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VISITA PASTORALE A MALTA

INCONTRO DI GIOVANNI PAOLO II
CON I GIOVANI ALLO STADIO NAZIONALE DI TA’QALI

Rabat (Malta) - Domenica, 27 maggio 1990

 

Cari giovani di Malta,

Sono felice di essere con voi.

Sì, felice, felice. Le domande che mi avete rivolto attraverso i vostri rappresentanti, sono davvero cortesi, positive e costruttive. Sono quindi felice di essere qui con voi, e tenterò di fornire una risposta ad ogni vostro quesito.

1. Vi saluto con grande affetto nel Signore Gesù Cristo.

Il nostro incontro questa mattina è un meraviglioso dono di Dio fatto a voi e a me! In un certo senso, il Papa è venuto a Malta per sfidarvi con le parole che abbiamo sentito nel brano della Scrittura, dalla Prima Lettura di S. Giovanni. Siete “forti”? “E la parola di Dio dimora in voi”? Avete “vinto il maligno”? (1 Gv 2, 14). Alla luce di questa vittoria, la vostra gioventù, il vostro entusiasmo e la vostra fede sono un segno di grande speranza per la Chiesa e per la società. Mentre ascoltavo le vostre cortesi parole di benvenuto, sentivo il vostro desiderio di vivere secondo la volontà di Dio e di prendere parte sempre più attivamente alla vita della Chiesa nel vostro Paese. Avete anche condiviso con me alcuni problemi che dovete affrontare e le difficoltà che sperimentate nell’obbedire alle esigenze della vita cristiana. Nel tempo che trascorreremo insieme spero di farvi conoscere alcuni pensieri che vengono dal mio cuore e che sono ispirati dalla fede che ci unisce in Gesù Cristo, Nostro Signore.

2. Più di una delle vostre domande riguarda la difficoltà di fare quello che sapete essere la volontà di Dio dinanzi alla pressione dei vostri simili e di alcune tendenze della società di oggi. Capisco ciò che volete dire. Qualche volta, rispondendo alla chiamata di Dio, abbiamo paura; esitiamo perché ci rendiamo conto che l’obbedienza a Dio richiede molto da noi. Come Gesù nel Giardino del Getsemani, sentiamo “paura e angoscia” (Mc 14, 33) mentre scopriamo l’immediato prezzo dell’obbedienza alla volontà del Padre. La nostra natura orgogliosa si ribella contro il pensiero di distruggere le nostre vite e le nostre azioni.

Tuttavia, l’idea di essere responsabili, di essere personalmente responsabili nell’uso di tutti i doni che Dio ha dato ad ognuno di noi, è centrale nel Vangelo di Gesù Cristo. Ricordate la storia dei talenti nel Vangelo di S. Matteo (cf. 25, 14-30).

Il padrone faceva i conti con i suoi operai. A coloro che erano stati buoni amministratori dei suoi beni disse: “Bene, servo buono e fedele, sei stato fedele nel poco, ti darò autorità su molto; prendi parte alla gioia del tuo padrone” (v. 21) ma a quello che non aveva fatto nulla per far fruttare i suoi talenti disse: “toglietegli dunque il talento . . . Perché a chiunque ha sarà dato e sarà nell’abbondanza; ma a chi non ha sarà tolto anche quello che ha” (v. 28-29).

Qui, il Vangelo insegna una legge che è nel cuore del messaggio evangelico; qualcosa che i giovani di ogni paese comprendono facilmente. A meno che non ci sia un impegno profondo nella vita verso ciò che è vero e buono, a meno che non ci sia una volontà di pagare il prezzo della vittoria, a meno che non ci sia la determinazione a conquistare la coscienza di sé e ad essere veramente utili agli altri, la vita stessa scivola via, senza significato o direzione.

Le grandi speranze della vostra gioventù, possono alla fine sparire e morire, a meno che non siano velocemente tradotte in azione, in altre parole, a meno che non “siate forti” (1 Gv 2, 14).

3. Da ogni parte vediamo giovani desiderosi di rendere questo mondo un luogo migliore, più giusto e più accogliente, dove tutti possano trovare la loro casa. Questi ideali sono l’aria fresca di cui la società ha disperatamente bisogno per rinnovarsi continuamente, ma sapete quanto fortemente i giovani possano essere anche assorbiti dalle tendenze passeggere e dalle mete non durature; quanto possano essere presi dalla promessa dell’immediata felicità in un comportamento sessuale irresponsabile, nella droga e nell’alcol, nella ricerca frivola delle cose materiali.

D’altra parte, il programma di vita che Gesù Cristo offre ci conduce alla gioia autentica, una gioia profonda e duratura, una felicità radicata nel profondo del cuore e che dura per sempre. Sapete che la gioia della Pasqua, la gioia che ha acceso il cuore dei primi discepoli (cf. Lc 24-32) non arriva senza prezzo. La gioia cristiana comprende l’accettazione del mistero della Croce. Gesù non c’insegnava forse con il suo esempio che solo perdendo la nostra vita la troviamo (cf. Mt 10, 39)? Non diceva forse che il chicco di grano deve cadere nella terra e morire se vuole dare i suoi frutti (cf. 12, 24)? Questa è la legge della vita del Vangelo che Gesù presenta ancora una volta ai giovani di Malta. Siete forti abbastanza per rifiutare i falsi profeti e i mercanti di morte che hanno fatto in modo che i giovani di tutto il mondo pensino che non c’è più speranza, niente per cui valga la pena di vivere, nessun mondo migliore per cui lavorare anche pagando un caro prezzo personale?

Mi avete rivolto delle domande sulle tentazioni. Tutte le tentazioni sono basate sulla menzogna, sono opposte alla verità che viene da Dio. Inevitabilmente, conducono alla disillusione. Come nel caso dei nostri primi genitori, Adamo ed Eva, la; tentazione cerca di farci credere che qualcos’altro, invece della volontà di Dio, può renderci veramente felici. Molto spesso anche la tentazione non è un desiderio di fare qualcosa che sappiamo sia sbagliato, ma che ci trattiene dal fare qualcosa che sappiamo sia giusto, perché temiamo di non trovare la forza per continuare. Di nuovo, il programma di vita presentato da Gesù comprende uno sforzo continuo contro la tentazione. Non c’è niente di strano in questo e non c’è bisogno di avere paura: in Cristo “siete forti, e la parola di Dio dimora in voi e avete vinto il maligno” (1 Gv 2, 14).

Così, la risposta alla chiamata di Gesù a seguirlo comprende un processo di conversione per tutta la vita. Per la maggior parte di voi la conversione della mente e del cuore a Cristo è più materia delle decisioni di ogni giorno che risultato di un momento pieno di emozione. Nello stesso tempo, certe decisioni sono molto importanti, come, per esempio, quando decidete di allontanarvi da un comportamento che sapete distruttivo e peccaminoso, o quando scegliete a quale condizione di vita Dio ci sta chiamando: il matrimonio, il sacerdozio o una delle molte forme di vita consacrata. Ma ogni decisione che prendete, sia essa grande o piccola, rimane sempre una opportunità di avvicinarvi sempre di più a Dio, o di allontanarvi da Lui e dalla verità che da sola vi libera (cf. Gv 8, 32).

4. Uno di voi mi ha rivolto delle domande sui momenti difficili della mia vita e cosa ho imparato da essa. Questa è una domanda molto personale. Al tempo della Seconda Guerra Mondiale, voi non eravate ancora nati, non eravate ancora i giovani abitanti di questa bella isola di Malta. Ma la Seconda Guerra Mondiale è stata un evento storico, e alcuni di noi, io stesso, hanno vissuto l’esperienza dell’occupazione e dell’oppressione del proprio Paese. Non è stato facile continuare a lavorare giorno dopo giorno in circostanze così difficili. Non è stato facile studiare all’Università, non è stato facile vedere la sofferenza e l’ingiustizia nel mondo e nello stesso tempo continuare a vivere la virtù della speranza, confidando in Dio e negli altri. Non era facile fare posto alla voce del Signore che mi chiamava a donare completamente me stesso nel sacerdozio e a studiare in segreto con ogni tipo di limitazione per prepararmi a quella consacrazione. Ma nessuna vera vocazione è facile!

Quello che ho imparato in quegli e in altri “gravosi” momenti è stato giudicare ogni cosa alla luce di Cristo: la via, la verità e la vita di ogni individuo e di tutti i popoli (cf. Gv 14, 6). Il grande S. Paolo ci avverte che vi è soltanto un fondamento sul quale costruire, Gesù Cristo, e ciascuno di noi deve preoccuparsi di come costruiamo su questo fondamento (cf. 1 Cor 3, 10-11). Cristo è lo “sposo” (cf. Gv 3, 29), “l’amico” (cf. Gv 15, 14), il “compagno” sulla strada della vita, che riempie i nostri cuori della stessa gioia che ha dato ai discepoli sulla strada di Emmaus (cf. Lc 24, 13-35)!

Lui è il nostro “pane” (cf. Gv 6, 35), la nostra “pace” (cf. Ef 2,14), colui che prende il nostro fardello su di sé e ci solleva dalle nostre fatiche (cf. Mt 11, 28-30).

E non dimentichiamo che, dall’alto della Croce, ci ha dato sua Madre come nostra Madre (cf. Gv 19, 27), per confortarci e guidarci in ogni prova e sfida. No, giovani di Malta, non siete mai soli quando vi sforzate di fare la volontà di Dio e di obbedire ai suoi comandamenti (cf. Gv 14, 21), quando sperimentate dubbi e difficoltà non abbiate timore di avvicinarvi al Signore, come fa Lui, presente a voi nella preghiera e nei sacramenti della Penitenza e dell’Eucaristia. Non troverete solo il suo amorevole perdono, ma riceverete anche la forza di cui avete bisogno per perseverare con gioia nel fare la sua volontà.

Mettere Cristo al primo posto nella vostra vita, comunque, non significa solo una conversione del cuore; significa anche una continua conversione della mente. Come discepoli siete chiamati a giudicare tutte le cose alla luce di Cristo. In ogni momento della vostra vita, in ogni decisione che prendete, dovete chiedervi: il mio modo di pensare e di agire, corrisponde all’idea di Cristo? È importante ricordare questo mentre discutete le idee e i valori abbastanza diffusi nella società moderna, ma che possono essere in contrasto con la verità liberatrice sull’uomo così come l’abbiamo imparata da Cristo. Per l’autentico cristiano il Vangelo è il criterio di ogni decisione e di ogni azione. In altre parole, ogni cosa dev’essere giudicata secondo i criteri di Dio, non secondo quelli dell’uomo (cf. Mc 8, 33).

5. Avete condiviso con me un po’ di quel dolore che provate per divisioni e ostilità che vedete intorno a voi. Riconoscete chiaramente che questi atteggiamenti sono contrari al Vangelo e quando sono tollerati o incoraggiati da coloro che si professano seguaci di Cristo, la credibilità stessa del Vangelo viene compromessa. Anche qui dovete essere forti. Ciascuno di voi è chiamato a diffondere l’amore riconciliatore di Cristo fra coloro che sono intorno a voi. Il costruire la pace fra gli individui o all’interno dei gruppi sociali richiede una grande pazienza, il rispetto per le convinzioni altrui e un sincero tentativo di impegnarsi in un dialogo costruttivo, volto a discernere la verità e a lavorare insieme per il bene di ciascuno e di tutta la società.

Il più grande contributo che potete fornire per sanare le ferite della divisione, in qualunque posto possano essere, verranno dal vostro impegno ad agire con coscienza cristiana matura. Dovete giudicare ogni cosa alla luce della vostra fede in Cristo. Rendetevi conto che Cristo vi ha liberati! Non siate legati dagli errori, dai pregiudizi, dai rancori ereditati dal passato. Dio vi ha dato la giovinezza, l’energia e l’idealismo per creare nuovi modelli di cooperazione. Non abbiate paura di usare questi doni e di applicare la vostra fede ad ogni vostro rapporto, alla vita in famiglia, all’impegno nella società, al vostro lavoro in ogni campo della vostra vita! In casa, a scuola e al lavoro siate artigiani di una nuova solidarietà, radicata nella generosa cristianità che è l’eredità più preziosa delle generazioni passate di Malta!

Prima di concludere, voglio sottolineare ancora una volta la cortesia delle vostre domande. Direi che le avete trovate nel Vangelo così come io vi ho trovato le risposte. Nel discorso di apertura del vostro rappresentante era forse contenuto metà del mio discorso. Ha svolto lui il mio lavoro.

6. Cari giovani di Malta: vi lascio assicurandovi che occupate un posto molto speciale nella Chiesa di Cristo, mentre si sforza di compiere la missione di riconciliazione e salvezza ricevuta dal Signore. Ricevendo i sacramenti del Battesimo, della Cresima e dell’Eucaristia, siete diventati membri effettivi della Chiesa. Condividete pienamente la sua missione di santificare il mondo e di riempire le realtà temporali del mondo con lo Spirito di Cristo (cf. Lumen gentium, 31).

La Chiesa ha bisogno di voi. Ha bisogno di ciascuno di voi, individualmente, ma ha anche bisogno della testimonianza delle vostre comunità parrocchiali, delle vostre associazioni e dei movimenti. Ha bisogno che testimoniate la santità, la giustizia, l’amorevole servizio dei poveri e dei bisognosi che distinguono i veri discepoli di Cristo. La Chiesa ha bisogno di essere riempita dello Spirito di Cristo, forte nel vostro impegno di costruire il suo Regno.

Oggi il Papa vi rivolge questo appello: non abbiate mai paura di donarvi completamente a Dio, mentre vi sforzate di vivere la vocazione che Egli vi ha dato in Cristo! Mai perdere la speranza nel potere di Dio di sostenervi lungo il cammino, anche quando le situazioni sembrano senza speranza! Siate forti e vincerete il maligno! Lasciate che la Parola di Dio dimori in voi! (cf. 1 Gv 2, 14).

Confido che dalla vostra generosità e dal vostro entusiasmo giovanile il Signore trarrà ricchi frutti per la vita della Chiesa e per il bene di Malta.

Voglio esprimere ancora una volta il mio grande affetto per tutti voi, per ognuno di voi, per la gioventù; affiderò tutti voi alle amorevoli preghiere della Beata Vergine Maria. È il momento in cui la Madre di Cristo prega insieme agli Apostoli per la Pentecoste, in attesa dello Spirito Santo. Ma Ella prega anche insieme a noi, insieme a voi, ed è alle amorevoli preghiere della Beata Vergine Maria che affido tutti voi.

 

© Copyright 1990 -  Libreria Editrice Vaticana

 



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