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VISITA ALLA PARROCCHIA DI SAN GERARDO MAIELLA

DISCORSO DI GIOVANNI PAOLO II

Domenica, 29 novembre 1992

 

Alla popolazione del quartiere della Parrocchia di San Gerardo Maiella

Il primo cordiale saluto alla popolazione della parrocchia è offerto dal Papa davanti all’ingresso della moderna chiesa inaugurata nel 1982, dove insieme con tanti fedeli che hanno sfidato il freddo del primo mattino sono ad attenderlo il Cardinale Vicario Camillo Ruini, il Vescovo del settore Est, Monsignor Giuseppe Mani, ed il Parroco, don David Maccarri. Ecco le parole pronunciate dal Santo Padre.

In questa prima domenica di Avvento saluto la vostra comunità parrocchiale dedicata a San Gerardo Maiella, vostro Patrono. Saluto tutta la comunità e tutte le generazioni, a cominciare dai più anziani, dai centenari, per terminare con i più piccoli, quelli appena nati e i nascituri: tutto sia abbracciato dall’Avvento del Signore, perché il Signore viene sempre. È venuto storicamente una volta, il Verbo si è fatto carne, è nato come figlio dell’uomo, e viene sempre perché ci ha detto “io sono sempre con voi fino alla consumazione dei secoli”. Con questo augurio dell’Avvento, del nuovo anno liturgico, benedico la vostra comunità e tutte le persone che la costituiscono.

Ai bambini della Parrocchia di San Gerardo Maiella

Il primo incontro particolare della visita, come è tradizione, è dedicato dal Papa ai bambini. Nel grande salone in cui spicca una grande effigie della “Madonna dell’accoglienza”, di Angelo Biancini, opera dei ceramisti di Faenza, il Papa è accolto dai canti dei tanti giovanissimi. Poi, nel più grande silenzio dell’assemblea, un ragazzino vestito della bianca tunica tarcisiana si avvicina al microfono per recitare a memoria e senza la minima incertezza una poesia scritta in comunione dai bambini con i loro catechisti. Giovanni Paolo II rivolge poi ai bambini e ai loro accompagnatori queste significative parole.

Voglio salutarvi, prima di presentarvi la mia riflessione e di dirvi tutto quello che mi è venuto in mente venendo qui. Il vostro Parroco soprattutto mi ha mostrato i vostri disegni esposti sulla parete della chiesa. Ho pensato a questi disegni e al loro significato: che i bambini sanno disegnare. Venendo qui ho sentito anche tanto chiasso e dopo questo chiasso ho sentito sempre più voci, sempre più parole, sempre più sorrisi. Ho abbracciato almeno i bambini della prima fila. Poi ha parlato il vostro compagno, ha parlato bene recitando una poesia semplice ma commovente. I vostri amici un poco più grandi hanno poi suonato. Che cosa vuol dire questo disegno? Il disegno fatto dall’uomo con la sua mano, come pittura; quello che fa con la sua voce, come parola e come canto; quello che fa con se stesso, come espressione dell’amore, come abbraccio: che cosa vuol dire questo disegno? Ecco: è una somiglianza di Dio, è una immagine e somiglianza di Dio. Questa è l’impressione generica che ho avuto attraverso il nostro primo incontro in questa parrocchia: tutti siamo creati a immagine e somiglianza di Dio, questo Dio che ci ha amati dall’eternità ci ha dato una prova del suo eterno disegno salvifico e del suo amore mandando a noi suo figlio primogenito ed eterno, il Verbo ci ha mandato questo Figlio. Oggi cominciamo a prepararci alla sua venuta a Betlemme, per confermare che siamo figli di Dio, che siamo a immagine e somiglianza di Dio e che, come questa immagine e somiglianza, siamo diventati figli di Dio.

Ecco, volevo condividere con voi queste mie riflessioni, ringraziandovi per l’accoglienza e rivolgendo un saluto cordiale a tutti i presenti: bambini, giovani, genitori, catechisti, il vostro parroco e i vostri sacerdoti. Siamo venuti qui con il Cardinale Vicario e con Monsignor Mani, Vescovo della vostra zona, per farvi una visita. Penso che siamo i benvenuti, almeno a giudicare da coloro che ho incontrato prima, e ora da voi; penso che siamo benvenuti nel nome del Padre del Figlio e dello Spirito Santo.

Al Consiglio pastorale della Parrocchia di San Gerardo Maiella

Rivolgendosi al Santo Padre, un rappresentante del Consiglio pastorale tocca numerose questioni aperte nella vita sociale ed ecclesiale. Sollecitato dal discorso rivoltogli, Giovanni Paolo II sviluppa una breve e significativa catechesi.

Grazie per queste parole così profonde, così adeguate alla situazione odierna del mondo e anche alla missione della Chiesa, specialmente quella di Roma e del suo Vescovo che continuamente mantiene la sollecitudine del ministero petrino.

Ho detto all’inizio: saluto di arrivo e saluto di congedo. Tra questi due momenti c’è poco tempo. D’altra parte, questo tempo è pieno, pienissimo, di tanti contenuti. Contenuti, possiamo dire, verbali, mentali, sinodali, conciliari: tutti questi contenuti si devono evocare per arrivare alla realtà di un consiglio parrocchiale. C’è una profonda teologia per arrivare alla realtà del vostro consiglio. Si deve rievocare il contenuto di apostolato, cominciando dai Dodici, passando attraverso quello della Chiesa; si deve rievocare il contenuto del laicato: l’apostolato dei laici, poi parrocchia e parrocchiani; sacerdozio ministeriale, sacerdozio comune: tutta la ricchezza del Vangelo, della Rivelazione cristiana, tutta la ricchezza del Concilio Vaticano II. Faccio questi riferimenti soltanto per dirvi come è ricca la vostra realtà, questa realtà che si chiama parrocchia, questa realtà che si chiama consiglio parrocchiale.

Vi ringrazio, poi, per quello che siete: il consiglio pastorale di questa parrocchia di S. Gerardo Maiella. Mi congratulo con voi, con il vostro parroco, perché avete potuto in breve tempo costruire questa chiesa, questa comunità, dove quindici anni fa c’erano ancora i prati, i “prati suburbicari”. Posso dire che questa parrocchia è un po’ mia coetanea, anche se non sapevo, diventando Vescovo di Roma, che stava nascendo un’altra realtà, un’altra parte della diocesi di Roma, che è quindi mia coetanea.

Infine, voglio augurare tutto il bene alle vostre persone, alle vostre famiglie, a tutta la comunità di cui siete anche voi apostoli e servitori, come noi tutti: diaconi, sacerdoti, Vescovi, Vescovo di Roma.

Ai giovani della Parrocchia di San Gerardo Maiella

Nel salone dove all’inizio della visita ha già incontrato i bambini, il Papa torna per l’incontro conclusivo, riservato ai giovani. Un loro rappresentante, con voce emozionata, gli rivolge un commosso saluto. A questo piccolo gruppo di giovani della sua diocesi il Santo Padre offre una catechesi bellissima e di grande efficacia. Eccone il testo.

Saluto insieme con voi S. Gerardo Maiella, questo semplice fratello religioso che ha acquistato una gloria celeste e si è acquistato anche una comunità cristiana, una parrocchia di Roma e io mi congratulo con questo Santo giovane, S. Gerardo Maiella, e mi congratulo anche con voi, a motivo di questa visita di oggi, molto bella, segnata dal clima dell’Avvento e da una partecipazione molto vivace, molto sentita e molto cordiale. Vi auguro tutto il bene. Sia lodato Gesù Cristo.

Voi siete i giovani di questa parrocchia e vi riferite, come ha detto il vostro rappresentante, a tutti i giovani del mondo. È così importante avere in tutto il mondo questi incontri, a Compostela, a Roma, a Buenos Aires, a Czestochowa, a Denver, nel Colorado, perché voi siete consapevoli che la vostra generazione, questa generazione che ha qualche cosa da imparare dalle generazioni precedenti e certamente ha molte cose da offrire, sono molte le speranze che si legano, che si connettono con la vostra generazione, con ciascuno di voi.

Volevo soltanto prendere una parola tra quelle dette dal vostro collega: ha sottolineato “affetto”. Certamente, l’affetto è una realtà psicologica. Affettivi sono i bambini, affettivi sono gli anziani, ma quella parola dice specialmente una cosa importante per voi, per la vostra generazione, per questo periodo della vita in cui si forma la personalità, in cui si progetta questa propria personalità verso il futuro. Questo processo è molto permeato dalla vita affettiva che può orientarsi verso tutto ciò che è buono, bello, vero, ma che può anche essere disorientata, può perdere questo suo orientamento costruttivo, orientamento che dà la maturità, la positività alla vostra personalità umana. Così vorrei augurarvi “buoni affetti”, di non lasciarvi assoggettare dagli affetti negativi, distruttivi, che non mancano a questo mondo – basta leggere i giornali. Anche in altri Paesi vi sono fenomeni preoccupanti, come crescono anche nella libertà riacquistata in Europa gli affetti negativi, distruttivi. Vediamo le notizie che abbiamo dalla Germania, ma non solo da lì. Vi auguro, quindi, di coltivare buoni affetti, costruttivi, soprattutto l’amore profondo che vi costruisce non solamente dentro ciascuno di voi ma che vi costruisce nella dimensione della comunità e della comunione. È questo il periodo in cui i giovani si preparano alla vocazione personale e molti sono coloro che trovano la loro vocazione matrimoniale, coniugale, attraverso un affetto positivo, costruttivo, bello, che costruisce la comunione profonda con cui un uomo giovane diventa un dono per la sua sposa e lei per lui. La spontaneità dell’affetto è questa: non permettete che sia distrutta questa visione bella, umana e cristiana dell’affetto e della comunione dei fidanzamenti, dei matrimoni, delle famiglie perché qui si decide anche il vostro futuro e quello di tante altre persone. Pregate molte volte, come io prego ogni giorno, per i giovani. Pregate che il Signore vi dia la forza di mantenervi buoni, di progredire nella bontà, di svilupparvi nella bontà, nell’amore, nella comunione.

Questi sono gli auguri che vi lascio all’inizio dell’Avvento, gli auguri per il Natale.

Il congedo dai fedeli

Nel lasciare la parrocchia, Giovanni Paolo II rivolge ai tanti fedeli assiepati sul piazzale antistante la chiesa il suo cordiale saluto e manifesta la sua soddisfazione per la bella visita compiuta. Queste sono le sue parole.

Saluto insieme con voi san Gerardo Maiella, questo semplice fratello religioso che ha acquistato una gloria celeste e si è acquistato anche una comunità cristiana, una parrocchia di Roma, e io mi congratulo con questo santo giovane, san Gerardo Maiella, e mi congratulo anche con voi, a motivo di questa visita di oggi, molto bella, segnata dal clima dell’Avvento e da una partecipazione molto vivace, molto sentita e molto cordiale. Vi auguro tutto il bene. Sia lodato Gesù cristo.

 

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