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VIAGGIO APOSTOLICO IN POLONIA
(1°-9 GIUGNO 1991)

CERIMONIA DI BENVENUTO

DISCORSO DI GIOVANNI PAOLO II

Aeroporto di Koszalin - Sabato, 1° giugno 1991

 

Signor Presidente della Repubblica!
Signor Cardinale Primate di Polonia!

1. Nelle parole del vostro benvenuto, di nuovo ho udito la voce della mia Patria. Questa è una voce nuova. Rende testimonianza che la Repubblica, la Nazione e la società sono diventate sovrane. Per molti anni abbiamo atteso che questa voce potesse risuonare in tutta la sua autenticità, perché diventasse espressione della storica attuazione di ciò che costò tanti sforzi e sacrifici.

Permettete che, rispondendo alle vostre parole, renda insieme omaggio a tutti quei Figli e Figlie della nostra Patria, che per questa grande causa non si risparmiarono. Occorrerebbe aprire il grande libro della storia, iniziando dal 1° settembre del 1939, per richiamarli tutti qui. Il libro della memoria che non perde mai la sua attualità. Il ricordo dell’eroismo. L’eredità indistruttibile. Le anime dei giusti sono nelle mani di Dio (Sap 3, 1).

2. Il luogo in cui ci incontriamo all’inizio del mio quarto pellegrinaggio come Pontefice in Patria, ha un’eloquenza particolare. Ci troviamo qui di fronte a un essenziale frammento della nostra storia, agli inizi stessi di questa storia. La città di Kolobrzeg è legata agli importanti eventi dell’Anno Millesimo.

Mi è difficile non ricordare quegli eventi, uniti con il nome di Boleslao il Prode, il primo sovrano della Polonia adorno di una corona regale. Fu proprio lui - figlio e successore di Mieszko - che delineando le forme dello stato dei Piast, esaltò questa terra e questa città: Kolobrzeg.

Ciò avvenne in conseguenza del Battesimo, ricevuto dalla Polonia nell’anno 966 nella persona del suo primo storico sovrano.

Ciò avvenne come frutto che corona l’apostolica missione di Adalberto, vescovo di Praga, figlio della fraterna nazione ceca. Il missionario cadde sotto la spada dei pagani Pruteni sulle sponde del Baltico nell’anno 997. Presso il sepolcro del martire a Gniezno ebbe luogo lo storico congresso, al quale l’imperatore Ottone III e il legato del Papa Silvestro II confermarono la prima metropoli nelle terre polacche come frutto delle sollecitudini di Boleslao.

La metropoli di Gniezno divenne il fondamento dell’organizzazione - non solo della Chiesa, ma anche dello stato dei Piast. Questo fondamento resiste fino ad oggi: oltre mille anni. Accanto a Cracovia e Breslavia (e accanto a Poznan, ove il vescovato esisteva dai tempi del Battesimo) in questa struttura fondamentale entrò allora - nell’anno 1000 - anche Kolobrzeg.

Che questo ricordo del lontano passato dei popoli che si trovavano al centro d’Europa diventi oggi nuovamente un augurio e annuncio del futuro europeo alla soglia del nuovo millennio. Che lo spirito dell’imperatore Ottone e del re Boleslao legato - per il ricordo di Sant’Adalberto - dalla reciproca fratellanza e rispetto, ritorni nella nostra storia come pietra angolare di pace e di collaborazione.

3. Signor Presidente! Signor Cardinale Primate! Tutti egregi partecipanti a questo incontro - Signore e Signori! Tutti miei Fratelli nel servizio episcopale e sacerdotale! Già durante il mio ultimo pellegrinaggio in Patria, quattro anni fa, mi fu dato di visitare la Costa del Baltico, in particolare Stettino e Danzica. Quella visita rimane sempre nel mio ricordo. Oggi torno ad essa, poiché divenne quasi un annuncio degli eventi importanti e di svolta, che nel corso di quattro anni dovevano compiersi non soltanto in Polonia, ma anche tra i nostri vicini in tutta l’Europa Centrale, e anche nell’Est europeo.

Questi eventi si sono compiuti, ma in qualche dimensione continuano a compiersi. Questo è un enorme processo storico di molteplice carattere. La caduta del totalitarismo. Il mutamento dei sistemi socio-politici e socio-economici, al cui centro si trova ogni uomo come soggetto che decide del bene comune nel nome di oggettive leggi di convivenza civica. Nella persona del signor Lech Walesa come primo presidente della III Repubblica, saluto tutti i Connazionali, abitanti la mia terra patria dal Baltico fino ai Carpazi, dall’Est all’Ovest - tutti: saluto ognuna ed ognuno con il cristiano bacio della pace.

Gioisco di questo grande bene che si è compiuto e continua a compiersi nella mia Patria. Il mio desiderio cordiale è di annunziare la pace ai miei connazionali. Quella pace che attenua il dubbio, restituisce la concordia e stimola ad amare.

Questa è la pace che viene data da Cristo - quella pace che desidero portare, nel Nome di Cristo, mediante il mio servizio pastorale in terra patria. In unione fraterna con l’Episcopato Polacco presieduto - secondo la tradizione millenaria - dal Primate: Arcivescovo di Gniezno.

4. Chiedo a tutti di sostenermi con la preghiera lungo il percorso di questo mio pellegrinaggio papale. Che l’intercessione della Madre di Dio e dei nostri Santi Patroni impetri a noi la luce e la forza dello Spirito di verità.

“Scenda il Tuo Spirito!. . . E rinnovi la faccia della terra. Di questa Terra!”. Così pregavo durante il primo pellegrinaggio, in Patria, in Piazza della Vittoria a Varsavia (Ioannis Pauli PP. II, Homilia in Missam pro fideles polones in urbe «Varsavia», 4, die 2 iun. 1979: Insegnamenti di Giovanni Paolo II, II (1979) 1391). Oggi ripeto questa invocazione agli inizi di un nuovo periodo della storia della Polonia: “scenda il tuo Spirito e rinnovi la terra”. Che la rinnovi! Questa terra ha tanto bisogno di rinnovamento: di un rinnovamento nella potenza dello Spirito di verità, poiché “lo Spirito (stesso) viene in aiuto alla nostra debolezza” (Rm 8, 26).



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