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DISCORSO DEL SANTO PADRE GIOVANNI PAOLO II
IN OCCASIONE DEL CONVEGNO PROMOSSO
DALLA CONGREGAZIONE PER IL CLERO

LA PASTORALE CATECHISTICA TROVA
NEL CATECHISMO DELLA CHIESA CATTOLICA
LO STRUMENTO PIÙ IDONEO
PER LA NUOVA EVANGELIZZAZIONE

 

Signori Cardinali,
Venerati fratelli nell'Episcopato,
Cari Sacerdoti,
Fratelli e sorelle!

1. E' con vivo piacere che vi accolgo in occasione del Convegno promosso dalla Congregazione per il Clero su di un tema particolarmente attuale ed importante per la vita ecclesiale, come è quello delle implicanze del Catechismo della Chiesa Cattolica per la pastorale catechistica in genere e per la redazione dei catechismi locali in specie.

Ringrazio il Signor Cardinale José T. Sanchez, Prefetto della Congregazione, per le gentili parole rivoltemi e saluto con affetto i Presidenti delle Commissioni Episcopali per la Catechesi, come pure gli Esperti e i Membri del medesimo Dicastero. In questo tempo pasquale risuonano ancora nel nostro spirito le parole di san Pietro: la pietra scartata dai costruttori "è diventata testata d'angolo. In nessun altro c'è salvezza" (At 4, 11-12). Gesù Cristo è la salvezza eterna che si è manifestata nella pienezza dei tempi. Egli è la verità che libera; la parola che salva. Per trasmettere a tutti i popoli la buona novella, Egli ha fondato la sua Chiesa con la specifica missione di evangelizzare. Dopo la Pentecoste, la Chiesa ha ottemperato con entusiasmo al mandato del suo divino Fondatore e ha dato inizio alla missione di recare il lieto annuncio della salvezza. Questo è quanto hanno fatto i discepoli del Signore lungo la storia umana. Questo intende fare oggi la Chiesa, impegnata a realizzare, all'inizio del terzo Millennio, la nuova evangelizzazione, utilizzando - a tale scopo - il Catechismo della Chiesa Cattolica, strumento pienamente rispondente ai bisogni dell'epoca attuale.

2. La pubblicazione di tale Catechismo va salutata come una vera grazia del Signore alla vigilia del nuovo Millennio. Nel mondo d'oggi, segnato da preoccupanti processi di secolarizzazione sfocianti spesso nell'ateismo, un mondo nel quale l'accresciuta sete del sacro si manifesta non di rado in forme di soggettivismo o nel pullulare di movimenti religiosi discutibili, si avverte un diffuso bisogno di certezza nella professione della fede e nell'impegno personale di conversione e di vita cristiana. A questo bisogno intende rispondere il recente Catechismo che, per la sua natura di vero e proprio testo catechistico, non mancherà di giovare alla nuova evangelizzazione, presentando integro il messaggio di Cristo, senza mutilazioni o falsificazioni (cfr. CT 30). La nuova evangelizzazione, la cui sorte è strettamente legata all'impegno catechistico, ha come punto di partenza la certezza che in Cristo si trova un imperscrutabile ricchezza (cfr. Ef 3, 8), che nessuna cultura e nessuna epoca possono esaurire e alla quale gli uomini sono continuamente chiamati ad attingere per orientare la propria esistenza. Tale ricchezza è innanzitutto la persona stessa di Cristo, nel quale abbiamo accesso alla verità su Dio e sull'uomo. Coloro che credono in Lui, a qualsiasi epoca o cultura appartengano, trovano risposta alle domande sempre antiche e sempre nuove che riguardano il mistero dell'esistenza e che sono indelebilmente impresse nel cuore dell'uomo.

3. La nuova evangelizzazione, pertanto, richiede innanzitutto una catechesi che, presentando il piano della salvezza, "sappia chiamare alla conversione" e alla speranza nelle promesse di Dio sulla base della certezza circa la reale risurrezione di Cristo, primo annuncio e radice di ogni evangelizzazione, fondamento di ogni promozione umana, principio di ogni autentica cultura cristiana. E' necessario che i Pastori del popolo di Dio e gli operatori della pastorale prestino un'attenzione speciale alla catechesi, la quale è l'esplicitazione sistematica del primo annuncio evangelico, educazione di coloro che si dispongono a ricevere il Battesimo o a ratificarne gli impegni, iniziazione alla vita della Chiesa e alla concreta testimonianza della carità. La catechesi è dunque un momento di essenziale rilevanza nel progetto ricco e complesso dell'evangelizzazione. Come ho avuto modo di ricordare anche nella Lettera che ho recentemente indirizzato a tutti i Sacerdoti in occasione del Giovedì Santo, nel Catechismo "possiamo trovare una norma autentica e sicura... per lo svolgimento dell'attività catechetica presso il Popolo cristiano, per quella nuova evangelizzazione, di cui il mondo di oggi ha immenso bisogno" (n. 2).

4. La pastorale catechistica trova nel Catechismo della Chiesa Cattolica lo strumento più idoneo in vista della nuova evangelizzazione. E' urgente che ogni catechista, in virtù del suo carisma e del mandato ricevuto dai Pastori, ripeta nelle comunità il compito della Chiesa Maestra, di questa educatrice umile come il suo Signore che conduce pazientemente ogni singolo discepolo ad un progetto di vita, di cui essa non è autrice, ma depositaria e mediatrice. Senza mai dimenticare che è Dio l'educatore del suo popolo, e che è Gesù Cristo l'interiore pedagogo dei suoi seguaci attraverso il dono incessante del suo Spirito, è bene sottolineare un principio che può ispirare l'uso pastorale del Catechismo della Chiesa Cattolica, e che si legge al numero 169 del medesimo testo: "La salvezza viene solo da Dio; ma, poiché riceviamo la vita della fede attraverso la Chiesa, questa è nostra Madre: 'Noi crediamo la Chiesa, come Madre della nostra nuova nascita, e non nella Chiesa come se essa fosse l'autrice della nostra salvezza' (Fausto di Riez, De Spiritu Sancto, 1, 2). Essendo nostra Madre, la Chiesa è anche l'educatrice della nostra fede".

5. Il nuovo Catechismo viene dato ai Pastori e ai fedeli perché, come ogni autentico catechismo, serva ad educare alla fede che la Chiesa Cattolica professa e proclama. Esso, pertanto, è un dono per tutti: è rivolto infatti a tutti e si deve fare in modo che giunga a tutti. La straordinaria accoglienza che ha suscitato nel popolo cristiano valga come ulteriore richiamo e incoraggiamento a questo pressante dovere di tutta la Chiesa. Possedendo una sua particolare completezza, tale Catechismo diventa anche "tipico" ed "esemplare" per gli altri catechismi, come testo di riferimento sicuro per l'insegnamento della dottrina cattolica e in modo tutto particolare per l'elaborazione dei catechismi locali. Esso non può essere considerato solo come uno stadio che precede l'elaborazione dei catechismi locali, ma è destinato a tutti i fedeli che abbiano la capacità di leggerlo, di comprenderlo e di assimilarlo nella loro vita cristiana. In questa prospettiva, esso diviene sostegno e fondamento della redazione di nuovi strumenti catechistici, che tengano conto delle diverse situazioni culturali e insieme custodiscano con ogni cura l'unità della fede e la fedeltà alla dottrina cattolica (cfr. Fidei Depositum, 4).

6. Il Sinodo del 1977 sulla catechesi ha giustamente affermato che evangelizzare è iniziativa dinamica: si tratta di incarnare il Vangelo nelle culture e di accogliere nel cristianesimo i valori autentici delle stesse culture (cfr. Messaggio al popolo di Dio, 5).

Ciò significa che la catechesi è impegnata a conservare e trasmettere integralmente il depositum fidei contenuto nel Catechismo della Chiesa Cattolica e a diventare fattore attivo nell'inculturazione della fede. Per essere via maestra a tale inculturazione, occorre che la catechesi utilizzi il Catechismo della Chiesa Cattolica alla luce delle verità fondamentali della fede e dei tre grandi misteri della salvezza: il Natale, che mostra il cammino dell'Incarnazione e porta colui che catechizza a condividere la propria vita con colui che viene catechizzato, assumendone tutti i possibili elementi positivi quali storia, costumi, tradizioni e cultura; la Pasqua che, attraverso la sofferenza, porta alla purificazione dai peccati e al riscatto di ogni cultura dalla insensatezza del male e dalla fragilità del limite naturale; la Pentecoste, che, con il dono dello Spirito Santo, rende possibile a tutti comprendere nella propria lingua le meraviglie di Dio, aprendo spazi nuovi di operatività per la fede e per la medesima cultura.

7. E' chiaro che la fede cristiana non si identifica con nessuna determinata cultura, essendone al di sopra, anche se di fatto può incarnarsi nelle varie culture. Questo comporta che in ogni processo catechistico deve essere considerata e accolta l'iniziativa divina, che dona gratuitamente la fede e favorisce l'espressione umana e culturale che la trasmette. Lo Spirito Santo, che "riempie l'universo e, abbracciando ogni cosa, conosce ogni voce" (Sap 1, 7), è colui che incessantemente fa grazia ad ogni cultura di accogliere e vivere il Vangelo. Incarnare la fede non è soltanto una inevitabile necessità storica, ma anche condizione necessaria perché la fede venga vissuta, approfondita e comunicata.

Tale azione, inoltre, svolge necessariamente nei confronti delle culture una funzione di purificazione. E' proprio della Parola di Dio indicare all'uomo le due vie: quella del bene e quella del male, invitando ad abbandonare l'uomo vecchio per non essere più schiavi del peccato (cfr. Rm 6, 9-11) e a rivestire l'uomo nuovo creato nella santità della verità. Ciò suppone una catechesi capace di leggere in profondità la condizione umana e di discernere evangelicamente, nella prospettiva del Regno di Dio, i pesci buoni dai cattivi (cfr. Mt 13,48). In sintesi, l'utilizzazione del Catechismo della Chiesa Cattolica nella catechesi e nei catechismi locali deve essere guidata da questo principio di comunione: "La compatibilità col Vangelo e la comunione con la Chiesa universale" (RM 54).

Tale principio, che è stato alla base del vostro lavoro di questi giorni, continui a guidarvi anche in futuro, aiutandovi a realizzare un'opera altamente meritevole, qual è quella di offrire ai vostri fedeli strumenti di catechesi adeguati alle esigenze dei tempi e adatti a realizzare quella nuova evangelizzazione che è la sfida di fronte a cui sta la Chiesa intera alla fine di questo Millennio.

Vi accompagni e sostenga in questo fondamentale ed impegnativo compito la mia Benedizione, che imparto con affetto a voi, al vostro lavoro, ed alle Chiese che rappresentate e per le quali spendete generosamente le vostre energie.

 

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