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VISITA PASTORALE A CAMERINO - S. SEVERINO
E A FABRIANO - MATELICA (MARCHE)

DISCORSO DI GIOVANNI PAOLO II
AI LAVORATORI DELLE CARTIERE
MILANI DI FABRIANO

Martedì, 19 marzo 1991

 

1. Con grande gioia ho accolto l’invito a visitare le Cartiere di questa Città, della cui laboriosità e impegno imprenditoriale esse sono diventate quasi il simbolo e l’emblema.

Saluto cordialmente il Rappresentante del Governo Italiano e lo ringrazio per la sua cortese presenza, saluto il Sindaco di Fabriano, il Presidente della Fondazione Merloni, l’Amministratore Delegato della vostra Azienda, i Dirigenti e le Maestranze tutte di questo complesso. A tutti auguro di veder realizzati i progetti di sviluppo e di successo che particolarmente vi stanno a cuore nella collaborazione più ampia fra le varie componenti aziendali.

La storia della vostra fabbrica ha radici lontane. L’industria e l’esportazione della carta si legano alla “Pia Università dei Cartai”, già florida nel secolo XIV, e poi con la diffusione della stampa - a cominciare dalla metà del secolo XV - Fabriano avrà, a pieno titolo, il nome di “Città della carta”.

Anche la Sede apostolica ha sempre beneficiato del vostro lavoro, usufruendo del pregiato prodotto delle Cartiere di Fabriano.

Sono in mezzo a voi oggi per rendere omaggio con animo grato alla vostra diuturna attività, conosciuta e stimata in tutto il mondo.

Il vostro è un lavoro delicato e poco noto alla maggior parte della gente: voi preparate la materia prima per la stampa. Si ammira e si apprezza il prodotto finito, ma non sempre si è in grado di riconoscere la pazienza necessaria alla sua confezione frutto sempre di una particolare abilità e di una esperienza artigianale consolidate nei secoli.

Grazie alla carta, l’umanità ha avuto la possibilità di avere fra le mani uno strumento di comunicazione facile - il libro - che ancor oggi ha un grande mercato e resta largamente concorrenziale rispetto agli altri più moderni mezzi dell’informazione.

Certamente la sua diffusione ha permesso l’allargarsi della cultura, ha contribuito a far crescere il benessere, e soprattutto ha inciso, e in modo non marginale, sui comportamenti e sulle scelte morali dell’uomo. Proprio per questa grande possibilità che riveste l’uso della carta stampata nel processo di formazione culturale ed etica degli individui e dei popoli, la vostra opera esige preparazione, competenza e responsabilità.

2. La Chiesa ha sempre stimato il lavoro fatto dall’uomo con intelligenza e cura. Esso, mentre favorisce il miglioramento delle condizioni generali dell’esistenza, esprime la compartecipazione umana all’opera della creazione divina. Primo collaboratore di Dio, l’uomo contribuisce col proprio impegno al progresso della società, utilizzando le risorse del creato. Mette a frutto, in tal modo, il suo ingegno e la ricchezza delle sue potenzialità spirituali e materiali donategli dal Creatore.

Siate pertanto fieri del vostro lavoro e sappiate trovare in esso la realizzazione della vostra vocazione di uomini e di lavoratori; siate inoltre grati al Signore delle opportunità che vi sono offerte di trarre dal lavoro il necessario supporto per il vostro nucleo familiare.

Non dimenticatevi che un ambiente di lavoro sereno ed amichevole contribuisce a creare i presupposti per una convivenza civile più armoniosa: diventa un luogo di interessante confronto, di maturazione e una fucina di nuovi progetti. Se invece manca la comprensione e il dialogo, nascono contese e contrapposizioni, scaturiscono tensioni, incomprensioni e frustrazioni che inevitabilmente finiscono per incidere sulla vita familiare e comunitaria.

3. Vi incoraggio a vivere l’esperienza lavorativa alla luce della fede. In questo sforzo sentite il Papa accanto a voi, sentite la Chiesa vicina a ciascuno di voi specialmente quest’anno in cui celebriamo il centenario dell’Enciclica Rerum novarum promulgata dal mio predecessore Leone XIII, che costituisce una pietra miliare dell’insegnamento sociale cristiano.

Leone XIII ha tra l’altro denunciato lo sfruttamento e il mancato rispetto della dignità del lavoratore, delineando un quadro di riferimento generale entro il quale le parti sociali devono camminare perché sia stabile la loro mutua e rispettosa convivenza.

Ai giorni nostri tutto è notevolmente migliorato; la Chiesa tuttavia auspica che la ricerca del benessere avvenga sempre nel rispetto di ogni componente lavorativa ed a vantaggio del bene di tutti.

4. In un mondo inquieto, dominato talora dalla sopraffazione e dall’egoismo, siate costruttori di concreta solidarietà: Gesù, cresciuto accanto al carpentiere di Nazaret, è venuto per dare vita nuova all’esistenza umana; che sembra non di rado far fatica ad orientarsi secondo i criteri dell’amore. Troppi interessi la distraggono dall’autentica crescita morale e sociale! Accomunati dalla legge del lavoro, sappiate, cari lavoratori, superare ostacoli e difficoltà per compiere con dedizione e competenza quanto vi è possibile perché la fatica quotidiana diventi energia spesa per il vero progresso della società.

Il luogo dove lavorate e dove trascorrete tanta parte della giornata, diventerà così la vostra seconda famiglia. In esso è possibile realizzare le vostre aspirazioni professionali e creare un clima di reciproca stima, di mutuo rispetto e di sincera fiducia. In tal modo potrete dar vita realmente ad una comunità nella quale le distinzioni dei ruoli e degli impieghi non creino barriere, ma portino ad una intesa costruttiva e fraterna nel nome di una causa comune: quella del lavoro. Mentre parlo a voi, lavoratori, il mio pensiero corre ai tanti giovani, che non sempre riescono a trovare un impiego, e rischiano di cadere vittime d’ingannevoli miraggi. Occorre ridare fiducia al mondo giovanile! Occorre che la società faccia lo sforzo di inserire la gioventù che s ‘affaccia al lavoro nel tessuto attivo delle sue strutture, se si vuole che non cada nelle tentazioni della pericolosa evasione del qualunquismo e della devianza. Solo così si può preparare un futuro migliore per tutta la società.

5. Mentre insieme onoriamo San Giuseppe, patrono dei lavoratori, vorrei affidare a Lui, che ha conosciuto la fatica del lavoro quotidiano, le vostre preoccupazioni, quelle specialmente relative ai problemi dell’azienda, alle esigenze della famiglia e alla disoccupazione giovanile. Vi aiuti, inoltre, San Giuseppe a dar vita ad una società permeata da autentici valori umani e cristiani quali la dignità della persona, l’onestà, la responsabilità, e la solidarietà e lo spirito di fede.

Vi sia di incoraggiamento e vi accompagni anche la mia cordiale benedizione.

 



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