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VIAGGIO APOSTOLICO IN POLONIA
(1°-9 GIUGNO 1991)

ATTO DI DEVOZIONE AL SACRO CUORE DI GESÙ

PREGHIERA DI GIOVANNI PAOLO II

Cattedrale di Płock - Venerdì, 7 giugno 1991

 

1. Cuore di Gesù, Re e centro di tutti i cuori! Durante la funzione del mese di giugno il Vescovo e Pastore della Chiesa di Plock mi ha consegnato i documenti del Sinodo della vostra Diocesi. Esso - come tanti altri sinodi delle diocesi e delle province ecclesiastiche in tutto il mondo - è una di quelle “pietre vive” (cf. 1 Pt 2, 5), attraverso le quali la Chiesa universale, in ogni Chiesa particolare e locale, intraprende la grande opera di attuazione del Concilio Vaticano II.

Il Concilio - come sappiamo - si svolgeva nel tempo in cui la Chiesa in Polonia si preparava al Millennio del Battesimo. Abbiamo cercato di partecipare al Concilio non solo mediante l’attiva presenza a Roma dei vescovi polacchi, ma anche sostenendo con la preghiera e con il sacrificio i suoi lavori (ricordiamo bene le veglie conciliari a Jasna Gora). Dal momento in cui il Concilio concluse i suoi lavori (l’8 dicembre 1965) iniziò il periodo dell’assimilazione e della pratica della sua dottrina e del suo orientamento pastorale. Le singole Chiese intraprendono tale lavoro prima di tutto nei sinodi. Questo lavoro è stato intrapreso anche dalla vostra Chiesa di Plock nel suo Sinodo, il cui frutto sono i documenti consegnati nelle mie mani, qui, davanti all’altare: il riflesso del magistero conciliare e dei suoi orientamenti pastorali secondo le condizioni e i bisogni della vostra diocesi.

Rendiamo grazie al Cuore Divino di Gesù per questo lavoro della comunità del Popolo di Dio in Masovia, rivolgendogli la seguente invocazione: Re e centro di tutti i cuori, accetta il nostro contributo nell’edificazione del Corpo della tua Chiesa in prospettiva del Terzo Millennio del cristianesimo.

2. Cuore di Gesù, Re e centro di tutti i cuori.

La Chiesa - secondo le parole del Concilio - è in Cristo come un sacramento o segno e strumento dell’intima unione con Dio e dell’unità di tutto il genere umano” (Lumen Gentium, 1). In seguito il magistero esalta il carattere della Chiesa come “comunione” interumana, che è un particolare riflesso dell’unità Trinitaria in Dio: Padre, Figlio e Spirito Santo (cf. Lumen Gentium, 4).

In virtù di questa comunione, il Divin Cuore del Redentore del mondo è l’inesauribile sorgente dell’unione di tutti i cuori. La Chiesa - e in essa anche la vostra Chiesa di Plock - vuole essere e realizzarsi qui, sulla Vistola, come sacramento e serva di quell’unione. Tutte le decisioni e le raccomandazioni sinodali in definitiva mirano a questo. Esse tutte - così come la Chiesa intera - “attingono dalla pienezza di questo Cuore”, attingono dai “tesori della sapienza e della scienza” che dimorano nel Divin Cuore del Redentore - per servire “l’unione dei cuori” degli uomini.

3. Nello spazio di nove secoli della sua esistenza, la Chiesa di Plock si radunava molte volte nei sinodi - i quali - come indica la parola greca stessa, dovevano mostrarle la “via comune” del pensiero e dell’azione, della fede e della vita. In questo secolo ebbero un particolare significato i sinodi svoltisi durante il lungo servizio pastorale dell’Arcivescovo Antonio Giuliano Nowowiejski, il cui cinquantesimo della morte per martirio nel campo di Dzialdowo, cade nei prossimi giorni. Quei sinodi servivano al consolidamento della Chiesa e della società cattolica nel periodo seguente la riconquista dell’indipendenza, e insieme, in un certo senso, in prospettiva di una nuova prova della storia, quale divenne la seconda guerra mondiale.

Il Sinodo attuale accetta la sfida dei tempi nuovi. È, più dei sinodi passati, opera comune di tutto il Popolo di Dio. Confermando la validità degli antichi principi della vita della Chiesa, si apre allo stesso tempo verso nuovi compiti. Approfondisce la consapevolezza della Chiesa nella sua intima costituzione divino-umana, e, contemporaneamente, l’apre nella sua missione verso il mondo. All’inizio del Concilio, i Padri conciliari radunati nella Basilica di San Pietro hanno posto la domanda (simile a quella, che una volta venne posta, sul Giordano, a Giovanni Battista): “Chiesa, che cosa dici di te stessa?” (cf. Gv 1, 22). Durante il Sinodo vi siete posti analoghe domande qui a Plock, sulla Vistola: “Che cosa dici di te stessa”? Chi sei? Chi dovresti essere? Come puoi diventare così come dovresti essere - per rispondere ai “segni dei tempi” (cf. Mt 16, 3), per rispondere alle attese e alle esigenze della tua propria comunità, e indirettamente dell’intera nazione, che entra in un periodo nuovo della sua storia? Quid dicis de te ipso?

In che modo devi diventare serva di quell’“unione di tutti i cuori” nel Cuore Divino del Redentore?

4. Come Vescovo di Roma, Successore dell’Apostolo Pietro, desidero ringraziarvi per questo contributo al comune tesoro della Chiesa universale. Esso è tanto più eloquente perché nel periodo attuale la via sinodale sembra particolarmente indicata e appropriata. Lo testimonia anche il Sinodo plenario della Chiesa in Polonia, che domani avrà un’apertura solenne a Varsavia. Lo testimoniano i Sinodi degli interi continenti, come il Sinodo Africano - e anche il Sinodo europeo che è stato annunciato a Velehrad in Moravia, la città legata alla missione dei Santi Cirillo e Metodio, che sono gli apostoli degli Slavi. I lavori di questo Sinodo sono già in corso. Lo testimoniano in modo particolare i Sinodi dei Vescovi durante i quali i rappresentanti di tutti gli Episcopati della Chiesa cattolica, che hanno già assunto diversi compiti particolarmente importanti per il periodo postconciliare alla soglia dell’anno 2000 dalla nascita di Cristo.

Egli è per tutti “la via, la verità e la vita” (Gv 14, 6).

A lui anche - al Cuore che è la fonte e l’unità di tutti i cuori - raccomando l’antichissima Chiesa di Plock nel suo cammino verso nuovi tempi e nuovi compiti. Raccomando, voi tutti e l’opera sinodale della vostra Chiesa, a Cristo - Redentore del mondo - per mezzo del Cuore della sua Madre, che è la Madre della Chiesa. Che tutti i Santi Patroni di questa terra - in particolare il giovane Stanislao da Rostkow - ottengano che Cristo rimanga sempre “via, verità e vita” per tutti, per le generazioni contemporanee e future.



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