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DISCORSO DI GIOVANNI PAOLO II
ALLE COMUNITÀ NEOCATECUMENALI

Aula Paolo VI - Giovedì, 3 gennaio 1991

 

Carissimi fratelli e sorelle!

1. Nella luce del Natale abbiamo incontrato il Salvatore; abbiamo contemplato le meraviglie che Dio ha operato; siamo stati invitati ad accogliere il dono della Salvezza e a diffonderlo fra i nostri fratelli. Nasce da questo mistico abbraccio con il Verbo incarnato il nostro impegno ad evangelizzare. Impegno oggi tanto più urgente perché viviamo momenti di profondi mutamenti sociali. Ci troviamo, infatti, come ad un tornante della storia, proiettati verso un futuro carico di aspettative e di speranza, ma minacciato da inquietudini e timori, che investono l’essere umano nella sua struttura più profonda. L’uomo invoca la pace, la serenità, chiede aiuto e solidarietà: ha bisogno di Amore. Ha bisogno di Cristo.

Meravigliosa è, pertanto, l’opera di chi, come voi, consacra tutta la sua esistenza ed ogni risorsa sia fisica che spirituale all’evangelizzazione. Voi siete persuasi che solamente Gesù può colmare le attese della persona, e per questo non esitate ad abbandonare tutto e a mettervi in viaggio per le vie del mondo, testimoniando così la viva presenza del Redentore fra noi e il potere della sua Parola che salva.

Siate riconoscenti alla Provvidenza che vi ha scelti e mantenetevi costantemente in ascolto dello Spirito; perseverate nella preghiera e nella pratica delle virtù. Siate messaggeri della riconciliazione e apostoli della fraternità e del servizio. Il Signore, che vi chiede totale disponibilità, vi associa in tal modo al mistero della Redenzione del mondo.

2. Non posso non sottolineare, con intima gioia, che la vostra ansia evangelizzatrice vi sospinge soprattutto alle famiglie. Non ha forse bisogno la famiglia di essere in questo tempo nuovamente evangelizzata perché riscopra il suo ruolo di cellula primaria della comunità cristiana, chiesa domestica, all’interno della quale sia possibile vivere la primordiale esperienza dell’incontro con Dio? Quanto risente l’attuale situazione sociale della crisi delle famiglie! Non è facile pensare ad un avvenire migliore se il focolare domestico non torna ad essere il luogo privilegiato dell’accoglienza della vita e della crescita della persona: scuola di sapienza umana e di formazione spirituale.

Con animo lieto saluto fra voi i numerosi nuclei familiari che si trovano già in missione nelle zone più scristianizzate del pianeta; saluto, inoltre, le coppie che si preparano a partire. Sì, le famiglie evangelizzino le famiglie!

Possa il Signore rendervi dappertutto suoi strumenti di misericordia; vi accompagni sempre la sua grazia.

Consegno volentieri il crocifisso a quanti sono chiamati a recarsi, itineranti al servizio del Vangelo, in altri Paesi. Fidatevi di Dio e, resistendo ad ogni difficoltà, fatevi “ambasciatori per Cristo, come se Dio esortasse per mezzo nostro” (2 Cor 5, 19).

Vivete in cordiale obbedienza e filiale comunione con i Pastori, essendo voi membra di un corpo vivo: la Chiesa. Sono essi che vi invitano e vi accolgono. È a loro che dovete manifestare docilità e fiducia; è dalle loro direttive che vi viene partecipata la volontà del Signore in ordine alla vostra particolare missione.

Il compito che vi attende - la nuova evangelizzazione - vi domanda di presentare con nuovo entusiasmo e metodi rinnovati l’eterno e immutabile contenuto del patrimonio della nostra fede cristiana. Non si tratta, voi lo sapete bene, soltanto di trasmettere una dottrina, ma di incontrare in modo personale e profondo il Salvatore.

Invoco Maria, Madre del Redentore, perché vi assista in questo cammino; a Lei, Stella della nuova evangelizzazione, affido ciascuno di voi, le vostre comunità e quanti incontrerete.

Mentre, nel nome del Signore, vi esorto a partire con coraggio e ad essere dovunque testimoni ardimentosi del Vangelo, di cuore vi benedico.

 

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