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VISITA PASTORALE IN CAMPANIA

DISCORSO

DI GIOVANNI PAOLO II
ALLA POPOLAZIONE DI TORRE DEL GRECO

Torre del Greco (Napoli) - Domenica, 11 novembre 1990

 

Carissimi sacerdoti e fedeli di Torre del Greco!

1. Ringrazio voi e il vostro arcivescovo, il signor card. Michele Giordano, e ringrazio il signor sindaco per il saluto rivoltomi. Un pensiero riconoscente a voi tutti presenti, per la festosa e calorosa accoglienza, tipica delle popolazioni di questa terra felice, le cui straordinarie bellezze naturali sembrano sottolineare la comune gioia di questo incontro.

2. Il più illustre figlio di Torre del Greco è senza dubbio il beato Vincenzo Romano. Egli vi ha lasciato un’eredità spirituale preziosa con l’esempio di una santa vita, del fervore sacerdotale e della totale dedizione che caratterizzarono gli oltre trent’anni del suo ministero pastorale. Erano, quelli, tempi difficili e calamitosi per le vicende storiche e per la disastrosa attività del vicino Vesuvio, che nel 1794 devastò la vostra città, seminando terrori e lutti.

Con un ritmo di attività quasi incredibile, egli fu maestro di evangelica carità ai sacerdoti e provvido padre ai fedeli, dei quali condivise sofferenze e preoccupazioni. Fu anche un precursore della carità sociale, così importante per la Chiesa di oggi, con l’assistenza spirituale e la tutela dei diritti dei pescatori di corallo, per i quali era celebre Torre del Greco. Durante i lunghi periodi di assenza degli uomini su mari lontani, il beato riservava particolari cure alle loro famiglie.

3. Ma Vincenzo Romano lavorò intensamente e soprattutto per la formazione delle coscienze e per l’evangelizzazione. Alla radice dei problemi personali e sociali di solito si riscontrano cause legate all’infermità delle coscienze o all’aridità dei cuori. Vincenzo Romano lo sapeva, ed era perciò convinto che il primo impegno di ogni buon pastore dev’essere la formazione dottrinale e morale dei propri fedeli. Egli pertanto si dedicò con sollecitudine e costanza alla catechesi parrocchiale e al ministero delle confessioni, vedendo in ciò un’occasione privilegiata di formazione delle coscienze. Alla gente del popolo propose il Vangelo nella sua semplicità e autenticità, divenendo egli stesso testimone credibile e araldo della parola di Cristo con una vita povera, umile e, soprattutto, integralmente dedita al ministero.

L’impegno dell’evangelizzazione fu nella sua vita la sola vera passione, e per questo, come l’apostolo Paolo, egli si comportò in modo da essere amorevole in mezzo a voi come una madre che nutre con cura le proprie creature. Dimostrò anzi di essere disposto a dare ai Torresi non solo il Vangelo, ma la sua stessa vita, come a figli diventati a lui singolarmente cari (cf. 1 Ts 2, 7-8). Con tale animo egli vi annunziò il Vangelo di Dio, sforzandosi di essere catecheta in tutti i modi e in ogni circostanza.

Come ben sapete, egli usò il metodo della “sciabica”; catechizzava i fedeli dovunque si trovassero, visitandoli nelle case o accompagnandoli lungo le strade. Con intuizione che anticipava i tempi, il vostro patrono si preoccupò così del valore della Messa festiva e insegnò ai fedeli come si assiste ad essa, non da estranei o muti spettatori, ma comprendendo bene e partecipando consapevolmente all’azione sacra, grazie alla luce ricevuta nell’ascolto della parola di Dio (cf. Sacrosanctum Concilium, 47).

4. La voce dello Spirito, che guidò il santo parroco torrese nel suo ministero, è la stessa voce che oggi fa appello a questa Chiesa particolare per chiedere a tutti voi di prodigarvi per la nuova evangelizzazione, attendendo alla riforma delle coscienze nella luce della parola di Dio e concorrendo a rinnovare i costumi morali sia nella vita privata che in quella pubblica.

Lo Spirito vi invita ad attuare la carità, che si espande a partire dalla fede, ad aprire senza timore gli occhi su quei bisogni umani per i quali spesso mancano la comprensione e il soccorso della collettività. Vi invita a un impegno solidale per il bene dell’uomo, di ogni uomo e di tutto l’uomo, al fine di raggiungere la sperata promozione sociale, nel contesto di un autentico progresso umano. Lo Spirito richiede a voi una carità che sappia difendere coraggiosamente la vita, liberando ogni uomo dalla schiavitù della violenza e delle intimidazioni provenienti da poteri illegali. Lo Spirito vi invita a operare tutti in unità d’intenti con generosa dedizione, fidando nella forza della verità e della giustizia.

5. La comunità di Torre del Greco non lascerà cadere l’esempio e la memoria del suo umile e santo parroco di un tempo. Vi invito tutti a riprendere ancora oggi il suo programma pastorale, per inserirlo nelle moderne tensioni sociali con il suo stesso fervore e con la sua medesima passione.

Questo è il ricordo che voglio lasciare a voi, sacerdoti, religiosi e laici impegnati nella catechesi e nel servizio ecclesiale, mentre imparto a tutti la mia benedizione, con uno speciale pensiero per i giovani, le famiglie, i sofferenti.

 

© Copyright 1990 - Libreria Editrice Vaticana

 


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