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VISITA ALLA PONTIFICIA FACOLTÀ DI SCIENZE DELL’EDUCAZIONE «AUXILIUM»

DISCORSO DI GIOVANNI PAOLO II
ALLE FIGLIE DI MARIA AUSILIATRICE

Venerdì, 31 gennaio 1992

 

Signori Cardinali, Illustri Docenti, Reverende Suore,
Figlie di Maria Ausiliatrice, cari allievi e allieve!

1. Sono lieto di celebrare con voi la ricorrenza delle “nozze di argento” di codesta Facoltà di Scienze dell’Educazione “Auxilium”, fondata dalle Suore, Figlie di Maria Ausiliatrice, proprio nella festa di San Giovanni Bosco dell’anno 1966, come Istituto Internazionale di Pedagogia e Scienze Religiose. Saluto cordialmente tutti voi, che prendete parte a questa solenne cerimonia. Saluto, in particolare, i Signori Cardinali, gli Arcivescovi e Vescovi, il Gran Cancelliere, Don Egidio Viganò, la Madre Generale e Vice Gran Cancelliere, Suor Marinella Castagno. Ringrazio la Reverenda Preside e la studentessa per l’indirizzo che hanno voluto rivolgermi all’inizio di questo incontro.

2. San Giovanni Bosco, di cui oggi celebriamo la memoria liturgica, si attende un contributo rilevante dalle sue Figlie spirituali, impegnate a proseguire la sua missione educativa e a esprimere, in linguaggio universitario, il carisma salesiano. Come il vostro Fondatore, guardate anche voi a Cristo Maestro, il cui insegnamento ha esercitato ed esercita un influsso provvidenziale sui cultori dell’educazione. Con l’incarnazione il Cristo si manifesta come Parola vivente del Padre e rivela il mistero di Dio agli uomini. Egli è, infatti, Maestro di tutto lo scibile e Maestro unico, in quanto solo il Figlio conosce pienamente il Padre. La Chiesa, quale Madre e Maestra, attua nel mondo e nella storia il Magistero di Cristo all’interno delle sue Comunità, nelle avanguardie delle stazioni missionarie e nelle frontiere con le diverse Confessioni cristiane. Nella fedeltà al suo Signore, la Chiesa coltiva l’educazione con ogni sollecitudine, considerandola come suo compito primario. Si spiega così la predilezione che nutre per i suoi servitori nel campo eletto dell’insegnamento. Don Bosco eccelle tra questi maestri cristiani come “genio riconosciuto della moderna pedagogia e catechesi” (Insegnamenti di Paolo VI, XVI, 1978, p. 59), nel campo specifico della formazione dei giovani. Nell’introduzione al Piano di Regolamento dell’Oratorio, che resta la sua opera fondamentale, Don Bosco sintetizza in breve la missione di Cristo, alla quale intendeva assoggettare il suo apostolato: “Il Verbo - dice - incarnandosi, viene “a radunare in unità i figli di Dio che erano dispersi” (Gv 11, 52)”. In seguito, Don Bosco, nel tratteggiare il servizio specifico tra i giovani, segue a puntino le orme del Verbo Incarnato: “Le parole del Santo Vangelo, che ci fanno conoscere essere il Divin Salvatore venuto dal cielo in terra per radunare insieme tutti i figliuoli di Dio dispersi nelle varie parti della terra, parmi che si possano letteralmente applicare alla gioventù dei nostri tempi” (cf. Scritti sul Sistema Preventivo). Essendo identica la finalità, identico dovrà essere altresì lo stile di marcia verso la meta. Destinataria del messaggio del Padre, portato dal Figlio, è tutta l’umanità. Ecco perché Don Bosco guarda la totalità dei giovani come l’oggetto preciso delle sue cure pedagogiche. Per raggiungere anche il mondo femminile, le Figlie di Maria Ausiliatrice avevano, secondo lo spirito del loro Fondatore, lo scopo di “educare cristianamente le ragazze non agiate, oppure povere e abbandonate, per avviarle alla moralità, alla scienza e alla religione” (Cronistoria, FMA, II, Roma, 1976, 400). La Metodologia scelta per l’educazione sia dei ragazzi che delle ragazze è quella adoperata dal Cristo Maestro, quella del Vangelo. I due tratti del suo Cuore divino - “mitezza e umiltà” - delineano con precisione lo stile della consacrazione totale di Don Bosco al mondo giovanile. Diventerà per essi un vero “servo” con predilezione per i più poveri e abbandonati ed eserciterà il suo ministero educativo con quella bontà evangelica che definì “amorevolezza”, perché destinata a far riecheggiare i palpiti del Cuore di Cristo. Una tale pedagogia non può mai tramontare nella storia. È chiamata a durare come il Vangelo stesso, del quale si professa serva fedele. Questo è, dunque, il segreto della validità sempre attuale del Sistema Preventivo di San Giovanni Bosco.

3. La Congregazione delle Figlie di Maria Ausiliatrice “partecipa nella Chiesa alla missione salvifica di Cristo, realizzando il progetto di educazione cristiana proprio del Sistema Preventivo” (Costituzioni, 1). Sono due le conseguenze derivate da tale impegno costituzionale: innanzitutto investigare a fondo per cogliere la natura specifica del Sistema educativo, in maniera da poterlo realizzare a dovere in piano pratico; in secondo luogo, cercare una formulazione tale che lo renda accessibile a tutti e al servizio di tutti. La formula tradizionale della Famiglia Salesiana “fare come faceva Don Bosco”, riuscì ad assolvere egregiamente quel doppio impegno nei tempi e ambienti culturalmente vicini al Santo Fondatore. Tale formula va adeguata ai tempi in cui viviamo e alle diverse culture. Come facevo notare nella Costituzione Sapientia christiana, il “Vangelo di Cristo, che è diretto a tutti i popoli di ogni età e regione, non è legato in modo esclusivo ad alcuna cultura particolare, ma è capace di permeare tutte le culture, così da illuminarle colla luce della Rivelazione divina e purificare e rinnovare in Cristo i costumi degli uomini” (Proemio, 1). Si impone, perciò, uno sforzo permanente per cogliere ed esprimere la verità che, pur essendo in se stessa immutabile, presenta prospettive diverse, tenuto conto delle coordinate che cambiano nella storia. C’è, dunque, il pericolo che un’imitazione letterale dei gesti materiali di Don Bosco porti a tradire lo spirito che animava il suo operato. Per ovviare a questo inconveniente, occorre applicare a questo caso concreto il ricorso suggerito nella stessa Costituzione: “in questa azione della Chiesa nei riguardi della cultura, particolare importanza hanno avuto e hanno tuttora le Università Cattoliche” (Ivi, 1).

4. A questo compito specifico punta provvidenzialmente la vostra Facoltà “Auxilium”. Gli Statuti sono espliciti: “particolarmente, in armonia con i princìpi dell’umanesimo pedagogico cristiani di San Giovanni Bosco, la Facoltà promuove lo studio e l’approfondimento dei problemi dell’educazione della gioventù, specialmente dell’infanzia, della fanciullezza e dell’adolescenza, con speciale attenzione a quelli della donna” (Statuti, 2,3). La vostra Facoltà Salesiana deve restare simultaneamente Salesiana e Facoltà. Dovete considerarla vostra a doppio titolo. Sarà davvero universitaria, se assicura una adeguata conoscenza dell’oggetto; il che non sarà possibile senza una valutazione sperimentale della pedagogia di Don Bosco alla vostra portata. Riuscirà poi ad arricchire la pedagogia nella misura in cui riuscirete ad esprimere, in linguaggio prettamente universitario, i frutti della ricerca del vostro carisma. È auspicato anche il dialogo scientifico con altri Istituti culturali analoghi, in modo da far risuonare i valori del vostro carisma specifico nella Chiesa e nel mondo. In altre parole, la vostra Facoltà è chiamata a ripensare e attualizzare scientificamente la lezione magistrale del vostro Santo Fondatore. Egli riuscì a comunicare efficacemente ai giovani del suo tempo il messaggio di Cristo calato in formule catechistiche indovinate, tenuto conto delle categorie culturali di quel tempo. A voi compete tradurre e rinnovare quel suo sforzo di inculturazione del Vangelo e di evangelizzazione della cultura. Impegnatevi in tale direzione con entusiasmo e amore, certi di riuscire così a rendere attuale l’opera educativa del vostro Padre Fondatore, allargando sempre più gli orizzonti del suo influsso nello spazio e nel tempo.

5. La condizione femminile non può mancare nell’opera educativa. Viene da tutti riconosciuto il valore indispensabile della madre nei primi anni della formazione umana. La figura della donna è altresì necessaria nelle tappe ulteriori del normale processo educativo. La regola resta ugualmente valida nel mondo universitario, dato che la dimensione femminile condiziona le modalità di attuazione di ogni sistema pedagogico. Siete, dunque, appunto perché donne, capaci di riempire lacune notevoli anche in campo universitario. Penso alla didattica, a volte trascurata nelle classi superiori. È chiaro che la metodologia deve accordarsi con l’età e la maturità degli alunni, ma è altrettanto vero che i frutti sarebbero più abbondanti se si tenesse maggiormente conto delle norme metodologiche adeguate all’insegnamento impartito nelle Facoltà. Il vostro Istituto Auxilium con la sua carica di femminilità è in grado di tentare lo sforzo e di apportare contributi importanti. L’Auxilium figura tra le Facoltà Ecclesiastiche, il che attesta chiaramente la volontà della Chiesa di mettere la donna in condizioni di recare a beneficio della comunità il massimo delle sue virtualità. Siete inserite nel campo di lavoro di Cristo Maestro. Avete Statuti universitari, approvati dalle Autorità competenti della Chiesa: siate emule in questa vostra opera delle grandi donne che si sono distinte per dottrina e zelo, come Santa Teresa d’Avila e Santa Caterina da Siena.

6. La professione religiosa tende a potenziare la consacrazione battesimale attraverso segni puntati verso realtà trascendenti. Le Religiose universitarie, dunque, rendono credibile attraverso il voto di povertà l’abbandono filiale nelle mani del Padre, il voto di castità proclama con linguaggio eloquentissimo l’esistenza di veri affetti familiari, al di là dei vincoli della carne e del sangue; l’obbedienza religiosa, intesa come docilità all’amore, potenzia meravigliosamente le energie latenti degli individui e dei gruppi comunitari per portare a esecuzione i disegni divini in favore dell’uomo. La vostra salesianità impone che l’azione educativa sia fedele non soltanto al Fondatore, ma anche alla Madre Maria Domenica Mazzarello, provvidenziale Confondatrice del vostro Istituto di Figlie di Maria Ausiliatrice. Ella fu davvero un modello esemplare, perché, pur non avendo conseguito titoli accademici, raggiunse tale saggezza “da sembrare ispirata dallo Spirito Santo”. Visse nell’umiltà, nella mortificazione, nella serenità la sua donazione a Dio, realizzando la sua “maternità d’amore verso migliaia di giovanette”. Alla radice di questa spiritualità si trovano “l’umiltà profonda e l’ardente carità che la distinsero” (Colletta della Festa di Santa Maria Domenica Mazzarello). La lezione della Mazzarello è la versione al femminile dell’insegnamento di Don Bosco. Tutti e due non fanno che applicare nel loro insegnamento la dottrina imparata alla scuola del Maestro “mite e umile di cuore” (Mt 11, 29).

7. A questi luminosi esempi si ispiri il vostro compito nell’Auxilium: essere fedeli educatrici, universitarie, salesiane. Siate, dunque, davvero quel che siete. Questo si aspetta da voi l’intera Congregazione, che ha bisogno del vostro contributo. Questa è altresì l’attesa della Chiesa, che vi chiama a partecipare attivamente alla sua missione educativa. Questo vi chiede il Papa, in un momento in cui la Chiesa è più che mai impegnata a dare risposte valide alle esigenze del mondo moderno. “Perciò dico a voi e ripeto a tutti gli appartenenti alla Famiglia Salesiana: siate sempre e dappertutto “missionari dei giovani”. Educate con lo sguardo rivolto a Cristo, divino Educatore del Popolo di Dio, come ha fatto Don Bosco” (Discorso al Consiglio Generale dei Salesiani, Insegnamenti di Giovanni Paolo II, XII/1, 1989, p. 273).

Con questi sentimenti imparto di gran cuore a tutti gli appartenenti a codesta Facoltà di Scienze dell’Educazione e ai loro familiari la mia benedizione apostolica.

 

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