Index   Back Top Print

[ IT ]

DISCORSO DI GIOVANNI PAOLO II
AI PARTECIPANTI AL CONVEGNO GIOVANILE IGNAZIANO
SU «UOMINI DI FRONTIERA PER LA RICONCILIAZIONE»

Cortile del Palazzo Pontificio di Castel Gandolfo
Giovedì, 12 settembre 1991

 

Carissimi giovani!
1. Sono lieto di accogliervi e vi saluto tutti con affetto.

Questo nostro incontro ha luogo ad un mese circa di distanza dal grande raduno di Czestochowa. Da “Jasna Gora” ho invitato i giovani, là convenuti, a ripartire con coraggio verso i presenti compiti missionari della Chiesa per la nuova evangelizzazione dell’Europa e del mondo.

L’odierna vostra visita è un ideale richiamo a quella straordinaria esperienza ecclesiale e rappresenta un’occasione preziosa per approfondire la vocazione di voi giovani, portatori di un messaggio di speranza per il mondo, alla luce della spiritualità di Sant’Ignazio.

2. Siamo, infatti, nell’Anno Ignaziano, in cui la Compagnia di Gesù e tutti coloro che si riconoscono debitori al carisma di Sant’Ignazio di Loyola sono impegnati a ritrovarne l’ispirazione profonda ed attuale per la loro vita e per il servizio alla Comunità dei credenti e all’intera umanità. Nell’esperienza di preghiera e nella riflessione comune, che voi andate conducendo in questi giorni, voi cercate di fondere in una feconda unità due aspetti fondamentali della vostra identità di giovani credenti: la missione della nuova evangelizzazione nel mondo di oggi, alle porte ormai del terzo Millennio cristiano, e la spiritualità di Sant’Ignazio, che vi contraddistingue e vi sostiene nell’impegno evangelico.

Molti giovani, nei trascorsi cinquecento anni di storia ignaziana, hanno sperimentato il fascino spirituale di quest’uomo, che, soprattutto attraverso gli Esercizi Spirituali, li ha aiutati a comprendere la chiamata personale di Cristo e ad annunciare e diffondere il Regno della salvezza. La stessa nascente Compagnia di Gesù non era forse un gruppo di giovani studenti dell’Università di Parigi - come San Francesco Saverio o il beato Pietro Fabro - raccolti intorno ad Ignazio per il perseguimento di questo ideale?

3. Quanti giovani per questa via sono diventati santi! Vorrei ricordarne qualcuno: Santo Stanislao Kostka, che ho avuto occasione di invocare nella chiesa di Sant’Andrea al Quirinale, frequentata da molti di voi, San Luigi Gonzaga, del quale, nel giugno scorso, ho celebrato assieme a migliaia di giovani a Castiglione delle Stiviere e a Mantova il quarto centenario della morte, sottolineandone l’attualità per i giovani della nostra epoca, San Giovanni Berchmans, degno figlio di Sant’Ignazio. Stanislao, Luigi, Giovanni: ecco alcuni esempi, che hanno esercitato nei secoli uno straordinario fascino su innumerevoli loro coetanei.

4. E oggi? Oggi proprio voi, che siete qui presenti, dovete essere gli epigoni di Stanislao, di Luigi, di Giovanni alla scuola di Ignazio.

Ignazio vi parla sempre di quel “magis”, di quel “di più” e di quel “seguimi”, a cui Cristo vi chiama, fissandovi con amore negli occhi ed interpellando la vostra libertà, come fece con il giovane di cui narra il Vangelo: “Se vuoi essere perfetto, va’, vendi quello che hai, dallo ai poveri . . ., poi vieni e seguimi!” (Mt 19, 21-22).

Seguimi senza paura, in un cammino di libertà dalle tante schiavitù che ti insidiano in questo tempo, in cui i beni materiali possono soffocare l’anima; seguimi verso le frontiere del Regno di Dio che sono larghe come il mondo, seguimi verso l’Est, che riscopre la libertà e la dignità umana, e verso l’Ovest, che deve ritrovare il senso della vita, seguimi verso il Sud, che grida chiedendo vita e giustizia, e verso il Nord, che deve convertire la sua conoscenza e la sua potenza per il bene dell’umanità.

Come ai tempi di Ignazio, di Stanislao, di Luigi, di Giovanni, così anche adesso non mancano le grandi imprese da compiere per il Regno. Sono grandi, sono difficili, ma sono belle e appassionanti. Sono le sfide del terzo Millennio, sono le vostre sfide, sono le sfide che il Signore della storia pone davanti alla vostra generazione.

5. Pertanto, non abbiate paura di essere santi! Abbiate il coraggio di cercare e trovare la verità al di là del relativismo e dell’indifferenza di chi tende a costruire il nostro mondo come se Dio non esistesse. Non resterete mai delusi se conserverete come punto di riferimento nella vostra ricerca Cristo, verità dell’uomo. Egli, rivelando il mistero del Padre e del suo amore, “svela anche pienamente l’uomo all’uomo e gli fa nota la sua altissima vocazione” (Gaudium et spes, 22).

Abbiate il coraggio della solidarietà nella Chiesa e nel mondo; lanciate a tutti l’invito ad essere insieme a voi gli artefici della “civiltà dell’amore”, che il Vangelo ci spinge a costruire, superando le divisioni e gli odi che si annidano nel cuore umano, riconciliando gli uomini con le creature, gli uomini fra loro, gli uomini e Dio. Ecco il grande programma che vi sta dinanzi. A voi attuarlo!

6. Si dice che Ignazio, dalla sua casa presso Santa Maria della Strada in Roma, mandasse i suoi figli in missione con le parole: “Ite incèndite omnia!”, “Andate, incendiate tutto il mondo, tutte le cose!”. Ed essi partivano, là dove il Vicario di Cristo li inviava, col cuore ardente d’amore per Gesù e per i fratelli. Anche voi andate dappertutto, consapevoli sempre del desiderio di Cristo: “Sono venuto a portare il fuoco sulla terra, e come vorrei che fosse già acceso!” (Lc 12, 49). Fate ardere questo fuoco: il fuoco che Gesù ha portato, il fuoco dello Spirito Santo, che brucia ogni umana miseria, ogni gretto egoismo, ogni pensiero meschino. Lasciate che questo fuoco divampi nel vostro cuore.

È la Vergine Maria, la Madonna della Strada, che oggi lo accende in voi. Ripeto qui la consegna che ho dato a Czestochowa: “Portate questo fuoco in ogni frontiera del mondo. Che niente e nessuno possa spegnerlo. Ricevete lo Spirito Santo e siate forti! Amen” (Ioannis Pauli PP. II, Homilia in Missam in urbe «Czestochowa», prope Sanctuarium Marianum «Jasna Góra» celebrata, 11, die 15 aug. 1991).

Vi benedico con affetto.

Prima di impartire la benedizione apostolica, il Papa ha salutato ancora i giovani presenti con queste parole.

Vorrei ringraziarvi per la vostra testimonianza e per le due testimonianze che nel nome di voi tutti hanno portato Claudio e Silvia. Mi hanno commosso profondamente. Vedo come Cristo è veramente presente nel mondo, come è presente attraverso la sua Grazia in quelli che soffrono. Questa è la meraviglia più grande della sua presenza. Vi ringrazio per questa presenza di Cristo che cercate di portare nel mondo, ciascuno a suo modo. Vi auguro di continuare sempre in questa direzione e, attraverso la presenza di Cristo in voi, di trovare voi stessi in Cristo, di essere nella Chiesa e nel mondo come veri operatori non solamente della pace, ma di tutto quello che è bello, che è buono, che è vero, tutto quello che Cristo porta in sé e distribuisce nei nostri cuori attraverso il soffio del suo Spirito.

Questo è il mio augurio che faccio a voi tutti, alla Compagnia di Gesù e a questa grande opera che la accompagna durante i secoli, e di cui anche io ero partecipe in un tempo passato.

 

© Copyright 1991 - Libreria Editrice Vaticana

 



Copyright © Dicastero per la Comunicazione - Libreria Editrice Vaticana