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VIAGGIO PASTORALE IN SENEGAL, GAMBIA E GUINEA

CERIMONIA DI CONGEDO

DISCORSO DI GIOVANNI PAOLO II

Aeroporto «Gbessia» di Conakry (Guinea)
Martedì, 25 febbraio 1992

 

Signor Presidente,
Cari fratelli nell’Episcopato,
Signore e Signori,
Cari amici della Guinea,

1. Ecco giunto al termine un viaggio che, per l’ottava volta, mi ha portato in quella terra d’Africa che sto imparando a conoscere e ad amare sempre di più. Signor Presidente, sono stato sensibile alle parole che mi ha appena rivolto. È a lei che esprimo, innanzitutto, i miei ringraziamenti, insieme alla Signora Henriette Conté, in questi momenti carichi di emozione e di una certa nostalgia, ma che seguono ore piacevoli di gioia condivisa. Le sono grato di avermi voluto accompagnare. Con lei, ringrazio anche, per la loro presenza, le alte autorità dello Stato così come i membri del Governo e dei Corpi Costituiti. Apprezzo molto la presenza, questa mattina, dei membri del Corpo diplomatico accreditati presso la Guinea che sono venuti a ricevermi e hanno la gentilezza di partecipare a questa cerimonia di congedo. Al momento di lasciare la Guinea, desidero esprimere la mia più viva gratitudine a tutti coloro che, in un modo o nell’altro, hanno contribuito alla riuscita del mio soggiorno, mettendo le loro energie, la loro esperienza e la loro dedizione al servizio di una calorosa e generosa ospitalità che mi ha molto toccato. Ringrazio cordialmente il personale dei servizi di sicurezza che hanno lavorato efficacemente al buon svolgimento di questa visita. Associo a questi ringraziamenti i rappresentanti dei media che hanno fatto eco ai diversi avvenimenti di queste belle giornate.

2. A voi, cari fratelli nell’episcopato, voglio esprimere anche la mia gratitudine e la mia gioia per aver potuto trascorrere con voi alcuni momenti nella terra del vostro apostolato. È sempre un’autentica gioia, per il successore di Pietro, incontrare i suoi fratelli del collegio episcopale, ma egli è particolarmente felice di rendere loro visita sui luoghi stessi in cui vivono per annunciare il Vangelo e servire la Chiesa. Con i cattolici della Guinea, mi avete riservato un’accoglienza che ben esprimeva l’affetto e il rispetto che avete per il Papa. Vi ringrazio ancora una volta per tutto questo! È senza dubbio troppo presto per trarre conclusioni o abbozzare un bilancio di queste due giornate così ricche di eventi. Eppure conserverò nel cuore il ricordo degli incontri commoventi con le forze vive della Chiesa in Guinea: i giovani, i catechisti, i consacrati e i laici impegnati con i loro pastori. Spero che i battezzati, rafforzati nella loro fede, vivano ancora di più nella concordia e nella comunione fraterna, la cui sorgente è in Dio. Ripeto loro volentieri le parole di San Paolo: “Fratelli miei carissimi, rimanete saldi e irremovibili, prodigandovi sempre nell’opera del Signore, sapendo che la vostra fatica non è vana nel Signore” (1 Cor 15, 58).

3. Infine, auspico che tutti gli abitanti della Guinea, Cristiani, Musulmani o Animisti, si sforzino di vivere nella pace, nell’unità, nel rispetto delle persone e della loro dignità! Assicuro loro che porterò davanti a Dio le loro preoccupazioni e le loro speranze. Un antico adagio della città di Roma, dove sto per tornare, diceva: “che la salvezza del popolo sia legge suprema”. Lo ripeto volentieri qui: che la felicità, che la salvezza del popolo sia lo scopo perseguito con costanza da quanti presiedono ai destini della nazione! E che ogni cittadino si preoccupi di far fruttificare i suoi talenti, nel rispetto dei diritti altrui, affinché progredisca il benessere di tutti sulla via di uno sviluppo che risponda alle aspirazioni dei cuori!

Nel rinnovarle i miei ringraziamenti, Signor Presidente, le auguro di continuare felicemente la sua alta missione.

Dio benedica la Guinea!

 



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