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VISITA ALLA PARROCCHIA DEI SANTI VITALE E COMPAGNI MARTIRI IN FOVEA

DISCORSO DI GIOVANNI PAOLO II

Domenica, 8 marzo 1992

 

Ai bambini della parrocchia dei Santi Vitale e Compagni Martiri 

Appena arrivato nella parrocchia dei Santi Vitale e Compagni Martiri in Fovea, Giovanni Paolo II saluta i fedeli assiepati lungo via Nazionale e la Banda musicale della Polizia giunta a rendergli omaggio dalla vicina questura. Il Santo Padre in una saletta attigua alla chiesa incontra i bambini della parrocchia accompagnati dai loro genitori. Una ragazza porge le prime parole di benvenuto al Pontefice. Queste le parole pronunciate da Giovanni Paolo II.  

La vostra amica ha fatto un bel discorso e ha parlato anche dei vostri piccoli cuori. È vero che i vostri cuori sono come voi, voi siete ancora piccoli, e si può pensare che il cuore è piccolo come organo del corpo. Ma il cuore dei bambini è nello stesso tempo molto grande. È ancora limpido e aperto a vedere la bellezza e la ricchezza del mondo e a vedere la bontà dello stesso Dio, Creatore e Padre. C’è una connaturalità tra il cuore dei bambini e il Mistero di Dio, che è tanto grande, tanto infinito, ma che trova la sua dimora nel cuore dei piccoli. Questo Cristo l’ha dimostrato molte volte durante la sua missione messianica, perché avvicinava i bambini, ci parlava, si sentiva bene con loro.

Gesù si sente sempre bene con voi, con i vostri piccoli cuori, perché essi sono molto aperti, molto grandi e spaziosi. Io vi auguro oggi, in questa prima domenica di Quaresima, di aprire i vostri cuori ancora più largamente al mistero che incominciamo a celebrare in questa domenica. Oggi cominciamo un cammino verso la Pasqua, che vuol dire Mistero della Morte e della Risurrezione di Cristo, il Mistero della Croce, dell’umiliazione, e del trionfo, della vittoria di Dio nella storia della creazione, dell’umanità.

Vi auguro di aprire i vostri piccoli cuori a questo Mistero. Io penso che Gesù crocifisso e risorto troverà una dimora privilegiata nei cuori dei bambini, di tutta Roma, di tutto il mondo e, specialmente della vostra parrocchia.   

Al consiglio pastorale della parrocchia dei Santi Vitale e Compagni Martiri 

Al termine della Santa Messa il Papa incontra i rappresentanti del Consiglio pastorale, pronunciando le seguenti parole.  

Grazie per la vostra presenza. Voi rappresentate il mondo dei laici, dei Christifideles laici, come ci ha detto l’ultimo Sinodo dei Vescovi, interpretando la Dottrina del Concilio Vaticano II.

Trovandomi in questa parrocchia, nella quale si respira l’antichità dei tempi apostolici e post-apostolici, trovo davanti agli occhi della mia anima i cristiani delle epoche lontane. Non solo del V secolo ma anche del I e del II. Questi cristiani vivevano nel mondo pagano, ma si sono riconosciuti, cercando insieme il loro essere cristiani. Questo insieme formava già una Chiesa, la Chiesa delle catacombe, ma soprattutto la Chiesa personificata nella successione apostolica che a Roma è specialmente significativa, grazie alle figure dei due Apostoli Pietro e Paolo.

C’è un’analogia molto toccante con i nostri tempi. Oggi Roma è cristiana, la maggior parte dei romani sono battezzati, non ci sono più pagani. Ma è cresciuta una Roma moderna, l’urbanizzazione che si esprime con i palazzi ha un po’ messo in ombra la realtà umana. Questa è la realtà contemporanea della nostra Roma, della vostra parrocchia. Ma i cristiani fanno come una volta: si cercano per essere insieme attraverso la Chiesa, attraverso la parrocchia, la comunità più vicina che li abbraccia tutti. Si cercano per collaborare per il bene comune della comunità cristiana.

Attraverso la comunità parrocchiale cercano di essere insieme nelle diverse dimensioni della Chiesa di Roma e, attraverso di essa, nelle diverse dimensioni della Chiesa universale.

Vi ringrazio come Vescovo di Roma che porta in sé la successione di San Pietro. Vi ringrazio per il vostro essere cristiani in modo consapevole e attivo. Essere cristiani è un impegno, è un apostolato. Io vedo in voi l’espressione di quanto è stato sottolineato nel Concilio Vaticano II come apostolato dei laici. Vi auguro di essere sempre più consapevoli che legati ai successori gerarchici degli Apostoli, voi anche avete la vostra parte nell’apostolato della Chiesa.  

Ai giovani della parrocchia dei Santi Vitale e Compagni Martiri 

L’ultimo incontro con i rappresentanti della Comunità di San Vitale è riservato ai giovani. Dopo il saluto di un ragazzo che parla a nome dei suoi coetanei, il Santo Padre risponde con le seguenti parole.  

Ho detto al vostro Parroco che dal Vangelo sappiamo che non è mai troppo tardi. Dalla parabola sulla chiamata al lavoro nella Vigna del Signore, si vede che tutte le ore della vita, cominciando da quelle più fresche, fino a quelle più mature, sono buone per la grazia di Dio.

Voi siete intorno a un’ora mattutina della vita. Essa porta in sé l’entusiasmo, più forze, più disponibilità, più talenti da scoprire. La giovinezza è il tempo della scoperta della prospettiva della vita, del progetto della vita, come ho scritto anni fa per l’Anno Mondiale dei giovani.

Questo è il privilegio della vostra età, e qui si trova la chiamata del Signore che invita attraverso la vostra giovinezza, la vostra forza spirituale e fisica, a lavorare nella sua Vigna. È importante, specialmente nell’epoca in cui molti giovani soffrono a causa della mancanza di lavoro. Nella Vigna del Signore il lavoro non manca mai. Qualche volta non sappiamo della possibilità del lavoro nella Vigna del Signore, ma bisogna scoprirla. Vi auguro di scoprire sempre più queste possibilità che sono per ciascuno di voi, nella Vigna del Signore, nel Regno di Dio che è nei cieli, ma che si comincia a realizzare qui. Il Figlio Dio si è fatto uomo per mostrare a noi tutti che il Regno di Dio ci aspetta. Vi auguro anche di trovare anche i modi per costruire la vostra vita terrena, la vostra famiglia, la vostra casa. Ma non dimenticate l’altro campo di lavoro a cui tutti siamo chiamati: il Regno dei cieli.

Oggi è la Giornata della Donna. È un giorno importante non solo per le donne ma anche per gli uomini. L’essere umano, dall’inizio è stato plasmato in maschio e femmina. Dio li ha creati subito per una relazione reciproca. Questa reciprocità ha diverse forme possibili. Quella che s’impone di più è quella famigliare. Sappiamo bene che gli Apostoli avevano intorno a loro anche le donne. Gesù ha avuto intorno a sé le donne che lo seguivano, che lo aiutavano, a cui lui confidava i misteri più profondi. Anche donne con la vita non edificante come la Samaritana. Uno dei colloqui più profondi del Vangelo è appunto quello con lei. Anche della Risurrezione le donne furono le prime a sapere.

Non so se avete sentito della Lettera apostolica Mulieris dignitatem. Si deve leggere e meditare, non solo le ragazze, ma ancora di più i ragazzi, perché siamo creati insieme, e ciò vuol dire che dobbiamo anche salvarci insieme, uno attraverso l’altro, aiutandoci reciprocamente nel cammino di risposta all’invito nella Vigna del Signore.

 

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