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DISCORSO DI GIOVANNI PAOLO II AGLI ALUNNI
DELLA SCUOLA MEDIA «DON BOSCO» DI TORINO-VALDOCCO

Lunedì, 23 aprile 1990

 

1. Vi accolgo con gioia e vi saluto con affetto, carissimi ragazzi della scuola media “Don Bosco” di Torino, venuti in pellegrinaggio a Roma, presso le tombe degli apostoli, primi intrepidi testimoni del Vangelo.

Sono particolarmente contento di incontrarvi e di accogliervi qui, nel Palazzo Apostolico. Mi è data, così, l’occasione di ricambiare la vostra cortesia e di esprimervi viva riconoscenza per la vostra generosità. Voi, infatti, l’estate scorsa, abbreviando il tempo del vostro soggiorno alpino, avete posto a mia disposizione la vostra residenza estiva di Les Combes, sulle montagne della Val d’Aosta. Ho apprezzato il vostro gesto e ve ne sono ancora una volta profondamente grato.

2. Il periodo liturgico, nel quale ci troviamo, che prolunga la luce spirituale della Pasqua, offre a tutti l’opportunità di sperimentare concretamente che nella morte e risurrezione di Cristo, come ricorda l’apostolo Pietro, “siamo stati rigenerati per una speranza viva, per un’eredità che non si corrompe, non si macchia e non marcisce” (1 Pt 1, 3).

In questa città, visitando gli innumerevoli monumenti carichi di arte e di spiritualità, vi è possibile verificare con quanta forza la vena feconda della santità, sgorgata dal Vangelo, ha irrorato l’esistenza dei credenti lungo tutti i secoli, suscitando apostoli, martiri e anime interamente consacrate alla causa del regno di Dio.

Vi auguro con tutto il cuore che questo soggiorno romano possa consolidare anche in voi il desiderio di donarvi al Signore, di amarlo con tutte le energie, di consacrare a lui il vostro avvenire e di diventare suoi discepoli coraggiosi ed entusiasti.

Auspico anche che le strade della vostra adolescenza si incontrino in modo serio con il divino Maestro e che la giovinezza - come ricordavo nella lettera apostolica in occasione dell’Anno Internazionale della gioventù, nel 1985 - vi fornisca una robusta base di sani principi, così che la vostra coscienza raggiunga già in questi anni quella trasparenza matura che poi permetterà a ciascuno di voi di rimanere sempre “persona di coscienza”, “persona di principi”, “persona di fiducia”, cioè credibile.

3. Carissimi ragazzi, voi venite da Valdocco, culla di tutta l’opera di san Giovanni Bosco, infaticabile apostolo dei giovani. Alla sua scuola, seguendo la scia luminosa tracciata dalla sua santità e dal suo genio umano, anche voi vi preparate a fare delle vostre persone un dono senza riserve a Dio per il bene dell’umanità, e soprattutto dei vostri coetanei.

Invocatelo spesso nella preghiera, affidate alla sua intercessione i vostri propositi, imitatene le virtù: siate figli degni di un così generoso Padre. Egli, come soleva ripetere, non ha altra mira che di procurare il vostro vantaggio morale, intellettuale e fisico. “Per voi giovani - diceva don Bosco - studio, per voi lavoro, per voi vivo e per voi sono disposto anche a dare la vita”. Abbiate davanti ai vostri occhi anche l’esempio di san Domenico Savio, il quale trascorse la sua giovinezza alla scuola del vostro stesso santo Maestro, proprio là dove ora voi vi trovate. Scelse la strada ardua e appassionante della santità con la semplicità di chi tutto spera dall’alto e con l’entusiasmo di chi vuol vivere la sua esistenza in pienezza. Possa egli aiutarvi nelle decisioni importanti che andate maturando in questo periodo di crescita fisica e spirituale.

Ma soprattutto vi raccomando di essere sempre molto devoti della Madonna, Vergine Ausiliatrice, che veglierà su ciascuno di voi e vi aiuterà a conseguire la statura di uomini nuovi per un mondo rinnovato dal fermento del Vangelo. Vi benedico tutti, insieme ai sacerdoti vostri formatori e alle vostre famiglie.

 

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