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VISITA PASTORALE A BENEVENTO

INCONTRO DI GIOVANNI PAOLO II
CON LA CITTADINANZA DI BENEVENTO SUL PIAZZALE
DEL SANTUARIO DELLA MADONNA DELLE GRAZIE

Benevento - Lunedì, 2 luglio 1990

 

Signor ministro, signor sindaco, fratelli e sorelle, Beneventani tutti!

1. Oggi la città di Benevento celebra la Festa della Madonna delle Grazie. Sono lieto di essere qui con voi, per unirmi alla vostra esultanza nel rendere grazie a colei che ha dato al mondo Gesù, nostro Salvatore. Nel nome santo di Maria, dunque, desidero avviare questa visita, che mi auguro possa suscitare generosi propositi di bene in quanti guardano a lei con fiducia e amore di figli.

Ringrazio il signor sindaco per il caloroso indirizzo di omaggio che ha voluto rivolgermi a nome dell’intera popolazione. Ringrazio pure il signor ministro, che mi ha gentilmente recato il benvenuto del Governo italiano. Ringrazio, infine, e saluto tutti voi, cittadini residenti nel capoluogo, e voi, fratelli e sorelle convenuti anche da altre diocesi della metropolia. Il reciproco desiderio di questo incontro oggi finalmente si attua. Vengo tra voi come pastore universale della Chiesa, come successore di Pietro, che ha il compito specifico di confermare tutti i fratelli nella fede.

Benevento! È città legata per secoli al papato da molteplici vincoli di carattere religioso e civile, che affondano le radici nella storia. Dall’alto ho potuto ammirare la verde conca in cui sorge la vostra bella città, circondata da monti e da boschi. All’interno della Regione campana, nel cuore del Sannio storico, Benevento, lungi dal chiudersi in se stessa, è rimasta sempre aperta e disponibile ai contatti con le altre popolazioni della penisola e anche con le genti al di là del mare: la grande via romana - la “regina viarum” - che passava da qui, apriva le porte verso l’Oriente. Città di duchi e di signori, con i suoi monumenti essa ricorda la grandezza civile e religiosa che l’ha distinta nei secoli.

Il suo è un nome augurale, che le fu dato dalla Roma pagana in sostituzione di “Maleventum”; ma il vigore più vero le è venuto dalla nuova Roma, quella cristiana, che le ha trasmesso la “buona novella” del Vangelo. Città di Benevento, io auspico che il tuo passato di rinomanza civile e di impegno religioso divenga ancora, per quanti oggi ti abitano, forza propulsiva per costruire un avvenire di autentico progresso!

2. La fede nel Salvatore Gesù, carissimi fratelli e sorelle, vi è giunta fin dagli albori dell’evangelizzazione in Italia, dando vita in questa vostra terra ad un fervente nucleo cristiano. Come non ricordare che il primo vescovo storicamente accertato della vostra città fu un santo conosciuto in tutto il mondo, quel san Gennaro, principale protettore di Napoli, che versò il sangue nel corso della tremenda persecuzione di Diocleziano? Accanto a lui e dopo di lui altri martiri e santi vennero a illustrare con la loro vita questa terra generosa.

Nel corso del medioevo Benevento fu per mezzo millennio capitale di un ducato. Fu soprattutto con Arechi I che il processo di evangelizzazione acquistò forza e si estese in breve tempo nel territorio circostante. Sorsero allora le grandi opere sacre: la bella cattedrale, dedicata alla Vergine Regina, l’abbazia benedettina con la chiesa di Santa Sofia e l’artistico chiostro, le numerose chiese e cappelle che ancor oggi s’incontrano nei vari rioni. La diocesi salì al grado di metropolia, e i legami col papato divennero così stretti che furono gli stessi beneventani a giurare fedeltà alla Chiesa e al pontefice. Fu così che per alcuni secoli Benevento fece parte integrante dello Stato Pontificio.

3. Questa vostra terra ha dato i natali a tre Papi. Il primo, san Felice IV, visse nel VI secolo, il secolo della grande fioritura benedettina. Ci fu poi, verso la fine del secolo XI, l’abate di Montecassino Desiderio, nato a Benevento, che divenne papa col nome di Vittore III ed è venerato col titolo di beato. Un secolo dopo, un altro beneventano, Alberto de Morra, giunse al soglio pontificio assumendo il nome di Gregorio VIII; il suo fu uno dei pontificati più brevi. Ma tra i figli illustri di Benevento non posso non ricordare anche prelati come mons. Gioacchino Pedicini, esimio sacerdote e maestro di vita sacerdotale e laicale e famosi cardinali, tra i quali il card. Pietro Parente, insigne teologo e fedele servitore della Chiesa, e il carissimo card. Giuseppe Caprio, che è qui presente con noi. Approfitto di questa circostanza per ringraziare il vostro concittadino, il card. Caprio, per tutto ciò che ha fatto nei diversi uffici e nei diversi ministeri della Chiesa universale e della Santa Sede, specialmente durante i quasi dodici anni del mio ministero petrino, essendo egli sempre stato vicino al Papa, facendo il suo dovere con quel sorriso che lo distingue e in cui forse troviamo qualcosa del genio beneventano che è proprio della vostra città e della vostra terra.

4. Cari fratelli e sorelle, queste memorie non debbono restare per voi semplici glorie del passato, ma essere come uno stimolo per il presente e per l’avvenire. Nulla di serio e di duraturo si può costruire, senza tener conto delle concrete lezioni di vita vissuta che ci vengono dall’esperienza di coloro che ci hanno preceduto.

Beneventani, io vi invito caldamente a trarre ispirazione dal ricco patrimonio della vostra storia civile e religiosa per ricavarne opportune indicazioni per il vostro impegno di uomini e di cristiani. Confortati dalle testimonianze di coerenza dei vostri avi, voi potrete proiettarvi in avanti e spingere il vostro sguardo lontano.

Su questa vostra terra si è fatto sentire più volte il terremoto - e vidi anch’io gli effetti disastrosi di quello di dieci anni fa - e anche il flagello della guerra vi è passato a diverse riprese nel corso dei secoli. Perfino nella struttura del vostro antichissimo duomo l’ultimo conflitto ha lasciato il segno. Ma oggi esso è risorto, insieme con la città, ed è merito vostro, cari cittadini e fedeli! Perciò vi dico: Non arrendetevi mai, non incrociate le braccia, perché l’opera di ricostruzione non è finita. Essa deve ricominciare a ogni nuova generazione.

5. Oggi nel mondo, e specialmente nel nostro Occidente, si avverte la necessità di “riedificare” nelle sue componenti essenziali una civiltà veramente degna dell’uomo. Le sperequazioni economiche, che ancora sussistono e a volte s’aggravano, sono un sintomo di carenze più profonde che toccano l’ambito spirituale. Ideologie materialistiche, da una parte, e permissivismo morale, dall’altra, hanno indotto molti a credere nella possibilità di costruire una società nuova e migliore escludendo Dio ed eliminando ogni riferimento ai valori trascendenti. L’esperienza, però, fa toccare con mano che, senza Dio, la società si disumanizza e l’uomo viene privato della sua ricchezza più grande. Tanto più umano sarà il futuro del mondo quanto più vicini saranno gli uomini al loro Creatore e Redentore.

Nel solco delle vostre tradizioni, voi dovete saper dare una dimostrazione viva e concreta della fecondità di questa sintesi tra valori divini e umani. Il cristianesimo non mortifica l’uomo, ma ne esalta le virtualità più nobili, ponendole al servizio dell’autentico progresso del singolo e della comunità. In Cristo, vero uomo oltre che vero Dio, noi possiamo scoprire la verità piena su noi stessi e sul nostro destino.

Per questo, carissimi, vi raccomando di conservare intatta la fede nel Salvatore Gesù, morto e risorto per noi. Prestate ascolto al suo Vangelo, che la Chiesa continua a proporvi con immutata fedeltà alla tradizione delle origini. Educate i vostri figli alla pratica dei comandamenti, insegnando loro a chiedere a Dio il coraggio necessario per sfidare l’opinione dominante, quando questa è in contrasto col Vangelo. Non abbiate paura di andare controcorrente, testimoniando l’originalità di una fede che ha reso grande Benevento nei secoli. Il mondo di oggi ha bisogno come non mai della novità del Vangelo, per non affogare nel conformismo dilagante della civiltà di massa.

Vi assista nell’adempimento dei vostri compiti morali e religiosi colei che invocate fiduciosamente come “Madonna delle Grazie”. Nel suo nome di cuore benedico tutti i presenti, la vostra città e la vostra regione che oggi è in festa.

 

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