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DISCORSO DI GIOVANNI PAOLO II
AL PELLEGRINAGGIO DELLA DIOCESI DI FAENZA-MODIGLIANA

Sabato, 3 aprile 1993

 

Carissimi fratelli e sorelle
della diocesi di Faenza e di Modigliana!

1. A ciascuno di voi il mio cordiale benvenuto. Saluto con affetto il vostro Pastore, Mons. Francesco Bertozzi, che ringrazio per le cortesi parole poc’anzi rivoltemi. Saluto i Sacerdoti che vi accompagnano e tutti voi qui presenti, che rappresentate l’intera Comunità diocesana. Nell’itinerario di preparazione al vostro Sinodo, voi avete voluto compiere una tappa significativa qui a Roma, per visitare i luoghi sacri della Cristianità e per incontrare il Papa, desiderando ascoltare da lui una parola di incoraggiamento e di conferma nella fede e nell’impegno apostolico e missionario. Vi accolgo con vivo piacere e sono lieto di salutare tra voi tre vostri conterranei miei stretti collaboratori, il Card. Pio Laghi, Prefetto della Congregazione per l’Educazione Cattolica, il Card. Achille Silvestrini, Prefetto della Congregazione delle Chiese Orientali, e Mons. Dino Monduzzi, Prefetto della Casa Pontificia. Come vedete, siete ben rappresentati nella casa del Papa e io vorrei profittare di questa circostanza per esprimere a questi miei validi coadiutori i sentimenti della più sincera riconoscenza.

2. Voi vi state preparando da diversi anni, attraverso successive tappe di riflessione e di approfondimento pastorale, ad un evento di straordinaria importanza per la vostra Diocesi: l’Assemblea sinodale. Essa si celebrerà nella Pentecoste del 1995, ed avrà per tema: “Una Chiesa del Concilio Vaticano II per la nuova Evangelizzazione”. Il cammino, che state insieme percorrendo, è lungo ed esigente, ma quanto mai importante per la felice riuscita dell’Assise sinodale. Mi congratulo col vostro Vescovo e con tutti voi per il vostro fervore e, mentre vi assicuro uno speciale ricordo nella preghiera, vi esorto ad intensificare sempre più la collaborazione fra di voi così che il Sinodo possa giungere al suo felice coronamento, ponendosi come evento centrale nella storia della vostra Chiesa per le decisioni pastorali prese e per l’irradiazione della fede che da esso scaturirà a beneficio dell’intero popolo della vostra Regione.

3. Carissimi fratelli e sorelle, l’odierno nostro incontro mi richiama alla memoria il pellegrinaggio diocesano compiuto nel marzo del 1984 durante l’Anno Giubilare della Redenzione. Mi ricordo soprattutto l’intensa giornata trascorsa con voi il 10 maggio del 1986, quando nell’omelia, meditando sul significato del matrimonio cristiano e della famiglia alla luce delle “nozze di Cana”, vi ricordavo che il mutuo consenso prestato da un uomo e da una donna cristiani non è soltanto l’espressione di un patto di amore che li coinvolge per tutta la vita, ma è ancor più il “sì” detto ad un mistero di fede: il mistero stesso dell’unione mistica e sponsale tra Cristo e la Chiesa, che ci si impegna a testimoniare nella propria vita. Mi piace ripetervi questa considerazione nella prospettiva dell’Anno internazionale della Famiglia, che celebreremo l’anno prossimo. La testimonianza limpida e coerente delle famiglie cristiane è elemento essenziale per l’impegno della nuova evangelizzazione. L’autentica evangelizzazione in vista del Duemila, come voi ben sapete, esige anzitutto una salda adesione alla verità rivelata. Di fronte al diffondersi del relativismo religioso ed etico va costantemente riaffermato, con chiarezza e coraggio, che Gesù Cristo è Via, Verità e Vita. Su di lui il credente deve costruire l’edificio della vita personale, della famiglia, della società, per essere simile all’“uomo saggio” del Vangelo “che ha costruito la sua casa sulla roccia. Cadde la pioggia, strariparono i fiumi, soffiarono i venti e si abbatterono su quella casa, ed essa non cadde, perché era fondata sulla roccia” (Mt 7, 24-25). Occorre formare coscienze veramente cristiane. Occorre educare ad un’autentica coerenza di vita, che si alimenti di un assiduo contatto con Cristo. Anche per il cristiano di oggi valgono le parole di san Paolo: “Questa vita che vivo nella carne, io la vivo nella fede del Figlio di Dio, che mi ha amato e ha dato se stesso per me” (Gal 2, 20).

4. Carissimi fratelli e sorelle, possa il Sinodo, come una bussola, indicare alla vostra Comunità diocesana il cammino da percorrere in questo tempo difficile ed insieme ricco di singolari possibilità apostoliche. Possa confermare e rafforzare quel sano ed equilibrato realismo cristiano che, alla piena fiducia nell’onnipotenza e nella misericordia dell’Altissimo, unisce un perseverante sforzo nella realizzazione delle Beatitudini. San Pier Damiani, protettore della città di Faenza, in una sua celebre orazione al Crocifisso così pregava: “Togli da me, o Signore, quanto c’è di nocivo o di inetto, di vizioso o di contrario alla tua volontà... Dammi vera fede, speranza ferma, carità non finta. Sia in me umiltà fissa, vita sobria, vera scienza; fortezza, prudenza, giustizia, temperanza: concedimi diritto cammino, meta perfetta!” (Carmina sacra et preces, 12). Le sue parole, alla vigilia ormai della Settimana Santa, vi illuminino e vi guidino verso un più intenso slancio missionario.

Vi accompagnino Maria, la “Madonna delle Grazie”, e i Santi della vostra terra e vi sia di conforto e di incoraggiamento anche la mia benedizione!

 

© Copyright 1993 - Libreria Editrice Vaticana

 



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