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VISITA PASTORALE ALLA PARROCCHIA ROMANA DI «GESÙ DIVINO MAESTRO»

DISCORSO DI GIOVANNI PAOLO II

Domenica, 15 dicembre 1991

 

È una grande gioia per me incontrare la vostra parrocchia attraverso i suoi parrocchiani più piccoli. Sono i più piccoli ma hanno già la loro saggezza. Per esempio, mi hanno chiesto: “dimmi chi è Gesù, dimmelo se lo sai, se è come tutti noi, bambino come me”. Questa era la domanda. Ma poi, da soli, hanno dato la risposta, una risposta perfetta: “Gesù è venuto per l’umanità e per restare nell’eternità; Cristo Signore ci è entrato nel cuore e ci ha lasciato il suo messaggio d’amore”.

Allora, prima hanno domandano: chi è Gesù?, hanno chiesto al Papa che lo dica a loro, e poi hanno dato da soli la risposta a quella domanda. È vero: Gesù è venuto tra l’umanità, ma è venuto come Figlio di Dio. Lo scopo della sua venuta era che anche noi diventassimo figli di Dio, tutti noi, cominciando dai bambini e terminando con i più anziani.

Un’altra cosa si deve aggiungere. Cristo è venuto tra l’umanità e ha trovato qui una famiglia. Lo vediamo nel presepio: accanto a Gesù Bambino, che ancora manca perché aspetta la notte di Natale, c’è la sua mamma e poi San Giuseppe. Queste tre persone formano la famiglia, la Sacra Famiglia. È veramente come noi, perché anche voi tutti avete la vostra famiglia, e qui vedo i vostri genitori, i vostri maestri, poi la famiglia più larga di questo asilo e di questa parrocchia: ecco i vostri sacerdoti, il Parroco e i suoi collaboratori, e queste buone persone consacrate che vi assistono da vicino in questo asilo con tanto amore, perché Cristo Signore è entrato nel cuore di tutti, di voi piccoli, dei vostri genitori e dei vostri nonni più anziani, e nel cuore di tutti noi, delle signore, delle sorelle, delle signorine che vi stanno accanto in questo asilo mostrandovi un amore materno. E poi nel cuore di tutti noi, dei sacerdoti, dei Vescovi, del Papa.

Questo è un programma completo delle feste natalizie che si avvicinano. A tutti voi, ai vostri genitori, ai maestri, insegnanti, catechisti, al vostro Istituto nella sua missione così importante, così piena di spirito evangelico, e a tutta la parrocchia vorrei augurare “Buon Natale”. Siamo già molto vicini. Vi ringrazio per questo incontro con cui la parrocchia mi ha introdotto nella visita.

Al Consiglio Pastorale della Parrocchia di Gesù Divino Maestro

Certamente il messaggio del Natale si riferisce a ciascuno di noi, personalmente, ma c’è una dimensione specifica di questo messaggio che è la famiglia. Allora, io vorrei augurare buon Natale a tutte le famiglie della parrocchia, a tutte le famiglie rappresentate qui dalle vostre persone. Vi sono poi le diverse “famiglie” delle associazioni, dei movimenti, e la specifica “famiglia” dell’Università Cattolica del Sacro Cuore e del Policlinico “Gemelli”, a cui io devo tanto nella mia vita, specialmente nella grande crisi di questa vita, oltre dieci anni fa: allora ero un paziente poco obbediente . . .

Tutte queste famiglie “chiese domestiche” e tutte le famiglie in senso lato confluiscono nella famiglia della parrocchia. A questa parrocchia, in cui è presente in modo speciale Gesù Divin Maestro con il suo Vangelo e soprattutto con il Vangelo del suo Mistero pasquale, auguro veramente un buon Natale, che vuol dire rinascere, perché questo è il mistero dell’uomo nella Chiesa e il mistero della Chiesa nell’uomo.

Il compito della Chiesa e della parrocchia è sempre far rinascere quello che nell’uomo può rinascere. Ha detto una volta Nicodemo a Cristo: ma io sono già nato. Gesù parlava invece di una nascita diversa, una nascita a somiglianza della sua nascita eterna e perenne dal Padre. Questa nascita trova in noi un’analogia reale nella Grazia. Auguro questa Grazia del Natale a tutta la parrocchia, alla vostra comunità e a tutte le persone che la compongono, vicine e anche lontane, perché possano di nuovo avvicinarsi a Gesù attraverso il mistero di Betlemme.

Ringrazio specialmente il Consiglio Pastorale qui presente per questa opera apostolica propria dei laici, anche delle religiose e dei religiosi. Questa opera si sintetizza in ogni Consiglio Pastorale per la parrocchia e, attraverso di essa, per tutta la Chiesa. La Chiesa è sempre particolare e universale insieme. Nella sua dimensione particolare c’è la sua universalità e nella sua universalità c’è ogni Chiesa particolare, diocesi, parrocchia.

Ai ragazzi e ai giovani della Parrocchia di Gesù Divino Maestro

Saluto di cuore tutti i bambini, i ragazzi, i giovani qui riuniti. Vi ho visto prima nella chiesa e vi ho sentito cantare. Vi ringrazio per questa vostra partecipazione attiva all’Eucaristia. Poi vorrei aggiungere che in queste ultime settimane abbiamo celebrato a Roma il Sinodo dei Vescovi per l’Europa. È stato un evento importante per la Chiesa, ma penso anche per la società europea dei diversi Paesi dall’Atlantico agli Urali.

Il tema della pace è tema di tutto il mondo, di tutti i continenti, di tutti i popoli, in diverse forme. È diventato anche un tema “caldo” del nostro continente nelle ultime settimane, negli ultimi mesi. Noi soffriamo insieme ai nostri fratelli dell’altra sponda dell’Adriatico, a tutti senza eccezione: serbi, croati, sloveni e tutti gli altri popoli della Jugoslavia. Cerchiamo di vivere con loro, di condividere con loro queste sofferenze, ma soprattutto di pregare perché prevalga la forza della pace su queste forze dell’odio, della guerra, della violenza: prevalga la forza della pace! Gesù Principe della Pace: così lo invochiamo sempre durante i giorni che preparano alla Solennità del Natale. Che egli dia la pace, che illumini i cuori, le menti, le attività di tutti. Niente si può ottenere con la guerra, con la violenza; tutto si può guadagnare con la pace, per il bene di questi popoli, per il bene dei loro paesi e del loro Paese, perché sono così vicini, così limitrofi, e poi sono vicini a noi. Durante questi giorni occorre una grande preghiera, un grande grido al Principe della Pace, per la pace fra i nostri vicini europei.

 

© Copyright 1991 - Libreria Editrice Vaticana

 



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