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VIAGGIO APOSTOLICO IN POLONIA E UNGHERIA
(13-20 AGOSTO 1991)

CERIMONIA DI CONGEDO DALLA POLONIA

DISCORSO DI GIOVANNI PAOLO II

Aeroporto di Cracovia - Balice 
 Venerdì, 16 agosto 1991

 

Signor Presidente!
Signor Cardinale Primate della Polonia!
Signor Cardinale Metropolita di Cracovia!

1. Maria, Regina della Polonia, io sono con te, ricordo, veglio. Tutti noi conosciamo la storia dell’appello di Jasna Gora, rammentiamo come ci abbia guidati nel periodo della preparazione al Millennio del Battesimo della Polonia - e come poi esso sia rimasto con noi.

Quando mi è stato dato di compiere la visita alla Patria, nel difficile anno 1983, proprio queste parole sono diventate l’idea guida dell’incontro con la gioventù polacca, perché potesse trovare in esse la forza necessaria per sopravvivere e per vincere. Negli ultimi giorni le stesse parole “io sono - ricordo - veglio” sono diventate il tema della Giornata Mondiale della Gioventù, venuta a Jasna Gora dai diversi Paesi del nostro Continente e dal di fuori dell’Europa. In un certo senso si è svelato così il contenuto universale delle parole dell’appello di Jasna Gora, il loro radicamento nel Vangelo stesso, la loro forza innovativa.

2. Le Giornate Mondiali della Gioventù hanno avuto il loro inizio a Roma, nell’anno 1985, in relazione all’Anno Mondiale della Gioventù, proclamato per iniziativa dell’Organizzazione delle Nazioni Unite. I punti del mondo nei quali, in seguito, tali giornate si sono tenute, sono stati: Buenos Aires in Argentina e Santiago de Compostela in Spagna. Czestochowa come luogo dell’incontro è emersa sul terreno degli avvenimenti succeduti nell’Europa Centrale ed Orientale, per i quali il punto nevralgico è stato l’anno 1989.

Si potrebbe dire che la Provvidenza stessa abbia indicato, in un tale contesto, Jasna Gora come luogo idoneo per l’incontro mondiale dei giovani. Come sarebbe stato difficile inaugurare il Sinodo dei Vescovi Europei altrove, se non Velehrad, altrettanto difficile sarebbe stato invitare la Gioventù dell’Europa e del mondo, per la sua già tradizionale Giornata, in un luogo diverso da Czestochowa.

3. Gli organizzatori si rendono conto che ponendo un tale compito davanti al Santuario di Jasna Gora, davanti alla Diocesi di Czestochowa, davanti alla Chiesa in Polonia e anche davanti alle Istituzioni dell’amministrazione statale, hanno chiesto a tutti uno sforzo particolare. Per questo sforzo desidero oggi dire, a nome di tutti, un cordiale grazie. Lo dico a tutti quelli che ci hanno offerto così generosamente la loro ospitalità - a tutti quelli che, in qualsiasi modo ed in diverse fasi, hanno portato a compimento l’opera di quest’incontro dei giovani.

Difficile sarebbe applicare un qualsiasi criterio di calcolo a ciò che di per se stesso è un dono. Mi consentirò, tuttavia, di dire che sarebbe difficile trovare un’adeguata espressione capace di confermare il particolare contributo della Polonia, della Nazione e della Chiesa alle sofferenze, ma anche alla creativa trasformazione del nostro secolo, al di fuori di quest’invito dei Giovani del mondo intero a Jasna Gora.

Nel contesto di queste trasformazioni tutti loro possono scoprire il senso della loro vocazione umana e cristiana; possono avvicinarsi quasi spiritualmente al significato delle parole di Cristo: “Io sono la via, la verità e la vita” (Gv 14, 6).

4. Congedandomi dalla mia terra natia, qui a Cracovia, desidero tornare ancora una volta alle parole dell’appello di Jasna Gora. Queste parole hanno attraversato insieme con noi la soglia del secondo Millennio del cristianesimo, e non cessano di essere attuali. Anzi, diventano attuali in modo nuovo, prima sconosciuto. Avvicinandoci all’Anno Duemila dopo Cristo, ci rendiamo conto della portata universale del Vangelo. Ci rendiamo particolarmente conto che in esso - nel Vangelo - si trovano le radici dell’Europa e dell’“europeicità”. Dopo le prove, dolorose al di là di ogni misura, del nostro secolo e dopo la caduta delle ideologie, il cui frutto è stata tutta la crudeltà dei sistemi totalitari, è indispensabile risalire alle radici cristiane dell’Europa. Proprio in questo consiste l’essenza stessa della nuova evangelizzazione del nostro Continente, ed in esso, anche della nostra Nazione e società.

5. Le parole “io sono con te, ricordo, veglio”, indirizzate alla Madre di Dio e, mediante Lei, a Cristo, Redentore dell’uomo, riassumono perfettamente il programma di questa nuova evangelizzazione e determinano la sua giusta dinamica. Infatti non basta soltanto ricordare la verità storica degli inizi dell’Europa. Qui si tratta delle radici - e le radici fanno sì che l’albero continui a vivere e cresca. Bisogna assicurarsi costantemente che la nostra esistenza europea e polacca non sia stata in realtà staccata da queste radici.

Infatti si è lavorato tanto e si continua a lavorare per spogliare l’Europa - pur conservando l’identità cristiana delle sue radici - di ciò che è essenzialmente cristiano.

Per questo l’appello di Jasna Gora è continuamente attuale.

E non c’è in questo momento del mio congedo dalla Polonia, - ancora un nuovo congedo! - un altro augurio se non proprio questo di Jasna Gora: “Non dimenticate le grandi opere di Dio” (cf. Sal 78, 7).

La Madre di Dio è viva memoria di esse! Io sono con te, ricordo, veglio!



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