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DISCORSO DI GIOVANNI PAOLO II
AD UN GRUPPO DI RAPPRESENTANTI DEL
GIAPPONE PARTECIPANTI AL

«V MEETING INTERNAZIONALE PER LA PACE»

Lunedì, 7 ottobre 1991

 

Miei cari amici,

È per me un gran piacere accogliervi mentre siete in viaggio per Malta per prendere parte al V Meeting internazionale per la Pace organizzato dalla Comunità di Sant’Egidio. Il vostro desiderio di incontrare i credenti di tutte le tradizioni allo scopo di pregare per la pace nel mondo spiega la persuasione che noi condividiamo che la religione ha una parte essenziale da svolgere nella costruzione di relazioni più giuste e armoniose tra gli individui e i popoli. Desidero perciò assicurarvi del mio interesse nel vostro lavoro per la pace e sono felice che abbiamo quest’occasione per incontrarci.

Ricordo con soddisfazione che molti capi religiosi in Giappone, compresi alcuni di voi che sono qui oggi, risposero generosamente al mio invito di venire ad Assisi per la Giornata Mondiale di preghiera per la Pace, nell’ottobre 1986. Da quella data i rappresentanti religiosi del Giappone sono stati presenti agli incontri annuali che la Comunità di Sant’Egidio ha organizzato per promuovere lo spirito e gli scopi dell’incontro di Assisi. Quest’anno, che segna il cinquantesimo anniversario dello scoppio della Seconda Guerra Mondiale nel Pacifico, la vostra delegazione e ancor più numerosa. La tragica esperienza del vostro Paese degli orrori della guerra atomica vi rende portavoce particolarmente eloquenti della vocazione del mondo alla pace.

La pace, il desiderio di ogni cuore umano, è essenziale per il bene della famiglia umana, e anzi per la sua reale sopravvivenza. In tempi recenti siamo stati testimoni di un grande progresso nel superamento degli ostacoli per la pace del mondo. È tuttavia, come dissi ad Assisi, “la pace, dove esiste, è estremamente fragile. È minacciata in tanti modi e con tali imprevedibili conseguenze da obbligarci a procurarle solide basi” (Giovanni Paolo II, Discorso nella Basilica di Santa Maria degli Angeli, 27 ottobre 1986: Insegnamenti di Giovanni Paolo II, IX, 2 (1986) 1250). Siamo consapevoli che, in un certo senso, la pace è al di là di noi. Essa è un dono che va implorato. È incoraggiante che così tante persone da tutto il mondo preghino, individualmente e collettivamente, per questo dono divino, per il successo degli sforzi per promuovere la vera pace. Il raduno di persone di diversi ambienti religiosi per pregare in questo modo assume l’ulteriore significato di segno per il mondo che anche profonde differenze di veduta e di convinzione necessitano che non vi siano ostacoli alla comprensione, alla stima e alla cooperazione reciproche, che sono il sentiero verso la pace.

Il Papa ha poi aggiunto le seguenti parole in giapponese:

Il vostro viaggio per Malta e ivi il vostro incontro siano un passo ulteriore in questo pellegrinaggio comune verso la pace e l’armonia tra le famiglie e tra le nazioni in tutto il mondo. Che Dio vi protegga e vi guidi.

 

© Copyright 1991 - Libreria Editrice Vaticana

 



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