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DISCORSO DI GIOVANNI PAOLO II
AL TERMINE DEGLI ESERCIZI SPIRITUALI

Cappella «Redemptoris Mater» - Sabato, 14 marzo 1992

 

Sia lodato Gesù Cristo!

Fratelli carissimi,

Ascolto, Silenzio, Preghiera, Adorazione. Vogliamo ringraziare oggi, alla fine di questa Settimana degli esercizi spirituali, per questi benefici, queste grazie che il Signore ci ha concesso durante i giorni passati. Ascolto, Silenzio, Preghiera, Adorazione. Ringraziamo personalmente, ringraziamo in questa comunità che costituisce la Curia Romana, intorno al Successore di Pietro. Ringrazio tutti e ci ringraziamo anche tutti reciprocamente. Così il nostro ringraziamento si fa un riflesso dell’Eucaristia, della Comunione Eucaristica. Ringraziamo l’emerito Cardinale Vicario di Roma che ci ha guidato durante questi giorni. Ci ha guidato con le sue prediche, con la sua presenza, con il suo esempio. Ci ha guidato da pellegrino e ci ha resi tutti pellegrini, come lui si faceva tante volte pellegrino ai luoghi sacri. Attraverso le sue parole abbiamo contemplato non solamente questi luoghi, questi avvenimenti biblici, evangelici, ma abbiamo contemplato i misteri. Il nostro Predicatore ci ha guidato verso i misteri che hanno trovato il loro spazio storico e soprattutto carismatico in questi luoghi sacri. Ma il pellegrinaggio condotto così verso i luoghi sacri, verso i misteri, poi tornava sempre a Roma, quasi come i primi Apostoli, quasi come Pietro e Paolo, che dalla Terra Santa sono venuti a Roma, così anche il nostro Predicatore in ogni sua predica tornava a Roma, tornava in questo ambiente in cui viviamo noi tutti insieme a lui, alla Chiesa di Roma, alla Curia Romana, alla Diocesi di Roma, altra categoria dei luoghi sacri per analogia, in quanto la sacralità dei luoghi sacri nella terra di Gesù si è trasferita, attraverso il ministero apostolico, qui, in questa Città, ed è arrivata fino ai nostri giorni, fino alla nostra comunità, fino a questa Settimana in cui abbiamo contemplato tutto questo. Certamente questa centralità dei misteri, centralità di Gesù Redentore, Gesù Buon Pastore, Gesù ieri e oggi, centralità della grazia che abbiamo tutti acquistato e acquistiamo sempre in Lui, come dono dello Spirito Santo. Siamo molto grati a Vostra Eminenza per questi Esercizi, per tutto quello che ci ha detto, in modo molto semplice e suggestivo, con grande spirito apostolico e pastorale. Ci voleva una Settimana di Esercizi di questo Cardinale che durante tanti anni ha svolto il ministero romano, come Vicario di Roma, che ha conosciuto tutti i luoghi di questa grande Città e di questa importantissima Chiesa. Ci voleva dopo questi anni della sua grande esperienza una comunicazione dei frutti a tutti noi, mediante un altro pellegrinaggio, possiamo dire complementare, per lei, carissimo fratello Cardinale, e per noi tutti. Certamente, la nostra vita umana in questa terra non è altro che un pellegrinaggio, “peregrinare ad Dominum”. E il nostro ministero apostolico, petrino, curiale, diocesano, è una espressione, una dimensione di questo pellegrinaggio che facciamo noi stessi e che facciamo insieme agli altri, come Pastori delle anime. Grazie per questa Settimana dell’esperienza pastorale e delle comunicazioni di questa esperienza a tutti noi che nel campo della Chiesa, non solamente di Roma ma anche del mondo intero, la Chiesa universale, abbiamo una speciale responsabilità. Con questo ringraziamento vorrei concludere pregando insieme a voi la Santissima Trinità che ci dia la sua benedizione come conferma definitiva del nostro ascolto, del nostro silenzio, della nostra preghiera e della nostra adorazione, come risposta a questa Settimana passata qui, dentro la Cappella Redemptoris Mater, partecipando agli Esercizi Spirituali nell’Anno Domini 1992.

 

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