca scientifica e tecnica, i luoghi della creazione artistica e della riflessione umanistica” (Christifideles Laici, 44). La Chiesa dell’India è già molto presente nella società attraverso le sue realtà educative ed è realmente stimata dai non cristiani per il suo contributo in questo campo, tanto che essi pure spesso usufruiscono delle sue istituzioni. La comunità ecclesiale non può che fare ogni sforzo possibile per assicurare che l’educazione cattolica trasmetta e promuova verità e valori in armonia con il messaggio di salvezza e prepari la gente ad evitare di cadere vittima dell’egoismo. So che l’educazione dei poveri è sempre stata una priorità e parte del successo delle scuole cattoliche in India, e che sempre nuovi sforzi vengono fatti in questa direzione. L’opzione per i poveri richiede una speciale generosità, ma è davvero una necessaria applicazione dell’insegnamento della Chiesa in materia di giustizia sociale.

Mentre i Pastori della Chiesa hanno un ruolo speciale da svolgere nell’assicurare che gli obiettivi delle istituzioni cattoliche siano conformi alla dottrina della Chiesa e lo spirito di servizio proclamato nel Vangelo, la dedizione responsabile di tanti religiosi e laici dà un reale spessore di testimonianza e servizio all’apostolato della Chiesa nella società. A tutti loro invio un cordiale saluto e un invito a vedere sempre il loro impegno come un contributo valido e necessario all’avvento e alla manifestazione del Regno di Dio. Facendo risplendere la loro luce davanti ai contemporanei, essi danno testimonianza a Cristo, vera luce delle nazioni.

Cari fratelli Vescovi: nell’amore del Signore risorto rinnovo l’espressione di gratitudine rivolta a tutti i Vescovi dell’India in occasione della mia visita, la mia gratitudine per la vostra proclamazione dell’amore redentivo di Dio. Su voi e i vostri collaboratori, specialmente i sacerdoti, invoco da Dio abbondanti doni di fede, speranza e carità, di forza e perseveranza nel ministero a voi affidato per la salvezza dei nostri fratelli e sorelle.

Maria, madre del Redentore, la cui fedele presenza in mezzo agli apostoli sostenne la prima comunità cristiana (cf. At 2, 14), interceda per le necessità della Chiesa nelle province ecclesiastiche di Agra, Bhopal e Delhi.

La grazia del Signore Gesù Cristo sia con tutti voi (cf. Ap 22, 2).

 

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