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DISCORSO DI GIOVANNI PAOLO II
ALL'OPERA ROMANA PELLEGRINAGGI E
ALLA «PEREGRINATIO AD PETRI SEDEM»

Venerdì, 11 febbraio 1994

 

Venerati fratelli!
Carissimi sacerdoti!
Gentili Signori e Signore!

1. Sono lieto di accogliervi in occasione del Convegno nazionale teologico-pastorale sul tema “Famiglia e Pellegrinaggio”, con cui l’Opera Romana Pellegrinaggi ha concluso le celebrazioni dei suoi 60 anni di attività e, contemporaneamente, la Peregrinatio ad Petri Sedem ha aperto quelle per il 60° anniversario di fondazione. L’iniziativa è stata realizzata con la collaborazione della Conferenza Episcopale Italiana e della Pontificia Università Lateranense.

Saluto con affetto ciascuno dei presenti, con un particolare pensiero per il Presidente delle due benemerite Istituzioni, il Cardinale Camillo Ruini, che ringrazio per le cortesi parole rivoltemi a nome di tutti, e per Mons. Liberio Andreatta, che di entrambe è l’infaticabile animatore.

L’Opera Romana Pellegrinaggi “ha lo scopo di promuovere e organizzare pellegrinaggi ed altre iniziative di cristiana pietà verso i Santuari di Lourdes, di Fatima, di Terra Santa e verso luoghi di particolare interesse religioso, culturale e ecumenico” (Opera Romana Pellegrinaggi, Statuto, n. 2). Attraverso tale specifico servizio pastorale, essa intende assistere il credente che si fa viandante e pellegrino, favorendo il suo arricchimento spirituale. Essa offre così un importante contributo alla nuova evangelizzazione e, al tempo stesso, promuove il dialogo, la solidarietà e la pace tra i popoli.

2. La Peregrinatio ad Petri Sedem, fondata dal mio Predecessore Pio XI a conclusione del Giubileo straordinario della Redenzione nel 1934, nelle proprie svariate attività prosegue la preziosa opera di servizio ai pellegrini svolta in occasione degli Anni Santi. Per mandato della Santa Sede, provvede all’accoglienza di quanti, spinti dalla fede, convengono a Roma dalle varie parti del mondo. Essi desiderano accostarsi personalmente alle vive testimonianze della fede e della tradizione cristiana, mediante la visita alle memorie degli Apostoli e dei Martiri e l’incontro con il Successore di Pietro. La Peregrinatio si propone di assecondare questi loro lodevoli intenti.

Le due Istituzioni ecclesiali manifestano concretamente le caratteristiche proprie della Chiesa di Roma, che ho ricordato nella Veglia di Pentecoste dello scorso anno, a conclusione del Sinodo diocesano. Ho parlato allora della “singolare vocazione” di questa Chiesa, chiamata a svolgere un “servizio di fede e di amore . . . verso questa Città e verso le Chiese sorelle sparse nel mondo intero” (Giovanni Paolo II, Veglia di Pentecoste, 29 maggio 1993: Insegnamenti di Giovanni Paolo II, XVI, 1 (1993) 1366). Qui sta il centro dell’unità cattolica. Verso la Chiesa, fecondata dal sangue degli Apostoli Pietro e Paolo, gravitano i cuori dei fedeli di ogni parte della terra. Al tempo stesso, da questa Chiesa, “universo caritatis coetui praesidens” (S. Ignatio, Ep. ad Romanos, inscr.), si diffonde nell’orbe cattolico la sollecitudine pastorale del Successore di Pietro. Di questo movimento di convergenza verso il centro e di espansione verso ogni parte del Corpo ecclesiale, il pellegrinaggio costituisce una delle più chiare espressioni. Come non riconoscere, allora, l’importanza di Istituzioni quali le vostre, che proprio questo si propongono: servire tale duplice movimento che la fede suscita ed alimenta?

3. Carissimi fratelli e sorelle, il Convegno con cui avete voluto ricordarne gli anniversari di fondazione intende mettere in luce le caratteristiche della spiritualità del pellegrinaggio con particolare riferimento alla realtà della famiglia. Si tratta di un contributo significativo alla riflessione ed alla preghiera di tutta la Chiesa per l’anno in corso, dedicato appunto alla famiglia.

Il pellegrinaggio familiare, che, come ricordano i Vangeli, la stessa Santa Famiglia di Nazaret abitualmente praticava (cf. Lc 2, 41), costituisce un’occasione privilegiata di grazia, di ascolto reciproco, di rinnovata attenzione e, se necessario, di riconciliazione.

Durante la celebrazione della fase conclusiva del Sinodo romano, richiamando la necessità di una adeguata preparazione al grande Giubileo dell’inizio del terzo millennio cristiano, ho sottolineato come occorra “promuovere la testimonianza di una comunità che sappia vivere quel dono e quel compito di esemplarità cristiana che le sono affidati da quando la predicazione e il martirio di Pietro e di Paolo segnarono i suoi inizi” (Giovanni Paolo II, Discorso nella Basilica Lateranense, 30 maggio 1992: Insegnamenti di Giovanni Paolo II, XV, (1992) 1657).

Per questi motivi mi è caro formulare l’auspicio che l’Opera Romana Pellegrinaggi e la Peregrinatio ad Petri Sedem continuino nella loro consolidata e apprezzata attività a servizio dei pellegrini, preparando adeguate iniziative per la celebrazione dell’Anno Santo del Duemila.

Carissimi fratelli e sorelle, grazie di cuore per l’impegno profuso a servizio delle due Istituzioni ecclesiali. Vi auguro un sereno e proficuo lavoro in vista dei futuri importanti appuntamenti che ci attendono. Vi assista la materna protezione di Maria “Salus Populi Romani”, e vi accompagni l’apostolica benedizione, che volentieri imparto a voi e a tutti i vostri collaboratori.

 

© Copyright 1994 - Libreria Editrice Vaticana

 



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