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DISCORSO DI GIOVANNI PAOLO II
AGLI APPARTENENTI ALL’

«OPERA DON GIOVANNI FOLCI»

Sabato, 3 novembre 1990

 

Carissimi fratelli e sorelle!

Sono molto lieto di accogliere tutti voi, sacerdoti, religiose, alunni, ex alunni e amici dell’“Opera Don Giovanni Folci”.

1. A cento anni dalla nascita del vostro amato fondatore, avete voluto ricordare questo anniversario, per voi particolarmente significativo, con varie manifestazioni che si sono svolte durante tutto il corso del 1990. E a conclusione delle celebrazioni giubilari, durante uno speciale pellegrinaggio della vostra famiglia spirituale presso la tomba del Principe degli apostoli, avete desiderato che non mancasse quest’incontro con il successore di Pietro per sottolineare, così, la speciale devozione e l’indomita fedeltà alla Chiesa che ha guidato i passi del vostro Maestro e che ispira il cammino dell’istituzione da lui fondata.

Vi accolgo con profonda gioia e di cuore porgo a tutti il mio saluto più cordiale. Ho, inoltre, una ragione particolare per esprimervi la mia viva gratitudine: è per il servizio liturgico che rendete nella Basilica Vaticana, per il quale cordialmente vi ringrazio.

2. Caratteristica della spiritualità di don Folci fu l’amore ardente per il sacerdozio, che manifestò nel coltivare nei fanciulli i germi della vocazione sacerdotale e nel dedicarsi con affetto alla cura dei sacerdoti anziani e ammalati. Egli si mostrò sempre sacerdote entusiasta, dal carattere forte, ma affabile, temprato dai disagi della prima guerra mondiale, in cui fu cappellano militare, e poi dalla prigionia. Volle realizzare la sua intima vocazione di dedizione e di amore a Dio e ai fratelli, dando inizio a varie iniziative apostoliche, che culminarono nella fondazione dell’“Associazione dei Sacerdoti e delle Ancelle di Gesù crocifisso”.

Nel gennaio del 1956, su invito del mio predecessore Pio XII, inaugurò in Vaticano il preseminario san Pio X, con il particolare impegno di prestare il servizio liturgico nella Basilica di san Pietro.

Nel momento, poi, di lasciare questa terra, il 31 marzo 1963, egli affidò come testamento ai suoi figli e alle sue figlie spirituali questo programma apostolico: “Vorrei l’Opera planetaria per soccorrere i sacerdoti!”.

Nella sua esistenza, travagliata e irta di difficoltà, aveva compreso appieno che solo Gesù è il redentore e il salvatore. Aveva anche capito quale deve essere il ruolo del sacerdote, ministro del Signore e amico di ogni essere umano. In nome di Cristo, infatti, il sacerdote insegna, conforta, sostiene, perdona e incoraggia; il sacerdote soprattutto ama! Divina e mirabile vocazione quella del sacerdote! Don Folci ne era profondamente convinto e volle vivere totalmente abbandonato nelle mani del Signore, cercando di infondere questa stessa fiducia nella sua Opera e nei suoi collaboratori.

3. Viviamo ancora nell’atmosfera spirituale del recente Sinodo dei vescovi, che ha trattato il tema della formazione sacerdotale nella società attuale. Da più parti è stata sottolineata la validità e la necessità, anche oggi, dei seminari minori per la formazione dei futuri pastori; allo stesso tempo da tanti è stata avvertita come urgente l’esigenza di assistere con cura particolare i sacerdoti anziani o malati. Non sono forse queste le geniali intuizioni di don Folci, per le quali operò spendendo ogni sua energia?

Carissimi sacerdoti e religiose di Gesù crocifisso, portate avanti con generosità e spirito di fede questo programma che egli vi ha lasciato. Il vostro fondatore riteneva la santa Messa come l’azione più importante e impegnativa della giornata, come il culmine e la sorgente di ogni attività “per le anime particolarmente nostre, le anime sacerdotali”.

È vero, solo all’altare e presso il tabernacolo, in unione con Maria, si può comprendere la grandezza e la dignità del sacerdozio e viverlo in maniera coerente ed efficace. Siatene tutti profondamente consapevoli. E pure voi, amici di don Folci, che camminate nella scia luminosa della sua spiritualità, continuate, in questi tempi certo non facili, a pregare per le vocazioni e ad offrire ai sacerdoti la vostra collaborazione e il vostro aiuto spirituale e materiale.

4. Infine, uno speciale ricordo per voi, carissimi chierichetti del preseminario, che con tanta diligenza servite in Basilica: siate fieri del compito che vi è stato affidato, anche se talvolta vi costa fatica. Cercate di imitare il vostro Maestro, don Folci, e raccomandatevi a lui, perché vi aiuti a compiere fedelmente la volontà divina. Scoprirete, così, quale meraviglioso progetto sia stato preparato per ciascuno di voi e la vostra esistenza conoscerà la gioia profonda di coloro che amano veramente il Signore.

A tutti voi, infine, sia sempre chiaro, carissimi fratelli e sorelle, il programma apostolico che il vostro fondatore vi ha lasciato: “Uno sguardo al Crocifisso: lui è la guida e il modello. Uno sguardo alla Madonna: lei è la Mamma, conforto e aiuto!”. Sarete, in tal modo, degni figli del vostro Padre e Maestro.

Vi accompagni, in questo cammino spirituale, la mia benedizione apostolica, che ora imparto di cuore a voi e a quanti si uniscono alla vostra gioia per questo anno centenario.

 

© Copyright 1990 - Libreria Editrice Vaticana

 


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