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DISCORSO DI GIOVANNI PAOLO II
ALLE DELEGAZIONI DEL GOVERNO
DEL MOZAMBICO E DELLA RENAMO

Lunedì, 5 ottobre 1992

 

Eccellenze, Signore e Signori,

Rivolgo il mio cordiale saluto di benvenuto alle Delegazioni del Governo del Mozambico e della RENAMO, all’indomani della firma dell’Accordo Generale di Pace; Accordo che – come è negli auspici di tutti – vuole segnare una nuova pagina nella tormentata storia del caro popolo mozambicano.

In questa ora solenne per la vita della Nazione, condivido la gioia di tutti i mozambicani e mi è gradito di manifestare il mio vivo apprezzamento per coloro che si sono adoperati, con perseverante tenacia e generosità, nel perseguire il significativo obiettivo.

In particolare, il mio pensiero va a coloro che, a diverso titolo, hanno fatto opera di mediazione, e cioè al caro Arcivescovo di Beira, Sua Eccellenza Monsignor Jaime Gonçalves, e, per il suo tramite, a tutti i suoi Confratelli nell’episcopato del Mozambico, al Governo italiano, ai Governi dei Paesi che hanno favorito il processo di pace ed alla Comunità di Sant’Egidio.

L’Accordo siglato, mentre indica all’intera Nazione mozambicana l’urgenza di costruire un futuro di riconciliazione, di giustizia e di pace, conferma il valore profetico dell’impegno in cui si è prodigato, da anni, l’Episcopato mozambicano proponendo “cammini di riconciliazione e di dialogo”, per giungere ad una pace autentica e porre fine alle immani sofferenze di quella provata popolazione.

A questo importante avvenimento si è giunti attraverso anni di tragiche lotte fratricide che hanno lacerato la vita di quella amata popolazione: penso alle migliaia di vittime innocenti e ai numerosi Missionari, Religiosi e Laici cristiani che nel servizio ai fratelli hanno fatto dono supremo della propria esistenza.

A tutti i mozambicani – dalle massime Istituzioni civili ai semplici cittadini – desidero ricordare le parole da me pronunciate a conclusione del viaggio apostolico del 1988: “Una civiltà di giustizia, di pace e di amore significa il riconoscimento della dignità di ciascuna persona umana; significa che essa può esercitare i suoi diritti fondamentali, senza restrizioni o limitazioni, pretestuosamente giustificate dalla segregazione razziale o dalla discriminazione sociale” (Insegnamenti di Giovanni Paolo II, XI/3 [1988], p. 908).

Soltanto così, la pace, che sembra dischiudersi per l’amata Nazione mozambicana, si rafforzerà e non mancherà di contribuire alla stabilità ed al progresso umano e spirituale di tutta l’Africa Australe.

Il Signore, “Principe della Pace” (Is 9, 5), benedica e protegga il Mozambico!

 

© Copyright 1992 - Libreria Editrice Vaticana

 



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