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DISCORSO DI GIOVANNI PAOLO II
AI PARTECIPANTI AL «FOURTH INTERNATIONAL
WORKSHOP OF NEONATAL NEPHROLOGY»

Venerdì, 7 maggio 1993

 

Gentili Signore e Signori,

1. Sono lieto di incontrare, oggi, tutti voi, partecipanti al “Fourth International Workshop of Neonatal Nephrology” e ringrazio di cuore il Prof. Luigi Cataldi per avermi brevemente illustrato gli obiettivi del vostro Convegno.

Col mio cordiale saluto, esprimo vivo apprezzamento agli organizzatori del Congresso, ai membri del Comitato Scientifico, ai Presidenti, ai moderatori, ai relatori, agli studiosi componenti il Gruppo di ricerca e ai familiari dei bambini con patologia renale. Questi piccoli pazienti vengono assistiti con risultati sempre più promettenti nei reparti specialistici della Facoltà di Medicina e Chirurgia “Agostino Gemelli” dell’Università Cattolica del Sacro Cuore – presso la quale è in corso il vostro Convegno di Studio – come pure presso altre benemerite istituzioni sanitarie universitarie e ospedaliere.

Un particolare benvenuto rivolgo poi agli illustri scienziati, qui convenuti da altri Paesi europei e da oltre Oceano.

2. L’attenzione per le patologie insorgenti nella fase perinatale e neonatale del bambino è un requisito indispensabile per una ricerca medica veramente al servizio dell’uomo, e si fonda su una scelta etica e morale di altissimo valore. È significativo, al riguardo, che i vostri lavori siano stati aperti da una relazione su “La bioetica in nefrologia infantile”.

La conoscenza scientifica, certo, ha leggi proprie alle quali è doveroso attenersi. Ma “la scienza – come ebbi a dire in analogo contesto – non è il valore più alto, al quale tutti gli altri debbono essere subordinati. Più in alto, nella graduatoria dei valori, sta appunto il diritto personale dell’individuo alla vita fisica e spirituale, alla sua integrità psichica e funzionale” (cf. Allocuzione a due Congressi di Medicina e Chirurgia, 27 ottobre 1980: Insegnamenti, vol. III/2, 1980, p. 1007).

A nessuno sfugge come la sollecitudine della Chiesa e del suo magistero non venga espressa in nome di una peculiare competenza nell’ambito delle scienze sperimentali, bensì per riaffermare la “priorità dell’etica sulla tecnica”, il “primato della persona sulle cose”, la “superiorità dello spirito sulla materia” (cf. Redemptor hominis, 16).

Apprezzo, pertanto, la severa impostazione metodologica dei vostri lavori, giacché da essa le genuine istanze scientifiche non possono che ricevere positivo e significativo impulso. L’impegno della ricerca sulle patologie infantili è qualificato servizio alla persona umana in una fase decisiva e più che mai fragile del suo sviluppo; come tale, costituisce degno omaggio dell’umana intelligenza al mistero della vita. “La vita umana è sacra perché sin dal suo inizio comporta l’azione creatrice di Dio e rimane per sempre in una relazione speciale con il Creatore, suo unico fine” (Istruzione Donum vitae, Introduzione, 5).

3. Assai spesso la dolorosa e, purtroppo, diffusa esperienza dell’insufficienza renale, anche in età giovanissima, ha radici che è possibile diagnosticare già nella fase prenatale e perinatale. La tempestività della diagnosi è condizione essenziale per una idonea prevenzione. Essa costituisce allo stesso tempo un presupposto prioritario per rendere possibili terapie meno dolorose e meno onerose per tante famiglie colpite dal grave problema di congiunti affetti da serie malformazioni del rene. Grazie, infatti, al proficuo lavoro compiuto dalle Società scientifiche e dalle Associazioni operanti in questo campo, negli anni più recenti si è registrata fra i bambini una consolante diminuzione dei casi di insufficienza renale cronica.

Il duro cammino del dializzato può avere inizio sin dall’infanzia, adombrando un quadro i cui riflessi sociali si confermano sempre più preoccupanti. Urge allora diminuire ulteriormente il numero dei bambini nefrodializzati, considerata l’estensione che tale patologia assume tra gli adulti. Si tratta di una malattia che, più di altre, coinvolge le famiglie e, con esse, la società, la quale non è sempre in grado di assicurare adeguati strumenti di cura. Ogni progresso, tuttavia, richiede da parte di tutti un’accresciuta consapevolezza della reale gravità della situazione, onde attivare una politica sanitaria che favorisca la ricerca e il coinvolgimento di sempre più numerose istituzioni al servizio della vita e della sua qualità.

La Chiesa è sensibile a tali problematiche: ulteriore segno della sua attenzione è il fatto che la prossima VIII Conferenza Internazionale promossa dal Pontificio Consiglio della Pastorale per gli Operatori sanitari avrà come tema: “Il bambino è il futuro della società”.

4. Illustri Signore e Signori! L’Università Cattolica del Sacro Cuore, che da diversi anni organizza il Congresso del Gruppo di Studio di Nefrologia neonatale, si sente fortemente impegnata nel campo della prevenzione e della terapia delle malformazioni renali. La coincidenza di questo annuale appuntamento col quarto Congresso Internazionale di Nefrologia neonatale conferma l’importanza del coordinamento e della convergenza degli sforzi in atto in ogni parte del mondo. E ciò in un momento in cui, assai più che in altre epoche della storia, un pericoloso e discriminatorio concetto della salute e della sua promozione apre la strada a tentazioni e persino a leggi contro la vita e la dignità della persona.

La gravità di un male, il suo costo umano, personale e sociale, la sproporzione tra domanda e offerta, che rende talora drammatiche e vane le attese del trapianto di rene, non sollevano la scienza, come ricerca e come prassi, dal dovere di moltiplicare i suoi sforzi. Attraverso iniziative come quella del vostro Congresso, essa è anzi chiamata a sensibilizzare la pubblica opinione e i responsabili della Sanità, perché siano promosse ed incoraggiate le conquiste a servizio della vita.

Nell’ambito di tale sforzo, che deve essere di tutti, la vostra professione diventa missione, il vostro amore per i piccoli pazienti espressione di autentico servizio alla vita e la volontà di non arrendervi di fronte alle tante difficoltà testimonianza esemplare di solidarietà umana.

A voi quindi, impegnati in così alto compito, esprimo il mio partecipe incoraggiamento e la mia gratitudine. Accompagno questi sentimenti con l’assicurazione di un costante ricordo nella preghiera. Una particolare invocazione elevo al Signore per i familiari dei piccoli infermi, affinché, per l’intercessione di Maria, Madre di Dio e degli uomini, trovino ogni giorno la forza di superare, grazie al sostegno della speranza cristiana, la dolorosa prova che attraversano.

A tutti di cuore il mio benedicente saluto.

 

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