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DISCORSO DI GIOVANNI PAOLO II
AI PRESULI DELLA CONFERENZA EPISCOPALE DELLA NIGERIA

IN VISITA «AD LIMINA APOSTOLORUM»

Sabato, 18 dicembre 1993

 

Cari fratelli Vescovi,

1. È una grande gioia per me darvi il benvenuto, membri della Conferenza dei Vescovi Cattolici della Nigeria, qui a Roma in occasione della vostra visita “ad limina Apostolorum”. Ho atteso il nostro incontro come un’occasione per celebrare e rafforzare i vincoli della nostra comunione fraterna e ecclesiale. Rivolgo un particolare benvenuto a quelli tra voi che stanno compiendo la loro prima visita quinquennale e mi congratulo in particolare con i vescovi Obinna e O’Donnel, che sono stati ordinati soltanto recentemente. La costituzione di cinque nuove diocesi e di due missioni “sui iuris” dalla vostra ultima visita “ad limina” indica chiaramente che Cristo sta edificando la sua Chiesa nella vostra nazione. Per questo lodiamo e benediciamo il suo santo nome.

Un evento significativo nella vita della Chiesa in Nigeria è stato il Congresso Eucaristico Nazionale dello scorso anno. Questo importante incontro, dedicato al tema “L’Eucaristia e l’Evangelizzazione”, ha offerto l’opportunità di confermare e accrescere quell’amore e quella devozione per il Divino Sacramento che costituiscono una caratteristica così saliente dei cattolici nigeriani. La vita divina che Cristo infonde nella sua Chiesa nell’Eucaristia è troppo grande per essere contenuta. Essa deve essere offerta con amorevole sollecitudine a tutto il mondo.

2. Come hanno detto i Padri del Concilio Vaticano II con eloquente semplicità, la Chiesa “per sua natura è missionaria” (Ad gentes, 2). Questa qualità essenziale deve risplendere con chiara luminosità in ognuna della Chiese particolari, perché, per mezzo di un peculiare rapporto di reciproca interiorità, la Chiesa universale è presente in ognuna di esse con tutti i suoi elementi essenziali (cf. Communionis noto, 7-9). Nelle Chiese particolari in Nigeria la memoria della prima evangelizzazione è ancora viva e vi stimola a continuare quel lavoro con lo stesso impegno. In alcune regioni soltanto un piccolo numero di persone ha conosciuto e accettato l’amore misericordioso del Salvatore mentre in altri luoghi la Chiesa si è saldamente radicata in tempo notevolmente breve e ha già prodotto una meravigliosa abbondanza di frutti, non ultime le numerose vocazioni al sacerdozio e alla vita religiosa. Questa prova sorprendente della potenza di Dio che opera in mezzo a voi, dovrebbe incoraggiare voi e i fedeli a non risparmiare alcuno sforzo per la diffusione della luce del Vangelo, cosicché quanto Cristo ha una volta realizzato per la salvezza di tutti possa nel corso del tempo sortire il suo effetto fra tutti i popoli (cf. Ad gentes, 3). Come potremmo non provare profonda gratitudine dinanzi al fatto che la Chiesa in Nigeria è già impegnata nell’attività missionaria attraverso l’opera di molti sacerdoti, religiosi e diocesani, e di numerosi Fratelli e Sorelle in tutte le parti del vostro Paese e in altri Paesi dell’Africa e altrove? In particolare, ringraziamo Dio per il contributo positivo della Società Missionaria di San Paolo, promossa dalla vostra Conferenza.

Mostrare fervido zelo per la diffusione della Parola di Dio significa rimanere saldamente fedeli all’eredità trasmessa dai quei coraggiosi missionari che per primi portarono la Buona Novella in Nigeria. Anche oggi esistono molte donne e molti uomini generosi, provenienti dall’estero, che hanno lasciato la propria casa e la propria famiglia per servire il Vangelo nel vostro Paese. In vista del servizio incomparabile che essi renderanno al popolo nigeriano, auspichiamo che i vostri sforzi volti a rimuovere gli ostacoli legali per il loro soggiorno vengano presto coronati dal successo.

3. Il primo annuncio del Vangelo, che, attraverso l’azione delicata dello Spirito Santo nei cuori di coloro che ascoltano, conduce alla conversione e al Battesimo, si completa e si perfeziona nella catechesi. La fede diviene più matura, poiché i discepoli di Cristo vengono educati e formati a una conoscenza efficace e sistematica della sua persona e del suo messaggio (cf. Catechesi tradendae, 19). La popolarità dello studio della Bibbia in così tante parrocchie e comunità testimonia la grande sete che i fedeli hanno della Parola di Dio. Questo contatto diretto con il testo sacro stesso, accompagnato da preghiere devote (cf. Dei Verbum, 25) e sostenuto dalla chiara esposizione della dottrina offerta dal Catechismo della Chiesa Cattolica, garantirà che i membri della Chiesa saranno saldi della propria fede e preparati a soddisfare le sue esigenze in tutte le circostanze della loro vita e attività.

Inoltre, poiché sono confermati nella verità rivelata, i fedeli saranno in grado di rispondere alle obiezioni sollevate sempre più spesso dai seguaci di sette e di nuovi movimenti religiosi. La catechesi è particolarmente importante per i giovani, per i quali una fede chiara è un lume per guidarli nel loro cammino verso il futuro. Essa sarà la loro sorgente di forza quando affronteranno le incertezze della situazione politica e economica che si sta evolvendo ora in Africa. Una sottomissione ferma e umile alla Parola di Cristo, così come annunciata in modo autentico dalla Chiesa, forma inoltre la base per i vostri rapporti con altre Chiese e comunità ecclesiali, e per il dialogo che desiderate instaurare con i seguaci dell’Islam e della religione tradizionale africana. Attraverso lo studio costante di tutto ciò che vi è di buono, vero e nobile nelle vostre culture popolari, vi apparirà sempre più chiaro il modo in cui l’evangelizzazione potrà radicarsi più profondamente fra di esse.

4. In questo momento cruciale della storia della Nigeria, è di importanza vitale che i cattolici continuino a operare con saggezza e coraggio per il bene comune. In particolare, dovrebbero mostrare, con l’amore e il rispetto reciproci che l’antagonismo etnico e lo spirito di clan non trovano posto nella comunità cristiana. Sostenuti da voi, i loro Pastori, i fedeli saranno in grado di testimoniare la dignità e il valore trascendenti di ogni persona umana, e il diritto di ognuno di prendere parte a tutti gli aspetti della vita nazionale. Questi valori fondamentali, e le immutabili e universali norme morali che servono a tutelarli e a proteggerli, “rappresentano”, come ho sottolineato nell’Enciclica Veritatis splendor “il fondamento incrollabile e la solida garanzia di una giusta e pacifica convivenza umana, e quindi di una vera democrazia” (n. 96).

Questa è la legge morale che avete proclamato nei vostri recenti appelli per il rispetto della libertà religiosa di tutti i nigeriani, per la fine della corruzione nella gestione della cosa pubblica, e per l’osservanza delle sane norme etiche nella trasmissione della vita umana. La vostra Conferenza Episcopale ha ottenuto il rispetto di molti dei vostri concittadini poiché ha applicato con decisione l’insegnamento morale e sociale della Chiesa alla situazione attuale. Di fronte a fatti che si sono svolti all’inizio di questo anno, avete riconfermato che il rispetto per la volontà del popolo e per l’amore della nazione, l’onestà e la giustizia, devono essere le basi per le decisioni circa il futuro del Paese. Più darete prova di unità nell’ambito della vostra Conferenza, più costruirete l’unità nella Chiesa e otterrete credibilità come testimoni di Cristo e maestri della dottrina cattolica nel vostro grande Paese. Allo stesso modo, la creazione dell’unità supera i vostri confini nazionali. L’Istituto Cattolico dell’Africa Occidentale, ad esempio, offrendo una solida formazione e promuovendo la riflessione teologica, dovrebbe accelerare una più profonda comunione ecclesiale e una maggiore cooperazione pastorale nell’Africa occidentale anglofona.

 

© Copyright 1993 - Libreria Editrice Vaticana

 



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