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DISCORSO DI GIOVANNI PAOLO II
AI PARTECIPANTI ALL’VIII ASSEMBLEA NAZIONALE
DELL’AZIONE CATTOLICA ITALIANA

Venerdì, 24 aprile 1992

 

Carissimi fratelli e sorelle!

1. Sono grato al Signore per questo nostro incontro, che mi offre l’opportunità di esprimere all’Azione Cattolica Italiana la mia ammirazione per il suo impegno al servizio del Vangelo. Voi state tenendo, proprio in questi giorni, l’VIII Assemblea Nazionale, che ha come tema: “Perché il mondo creda. Azione Cattolica: laici in missione con il Vangelo della carità”. Siate tutti benvenuti! Vi accolgo con affetto e cordialmente vi saluto. Rivolgo innanzitutto il mio pensiero al Signor Cardinale Camillo Ruini, Presidente della Conferenza Episcopale Italiana, e al Segretario Generale del medesimo Organismo, Mons. Dionigi Tettamanzi. Saluto poi il vostro Assistente Ecclesiastico Generale, Mons. Salvatore De Giorgi, al quale esprimo gratitudine per le parole che poc’anzi, a vostro nome, mi ha rivolto. Con lui saluto l’Avv. Raffaele Cananzi, zelante Presidente dell’Associazione, i Sacerdoti, gli animatori, i responsabili e quanti attraverso l’Azione Cattolica si consacrano, con spirito missionario, all’edificazione del Regno di Dio nelle parrocchie, fra i giovani e in ogni altro ambito della società.

2. “Azione Cattolica: laici in missione con il Vangelo della carità”. Il tema dell’attuale vostro incontro si collega strettamente a quello della precedente Assemblea Nazionale: “Per la vita del mondo. Nella Chiesa e nella società italiana al servizio dell’Azione Cattolica per gli anni ‘90”. Allora la vostra riflessione, che prendeva lo spunto dall’Esortazione apostolica Christifideles laici ed era focalizzata sulla nuova evangelizzazione, vi invitava a percorrere “strade apostolicamente sempre più feconde”. La tematica dell’attuale assemblea è tratta dall’Enciclica Redemptoris missio, come pure dagli orientamenti pastorali della Conferenza Episcopale Italiana per gli anni ‘90, “Evangelizzazione e testimonianza della carità”. Seguendo docilmente le direttive dei vostri Pastori, in comunione profonda e permanente col Successore di Pietro, voi siete decisi a portare il vostro originale e insostituibile servizio alla crescita della fede nel popolo cristiano. A voi è domandato di far risuonare l’annuncio della salvezza di Cristo dappertutto, divenendo voi stessi fermento di santità, sale della terra e luce del mondo (cf. Mt 5, 13-14). Già siete in cammino su questa strada, fratelli e sorelle carissimi. Questa è la strada dell’intima e personale adesione a Gesù Cristo e al suo Vangelo, della piena comunione con la Chiesa, della coraggiosa testimonianza della fede e della carità, dell’audacia missionaria. Nel prossimo triennio, poi, avete in animo di intensificare questa vostra azione evangelizzatrice si da renderla più ampia e capillare, più significativa e incisiva. Volete sottoporre ad approfondita riflessione la realtà della “missione” e della “nuova evangelizzazione”, e consacrare ad essa ogni vostra spirituale energia. Molte volte, anche di recente, ho avuto occasione di ribadire che “l’annunzio ha la priorità permanente nella missione: la Chiesa non può sottrarsi al mandato esplicito di Cristo, non può privare gli uomini della “buona novella” che sono amati e salvati da Dio... L’annunzio ha per oggetto il Cristo crocifisso, morto e risorto: in lui si compie la piena e autentica liberazione dal male, dal peccato e dalla morte; in lui Dio dona la “vita nuova”, divina ed eterna” (Redemptoris missio, 44). Ecco la “buona novella”, che anche voi siete chiamati a proclamare senza sosta: essa cambia il cuore umano e rinnova la storia del mondo. Questa buona novella tutte le persone e tutti i popoli hanno diritto di conoscere.

3. Ma per poter essere all’altezza di una così nobile e impegnativa missione, l’Azione Cattolica deve rimanere costantemente fedele alla sua identità associativa, delineata sia dalle ripetute indicazioni dei vostri Pastori che dallo Statuto e dai suoi Progetti formativi. La vostra identità è quella di una singolare forma di apostolato laicale a servizio dell’intera comunità cristiana e per il bene della stessa società civile. Si tratta di una “vocazione speciale” affidatavi dal Signore, di un particolare “carisma” di diretta collaborazione con i Pastori (cf. Evangelizzazione e testimonianza della carità, 29), “sotto la spinta dello Spirito Santo, nella comunione coi Vescovi e coi Sacerdoti” (Christifideles laici, 31). Lo stretto e costante raccordo con le direttive della Gerarchia non solo non mortifica la vostra piena maturità di laici dediti all’apostolato, ma la esalta rendendo più eloquente la vostra testimonianza ecclesiale. Conservano, al riguardo, valore e attualità le esortazioni che il mio predecessore Paolo VI rivolgeva alla I Assemblea Nazionale della vostra Associazione, nel 1970. “Non temete - egli diceva - per l’efficienza della vostra attività, del vostro apostolato, quasi che il suddetto peculiare rapporto con la Gerarchia abbia a intralciare i movimenti dell’azione, a cui siete chiamati. È chiaro, infatti, che il laicato cattolico assumerà un’efficienza tanto maggiore e tanto più libera e responsabile nella comunità ecclesiale, quanto più aderente e qualificato sarà il rapporto che lo unisce alla Gerarchia, un rapporto cioè di leale collaborazione. La quale, a un certo momento, quando la vostra azione apostolica deve svolgersi al di fuori del recinto ecclesiale, nel mondo, diventerà incarico, diventerà fiducia e autoresponsabilità” (Insegnamenti, vol. VIII, 1970, p. 931).

4. Su di voi debbono poter contare in ogni momento i Pastori della Chiesa italiana e questo renderà il vostro servizio ancor più importante e significativo. Forti di tale consapevolezza, sarà per voi più facile impegnarvi con decisione per conseguire i traguardi che vi attendono nel prossimo triennio. Occorre, in primo luogo, intensificare l’impegno per la formazione cristiana permanente e globale con particolare attenzione alla preparazione dei formatori. L’Azione Cattolica è scuola di formazione permanente, perché abbraccia tutte le età e condizioni di vita; è palestra di educazione integrale umana, culturale e pastorale per il suo fine stesso, che è il fine globale apostolico della Chiesa. Ponete al centro di ogni vostro progetto formativo il primato della vita spirituale, come lo esige la risposta che tutti, come battezzati, dobbiamo dare alla fondamentale chiamata alla santità. È necessario, inoltre, un impegno più deciso per la una profonda intelligenza della fede e una evangelizzazione della cultura, che domandano un’amorosa e matura conoscenza della verità cristiana, una lettura sapienziale della realtà sociale e storica e una capacità di dialogo e di comunicazione con tutti nella logica della piena fedeltà a Dio e all’uomo. A queste condizioni, l’Azione Cattolica potrà diventare autentica scuola di evangelizzazione, radicata nell’ascolto della Parola di Dio e nella catechesi, e si porrà in condizione di evangelizzare soprattutto quanti si sono allontanati dalla fede e dalla pratica della vita cristiana. Voi dovete essere, come Azione Cattolica, e quindi nella vostra realtà comunitaria, soggetti attivi di evangelizzazione, promuovendo iniziative, soprattutto a livello parrocchiale, che vi consentano di esprimere la vostra generosa capacità missionaria aperta a tutti. L’evangelizzazione non è, d’altronde, la vostra prima finalità? Non basta che evangelizzino i singoli aderenti: è necessario che lo faccia l’Associazione come tale, in forma solidale e “a guisa di corpo organico” (Apostolicam actuositatem, 20).

5. Gli Orientamenti pastorali dei Vescovi italiani per i prossimi anni vi chiamano, altresì, a percorrere le tre “vie privilegiate” attraverso le quali “il Vangelo della carità può farsi storia”: l’educazione dei giovani al Vangelo della carità, l’amore preferenziale per i poveri nel contesto di una cultura della solidarietà, e la presenza responsabile dei cristiani nel sociale e nel politico (cf. Evangelizzazione e testimonianza della carità, nn. 43-52). So che la vostra Assemblea Nazionale intende soffermare la propria attenzione su questa ultima via. Avendo ben chiari gli orientamenti più volte ribaditi dai vostri Pastori circa l’unità dei credenti nella difesa e promozione degli imprescindibili valori umani ed evangelici, non sarà difficile per voi operare responsabilmente per l’educazione dei fedeli al sociale e al politico attraverso la conoscenza, l’approfondimento, la diffusione della dottrina sociale della Chiesa, alla cui elaborazione nel corso della sua storia l’Azione Cattolica ha costantemente prestato un valido apporto. È necessario, infine, che l’Azione Cattolica sia e diventi sempre più un segno visibile, uno specchio che ripropone a tutti il volto autentico della Chiesa come “mistero, comunione e missione”. In particolare, la comunione ecclesiale deve trovare nella vita associativa dell’Azione Cattolica una sua immagine viva, una sua luminosa testimonianza per l’intensità dell’amore verso Dio che lo Spirito Santo effonde nei cuori degli associati, per la reciproca collaborazione tra sacerdoti e laici, per la cordiale valorizzazione di tutti i carismi e di tutte le vocazioni come pure delle diverse sensibilità ed esperienze spirituali e pastorali dei suoi membri, e infine l’apertura e la collaborazione con le altre aggregazioni laicali presenti e operanti nella Comunità cristiana.

6. Carissimi fratelli e sorelle, vi ringrazio sinceramente per la vostra visita e per i sentimenti di docile fedeltà che avete voluto ancora una volta manifestarmi. Vi auguro di cuore che questa ottava Assemblea Nazionale costituisca per tutti voi un privilegiato momento di comunione e di maturazione spirituale. Possa la vostra Associazione essere anche in avvenire un profetico segno di unità per la Chiesa e per il Paese.

Il Signore, ne sono certo, vi benedirà con abbondanti grazie e coronerà il vostro lavoro di copiosi frutti apostolici. Susciterà, soprattutto fra i giovani, coraggiose risposte vocazionali al sacerdozio, alla vita religiosa, all’apostolato laicale. Vi renderà testimoni del suo amore misericordioso e araldi del suo Vangelo di speranza. Vi accompagni nel vostro diuturno cammino la Vergine Maria, Madre degli Apostoli. E vi sia di conforto anche la mia benedizione, che imparto volentieri a voi qui presenti e a tutti gli aderenti all’Azione Cattolica Italiana.

 

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