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VISITA PASTORALE AD IVREA

INCONTRO DI GIOVANNI PAOLO II
CON I GIOVANI DELLA DIOCESI DI IVREA

Piazza della Repubblica di Chivasso (Torino)
Solennità di San Giuseppe - Lunedì, 19 marzo 1990

 

Carissimi giovani della diocesi di Ivrea!

“La gioia del Signore è la vostra forza” (Ne 8, 10).

1. Ogni volta che mi è offerta l’opportunità di incontrare i giovani sperimento concretamente quanto sia affascinante, ancor oggi, accogliere il messaggio evangelico e viverlo nell’interezza delle sue esigenze. L’entusiasmo che anima la vostra testimonianza cristiana, assetata di coerenza tra fede professata e atteggiamenti vissuti, manifesta la perenne giovinezza della Chiesa, corpo vivo di Cristo, rinnovato costantemente dal suo Spirito di amore.

Sì, è vero, “la gioia del Signore è la vostra forza”! Sono lieto di questo festoso appuntamento con voi, rappresentanti di tutte le giovani energie della Diocesi. Vi ringrazio e vi saluto con affetto.

Il mio soggiorno in questa vostra regione è stato breve, ma sufficiente per cogliere le attese, le preoccupazioni, i progetti e le difficoltà che fanno parte della vostra esperienza quotidiana. Ho accolto la voce delle varie componenti del popolo di Dio, qui pellegrinante. Ho incontrato tanta gente. Con l’intera comunità ho celebrato l’Eucaristia “fonte e apice di tutta la vita cristiana” (Lumen gentium, 1). Ho partecipato, così, intimamente al cammino della vostra diocesi. E ora, prima di rientrare a Roma, vorrei affidare a voi, giovani, speranza della Chiesa e futuro dell’umanità, il compito particolare di costruire, col dono delle vostre esistenze, il domani del cristianesimo in questa terra. A voi ripeto quanto ho scritto nel messaggio per la Giornata mondiale della gioventù di quest’anno: “Mettete al servizio della Chiesa i vostri giovani talenti senza riserve, con la generosità propria della vostra età. Prendete il vostro posto nella Chiesa, che non è solo quello di destinatari di cura pastorale, ma soprattutto di protagonisti attivi della sua missione”.

Sì, “la Chiesa è vostra, anzi voi stessi siete la Chiesa!”. Vi ringrazio, ragazzi e ragazze di Ivrea, per quanto mi avete detto attraverso i vostri rappresentanti. Voi siete assetati di verità e alla ricerca di una seria formazione cristiana. Non vi accontentate di un attivismo povero di motivazioni, ma volete integrare armonicamente in voi la fede e la vita. In questa prospettiva avete ricordato la testimonianza commovente ed eroica del vostro giovane conterraneo Gino Pistoni, al cui esempio intendete ispirarvi senza paura d’impegnare l’esistenza sui “valori forti”, al seguito di “ideali puri e nobili”.

2. Permettetemi allora, prima di separarci, che io vi affidi alcune brevi riflessioni, in vista della quinta Giornata della Gioventù, che sarà celebrata in tutte le diocesi, la prossima domenica delle Palme. Riprendendo l’appello del Messaggio che vi ho indirizzato, ripeto a tutti voi: “Giovani, siate tralci vivi nella Chiesa!”. Guardandovi, il pensiero mi torna all’indimenticabile esperienza dello scorso mese di agosto, alla quale anche alcuni di voi hanno preso parte. È stato un evento ecclesiale di eccezionale portata, che ha visto migliaia di giovani di tutti i continenti testimoniare coralmente la fede viva della Chiesa, proclamare al mondo la speranza evangelica e condividere la gioia della fedeltà al Signore Gesù.

Ma perché tale grandiosa manifestazione di fede non resti solo un ricordo, sia pure esaltante, occorre far circolare lo spirito che l’ha preparata e che profondamente l’ha animata; occorre che il messaggio di salvezza là proclamato, possa giungere dappertutto, sin nei luoghi più remoti dell’universo. Spetta a voi, giovani credenti, compiere questa missione, dovunque vi troviate, con coerenza e generosità.

Giovani della diocesi d’Ivrea, siate tralci vivi nella Chiesa di Cristo! Il nostro tempo attende da voi un coraggioso anticonformismo: vivete abbandonati nelle mani di Dio e crescete nella sete della Verità e dell’Amore, senza rifiutare il sacrificio e il dono di voi stessi agli altri! Siate entusiasti della vostra Fede e “la gioia del Signore sia la vostra forza”! Giovani, Cristo vi aiuterà!

3. È vero, talora l’esistenza non è facile, costellata com’è d’interrogativi e di inquietudini. Di fronte ad avvenimenti che scuotono la coscienza e interpellano la fede, si avverte la difficoltà di offrire una risposta. Quando, ad esempio, i mass media portano all’attenzione dell’opinione pubblica mondiale il dramma della fame e della siccità in ampie regioni della terra, la morte di bambini innocenti per denutrizione e malattie, la cronaca di guerre interminabili che falciano innumerevoli vite umane, i dati dell’inquinamento ecologico che altera l’equilibrio ambientale, l’oppressione ingiusta dei deboli e l’apparente trionfo del male, ci si domanda dove si sia nascosto il volto amoroso di Dio. Ci si chiede perché tanti, senza loro colpa, siano vittime di calamità naturali o dell’egoismo dell’uomo.

Anche dentro di voi possono affacciarsi momenti bui e indecifrabili. Voi vi interrogate sul significato dell’esistenza, sul futuro dell’umanità e sul vostro personale avvenire. Riflettete sul mistero di Dio e sul mistero dell’uomo, senza riuscire a trovare attorno a voi risposte soddisfacenti. La tentazione dell’abbandono e dello scoraggiamento non è lontana. Il rischio è che vi adagiate nel conformismo di massa, cedendo al fascino dei paradisi artificiali della droga o al richiamo seducente di ideologie alienanti e spesso violente.

Ascoltate, giovani, nel silenzio del vostro cuore l’interrogativo che si fa preghiera implorante: “O Dio, chi sei tu per me? E io chi sono per te?”. E non abbiate paura: aprite il cuore alla fiducia. “Non abbiate paura - vi ho scritto nel Messaggio per la Giornata della Gioventù - perché servire Cristo e la sua Chiesa in modo totale è una vocazione stupenda e un dono magnifico. Cristo vi aiuterà”.

4. Vi aiuterà non solo a dare una risposta ai tanti perché, che si agitano dentro di voi, ma farà di voi stessi i suoi amici e i suoi apostoli. Se infatti è vero che il mondo di Dio e quello dell’uomo possono apparire tanto distanti, non dimenticate che in Gesù Cristo si è verificato l’incontro tra il Padre e l’umanità riconciliata. In lui, diventato nostro fratello, è possibile riscoprire la grandezza della nostra vocazione di uomini e la missione di costruttori di fraternità. Siamo chiamati ad amare la vita: Iddio è il Signore della vita e vuole che il credente gli renda gloria con la sua esistenza trasformata dalla sua gioia.

Giovani, chiamati ad amare la vita, condividete la passione che Iddio nutre per ogni uomo! Non temete la sofferenza e la croce, poiché il mistero pasquale non è estraneo al progetto di felicità che il Padre realizza nelle nostre esigenze! Siate anzi disposti a soffrire con lui e a collaborare alla salvezza del mondo attraverso anche le vostre sofferenze. Soprattutto fidatevi di lui. Non dimenticate mai che donare la vita e perderla per Gesù Cristo è scoprire l’Amore! Siate testimoni dell’Amore, vivete l’Amore! E Gesù vi aiuterà.

5. A scuola, nel lavoro, in famiglia, in parrocchia, ovunque siate, a voi, carissimi giovani, è affidata la missione di trasmettere la fede ai vostri coetanei, di testimoniare con coerenza tutte le esigenze del Vangelo e di condividere con chi è nel bisogno i talenti che il Signore vi ha donato.

Molti fra voi operano già attivamente nel servizio ai fratelli, nell’impegno catechistico e missionario, nel volontariato e nel servizio civile, nell’accoglienza agli ultimi e nella cura dei sofferenti. Vi esorto a proseguire in questa gara di generosità che, mentre vi porta a dare voi stessi al prossimo, vi arricchisce dell’amore di Dio e vi rende artefici di una nuova umanità.

Rendete ragione della speranza che vi anima e non sprecate la vita, inseguendo gratificazioni egoistiche o rincorrendo facili illusioni che vi appiattiscono inesorabilmente. Lasciate che il seme dell’Amore, germinato con il Battesimo, dia frutto a gloria di Dio. Vivete nella Chiesa! In essa voi sperimentate che l’esistenza del credente è abbandono fiducioso alla Provvidenza; scoprite che affidarsi a Dio non è fuggire dalla vita di ogni giorno, ma è assumerla con maggiore passione, e lavorare assiduamente per fare del mondo la dimora accogliente di ogni essere umano. La Chiesa ha bisogno anche di servitori a tempo pieno nel ministero sacerdotale e nella vita consacrata. Se il Signore vi chiama, siate pronti a riconoscere il timbro della sua voce e ad accogliere la sua proposta.

6. Tutto questo, come ben sapete, esige che voi siate uomini e donne di ascolto e di preghiera, capaci d’interiorità e assetati dell’“acqua che zampilla per la vita eterna” (Gv 4, 14).

Quando pregate, voi entrate in intima sintonia con Dio, che vi conduce a dare senso pieno alla vostra esistenza. Nel ritmo accelerato della moderna civiltà, c’è sempre minor spazio per il silenzio, eppure questo è condizione indispensabile per poter ascoltare il Signore che parla attraverso “il mormorio di un vento leggero” (1 Sam 19, 12).

Giovani, amate il silenzio! La solitudine con Cristo non è mai isolamento, ma misteriosa presenza a tutti. Sentite accanto a voi, in questo cammino di preghiera e di impegno, l’intercessione dei santi, di san Giuseppe, silenzioso artigiano prescelto per cooperare all’opera della redenzione. Guardate a Maria, sua sposa e Madre del Salvatore, modello di ogni cristiano, colei che più di tutti, dopo il Cristo, ha compreso il mistero di Dio e cammina accanto a noi come Madre della Chiesa e sorella dell’umanità.

Sentirete allora risuonare nel fondo dell’animo la risposta di Dio ai tanti “perché” e avvertirete che è proprio la vita quotidiana, pur nella sua semplicità e monotonia, il luogo nel quale egli prosegue la sua opera di salvezza. Gesù ci chiama a seguirlo e fa di noi il suo popolo, i suoi amici, la sua Chiesa. Di questa Chiesa voi siete parte viva e apostoli preziosi. Amatela, impegnatevi in essa, aiutatela a restare sempre giovane.

La Chiesa è vostra, anzi voi stessi siete la Chiesa! È questa la consegna che vi lascio, mentre a conclusione di questa visita, saluto voi, cari giovani, il vostro vescovo, i sacerdoti, i religiosi e le religiose, i laici e tutta la diocesi di Ivrea. Rimanga sempre con voi il mio affetto e la mia speciale benedizione.

 



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