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VISITA PASTORALE IN LOMBARDIA

DISCORSO DI GIOVANNI PAOLO II
AI FEDELI DI CREMA IN PIAZZA GARIBALDI

Crema (Cremona) - Sabato, 20 giugno 1992

 

Carissimi fratelli e sorelle!

1. Abbiamo poc’anzi ascoltato la consegna di Gesù agli Apostoli: “Andate in tutto il mondo e predicate il Vangelo a ogni creatura”. “Allora essi partirono – annota l’evangelista Marco – e predicarono dappertutto, mentre il Signore operava insieme con loro” (Mc 16, 15. 20). “Predicarono dappertutto”: la parola degli Apostoli, passando di bocca in bocca, è giunta fino a questa vostra terra, carissimi fratelli e sorelle, e vi ha suscitato nel corso dei secoli una meravigliosa fioritura di vita cristiana. Nella gioia di questa constatazione, saluto voi qui presenti e l’intera Comunità ecclesiale di Crema. Saluto con speciale affetto il Signor Cardinale Marco Cè, originario della Diocesi, e il Nunzio apostolico in Perù, Mons. Luigi Dossena, figlio pure lui di questa Chiesa locale. Saluto il vostro Pastore, il caro Mons. Libero Tresoldi, insieme col predecessore, il venerato Mons. Carlo Manziana. E non posso non aggiungere che con Mons. Manziana, Vescovo emerito di Crema, ci conosciamo da molti anni, ci conosciamo attraverso i suoi colleghi, ex prigionieri di Dachau, sacerdoti polacchi. Molte volte ho potuto incontrare il vostro Vescovo emerito di Crema in Polonia, specialmente a Kalisz, durante i pellegrinaggi che facevano questi sacerdoti prigionieri al Santuario di San Giuseppe, in questa città. Una volta ho avuto anche l’onore di concelebrare con Mons. Manziana. Saluto i Sacerdoti, i Religiosi e le Religiose, i Fedeli laici, impegnati nelle molteplici attività apostoliche parrocchiali e diocesane. Saluto, con affetto profondo, le famiglie, i giovani, speranze vive della società e della Chiesa, e gli ammalati, preziosi protagonisti, grazie alla sofferenza accettata in unione col Redentore, della missione evangelizzatrice del popolo cristiano. Sono lieto di incontrarmi con voi e di condividere le attese e i propositi missionari che vi animano in questa importante fase di preparazione del Sinodo diocesano. Mi conforta, soprattutto, la vostra determinazione a voler essere coraggiosi agenti della nuova evangelizzazione in un mondo che cambia rapidamente. Possa ciascuno di voi, carissimi fratelli e sorelle, fare propria, in ogni circostanza, l’affermazione dell’Apostolo delle Genti: “Tutto io faccio per il Vangelo” (1 Cor 9, 23).

2. Fare tutto per il Vangelo: questo dev’essere il proposito di ogni credente. I lavori del Sinodo vi aiutano a prendere rinnovata coscienza dell’impegno apostolico che interessa ciascuno secondo la propria peculiare vocazione. “Non è infatti per me un vanto predicare il Vangelo – osserva San Paolo –; è un dovere per me: guai a me se non predicassi il Vangelo!” (1 Cor 9, 16). Proclamare la buona novella con la parola e con la coerenza dei propri comportamenti è dovere del cristiano; è per lui fonte di piena realizzazione umana e spirituale.

Carissimi fratelli e sorelle di Crema! So che la vostra terra vanta una secolare tradizione religiosa. A questo patrimonio di speranza voi potete e dovete attingere costantemente. Esso vi è quanto mai utile per consolidare, con immutato ardore missionario, il cammino della nuova evangelizzazione, che “costituisce una sfida non solo per i singoli cristiani e le comunità ecclesiali, ma anche per la costruzione di una società più umana” (Dichiarazione conclusiva dell’Ass. Spec. per l’Europa del Sinodo dei Vescovi, 10). E dal Vangelo, accolto e vissuto con gioia, scaturisce l’energia necessaria per affrontare le nuove e complesse situazioni che caratterizzano l’attuale momento storico. Anche tu, Diocesi di Crema, stai vivendo la complessità dei grandi cambiamenti che sconvolgono oggi il quadro generale della vita, della cultura, della società. Anche tu avverti le nuove inquietudini, spesso drammatiche, che pongono pesanti ipoteche sul tuo futuro. Non lasciarti prendere dallo smarrimento, non cedere all’indifferenza diffusa, non immergerti nel torpore del consumismo. Riscopri piuttosto le tue salde radici cristiane, ravviva il coraggio che ha sempre caratterizzato la tua testimonianza, non dilazionare nel tempo l’urgenza della nuova evangelizzazione. Essa è adattamento senza compromessi, è aggiornamento senza riduzioni, è salvaguardia della tua identità nella piena comunione con la Chiesa universale. Chiesa di Crema, conserva, difendi e accresci i tuoi tesori! Sono i tesori della fede illuminata, della speranza costante, della carità operosa, che debbono brillare nel comportamento di ogni credente. È questa la strada da percorrere: l’ascolto umile e fidente del Signore, il comune impegno della preghiera, il servizio generoso ai fratelli. Se camminerai su tale scia, Chiesa cremasca, potrai vivere questo periodo di transizione senza smarrire la tua identità. Non diventerai città dormitorio gravitante sulla metropoli, non sarai semplice periferia, carica di frustrazione e di malessere. La crisi occupazionale, che ti sta mettendo a dura prova, non riuscirà a vincere la tua apprezzata tradizione di laboriosità, di genialità e di coraggio. L’insediamento del nuovo corso universitario, che ospiterà un folto gruppo di giovani, ti consentirà di capire in profondità e di discernere con saggezza la sete di vero sviluppo presente nel cuore delle nuove generazioni. Chiesa di Crema, sii luce posta sopra il monte, fa’ risplendere davanti agli uomini di oggi la verità tutta intera!

3. Ci troviamo in questa grande piazza, che raccoglie una moltitudine in festa. Questo nostro gioioso appuntamento ci offre un preciso messaggio in riferimento al tema stesso del vostro Sinodo diocesano. Questa piazza non è il luogo dell’anonimato, dove la persona diventa un numero, senza individualità né originalità. Qui ogni persona ha un volto unico ed irripetibile: il volto del bambino, speranza di un futuro migliore; il volto dell’anziano, espressione della saggezza accumulata negli anni; il volto dell’adulto nel pieno della maturità; il volto della donna, richiamo ai valori della mitezza e della pace; il volto del giovane al bivio di importanti scelte esistenziali. Ogni persona è una coscienza, una libertà, una soggettività, una storia. La nuova evangelizzazione rifugge dall’uniformità che livella, dall’anonimato oppressivo: essa rispetta l’originalità di ciascuno, valorizza la sua genialità, coordina le diverse membra al bene dell’intero corpo. Quanto è importante soprattutto il vostro servizio, cari Presbiteri, in ordine alla missione evangelizzatrice della Chiesa! Voi siete chiamati a guidare il popolo affidato alle vostre premure pastorali verso l’autentica comunione, perché voi siete e dovete essere in ogni circostanza gli uomini della comunione! L’autentica comunione chiede rinuncia, è vero, ma solo per ciò che è di ostacolo alla genuina libertà della persona; esige sacrificio, ma solo per potenziare le possibilità di bene del credente; ha bisogno di costante verifica, ma solo per evitare cedimenti alle tentazioni del secolarismo e dell’adattamento allo spirito del mondo. Se la vostra Comunità saprà camminare unita, guidata dalla Verità che libera e santifica, potrà rendere alla società contemporanea il servizio importante della nuova evangelizzazione. Anche a voi, cari Religiosi, Religiose e Consacrati laici, è affidata una speciale missione nella Chiesa: essere la voce che denuncia la schiavitù di ogni forma di materialismo e che, attraverso la testimonianza di castità, povertà e obbedienza, espressione del radicalismo evangelico, anticipa e richiama all’uomo di oggi il vigore della Parola di Gesù: “Beati quelli che pur non avendo visto crederanno!” (Gv 20, 29). Ecco la “novità” carica di sorpresa, che la vostra presenza inserisce nel frastuono dei tanti rumori e delle tante voci assordanti del mondo!

4. Carissimi fratelli e sorelle! Non vi succeda mai di dimenticare che tutto è dono nella vostra esistenza. La salvezza viene dall’alto: “Verrà a visitarci dall’alto un sole che sorge” (Lc 1, 78). Ci ricorda questa soprannaturale realtà il campanile che s’innalza verso il cielo luminoso al di sopra dei tetti delle case. Anche questo è un simbolo e il suo significato è preciso: viene dall’alto il suono delle campane, un suono capace di farsi intendere e che raggiunge anche l’orecchio distratto. Esso rende sacro lo spazio, scandisce il tempo salutando l’alba nel suo sorgere e benedicendo le prime ombre della sera, quando il riposo chiede di interrompere la fatica. È un suono che dà senso alla festa, che piange quando la morte entra nelle case; che benedice Iddio in ogni circostanza. È la voce che obbliga a guardare in alto non per dimenticare la terra, ma per cogliere in Dio il senso ultimo della storia. La nuova evangelizzazione è ricupero e riaffermazione di questa dimensione verticale della vita in un mondo sempre più dominato da interessi e attese terreni. È riconoscimento del primato della Parola che viene dal cielo per recare un messaggio di speranza. La voce del Signore, pur fra tanti rumori, continua a risuonare nitida e sicura. Se ascoltata, essa raggiunge la mente e la illumina, tocca il cuore e lo commuove, nobilitando il desiderio, santificando il sentimento, orientando l’azione perché porti frutti abbondanti.

5. Fedeli di Crema, da questa piazza si diparte una strada che s’immerge nella Città, una strada relativamente stretta come quelle degli antichi borghi medioevali, ma chiaramente delineata. Essa mi suggerisce una riflessione conclusiva, che si collega ancora col soggetto della vostra Assemblea Sinodale diocesana. È una riflessione che si propone come domanda: Dove porta la tua strada, Diocesi di Crema? Non tutte le strade conducono alla meta, né quelle più attraenti sono le più sicure. Ripida è la strada che porta alla vetta! Occorre perciò alleggerire la bisaccia da pellegrino, conservando solo l’essenziale! Chiesa di Crema, la tua strada è Cristo! Percorrila con fiducia guardando Maria, Stella della nuova evangelizzazione. Cammina sorretta dall’esempio di coloro che ti hanno preceduto nell’umile e gioiosa sequela del Signore.

Ti guidi la forza rinnovatrice dello Spirito Santo, perché possa recare agli uomini d’oggi l’eterno messaggio della salvezza.

A tutti la mia benedizione!

 



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