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DISCORSO DI GIOVANNI PAOLO II
AI GIOVANI SOLISTI DEL PROGRAMMA «NOVYE IMENA»

Domenica, 28 agosto 1994

 

Desidero esprimere, al termine di questa stupenda serata musicale, la mia sentita gratitudine a quanti l’hanno promossa e organizzata, come pure a quanti ne sono stati validi interpreti.

È ancora vivo in me il ricordo del concerto dello scorso anno, con l’esecuzione di alcuni giovanissimi artisti. Volentieri quindi ho accolto nuovamente l’offerta dell’International Charity Programme “New Names” della Federazione Russa. Saluto con deferenza i distinti membri della Delegazione, qui presenti stasera. Esprimo cordiale riconoscenza alla Sig.ra Ivetta Voronova, Membro del Presidium del Fondo Culturale della Russia, al Sig. Anatolii Karpov, Presidente della Associazione Internazionale del Fondo della Pace, ed a quanti compongono la Delegazione e si impegnano a favorire lo sviluppo culturale delle nuove generazioni russe. Quest’anno abbiamo avuto la gioia di ammirare il Complesso dei solisti. Ho particolarmente apprezzato l’abilità con la quale sono stati eseguiti i brani, sotto la pregevole direzione del Maestro Dronov. A Lei, signor Maestro, e a tutti voi, cari giovani artisti, il mio plauso ed il mio grazie, con l’augurio di poter sviluppare sempre con frutto il vostro talento musicale e di esprimere in tutta la vostra personalità l’armonia che create con gli strumenti.

Assistere a questa esecuzione è stato per me e, ritengo, per tutti i presenti, anche occasione di rinnovata meditazione circa il valore singolare che possiede la musica ed in modo speciale la musica eseguita insieme, in un concerto orchestrale. Vorrei proporre tale immagine come simbolo ed augurio di pace pensando soprattutto a tanti giovani che, purtroppo, in varie parti del mondo, si vedono negata dalla violenza e dalla miseria la possibilità di esprimere se stessi insieme ai loro coetanei, inserendosi attivamente con l’apporto delle loro qualità nel grande concerto della vita.

Grazie di nuovo a voi, bravissimi solisti del complesso “Nuovi Nomi”! Vi auguro di mettere pienamente a frutto la vostra personalità morale e spirituale, così come avete manifestato quella artistica. Grazie a ciascuno di voi qui presenti! Possiate tutti fare della vostra esistenza un dono, un dono d’amore sincero, e avere sempre in voi abbondanza di pace e gioia da gustare e da diffondere. Di cuore vi benedico.

Prima di congedarsi dai giovani musicisti e dai responsabili dell’Internationale Charity Programme “New Names”, il Santo Padre si è rivolto ai presenti con queste parole.

Vorrei ancora una volta esprimere il mio ringraziamento per questa serata musicale, soprattutto per questa testimonianza di un’anima, di uno spirito: l’anima russa, ricca di talento. Noi sappiamo tutti, europei e non solamente europei, che questa ricchezza dell’anima si è espressa in forme artisticamente diverse, ma nello stesso tempo, nonostante questa diversità, in una certa unità dello spirito.

Se prendiamo i grandi scrittori, come anche gli altri che si conoscono, soprattutto i grandi scrittori come Tolstoj, come Dostoevskij; se prendiamo i grandi pensatori come Soloviev e tanti altri fino ai contemporanei; per non dimenticare Solgenitzin, che è ritornato recentemente in Russia, e tanti altri artisti, compositori, pittori, compreso pure il genio religioso che si esprime nell’Icona russa, sempre constatiamo questo fatto. Tutta la Tradizione Ortodossa, bizantina, tutto ciò che è connesso con la Tradizione spirituale del Popolo russo è venuto stasera qui a Castelgandolfo. Sono arrivati in un centro occidentale, Roma, e Roma è la grande tradizione degli Apostoli Pietro e Paolo, la grande missione della Chiesa romana, occidentale, verso tutti i popoli del mondo.

Roma guarda con amore e con speranza verso il popolo russo, verso la Chiesa ortodossa e il Papa di Roma guarda con speranza verso il suo Fratello Patriarca di Mosca, Alessio II.

Tutto questo si è quasi concentrato nel nostro incontro di questa serata. Voglio ancora una volta esprimere non solamente gratitudine, ma anche la mia grande commozione per questo grande scambio dei doni. Penso che questa parola: “Scambio dei doni” è molto importante, perché è parola essenzialmente evangelica e cristiana.

Abbiamo doni diversi. Noi con la nostra Tradizione romana, occidentale, abbiamo i nostri doni, voi con la vostra Tradizione bizantina, orientale, russa, avete altri doni. Questi doni non possono continuare ad essere divisi, separati, ci vuole uno scambio.

Questo è scambio di comunione, e la Chiesa è comunione. Cristo ha fondato la Chiesa come comunione, umana, terrestre; comunione che anticipa quasi, che rispecchia la comunione suprema della Trinità, Dio Trinità.

Poche riflessioni tutte dettate in lingua italiana che alcuni di voi capiscono, ma, spero, che saranno tradotte dopo, anche nella vostra bella lingua russa. Forse si poteva dire questo in polacco, sarebbe forse stato più comprensibile almeno per noi slavi, non tanto per gli italiani.

Vi presento i miei auguri perché siete giovani e io non sono più tanto giovane, ma ho avuto durante la mia vita tanti contatti con i giovani e devo dire che non solamente ho offerto a questi giovani le mie esperienze, la mia preparazione, la mia fede, ma anche ho molto ricevuto dai giovani. Questa sera si ripete la stessa esperienza, perché da voi giovani russi, giovani musicisti, ho ricevuto un grande dono: la grande trasmissione dello spirito della vostra patria. Per questo vi ringrazio e vi benedico.

 

© Copyright 1994 - Libreria Editrice Vaticana

 



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