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DISCORSO DI GIOVANNI PAOLO II
AI PELLEGRINI CONVENUTI A ROMA
PER LE BEATIFICAZIONI

Lunedì, 21 novembre 1994

 

Cari Fratelli nell’Episcopato,
Cari amici dell’Ordine di San Domenico,
Cari Fratelli e Sorelle
,

1. È con gioia ed emozione che vi ritrovo all’indomani della Solennità di Cristo Re nel corso della quale mi è stato concesso di annoverare fra i beati Padre Hyacinthe-Marie Cormier, Madre Marie Poussepin, Suor Agnès de Jésus, Suor Eugénie Joubert e Frate Claudio Granzotto. Cinque nuove figure si presentano oggi ai nostri occhi, cinque adoratori di Cristo, che in epoche diverse e in circostanze molto differenti, hanno avuto un unico fine: dimostrare che la vita ha un senso solo se è donata a Dio, vissuta per Lui, con Lui e in Lui.

2. Come ho già fatto notare ieri, tre dei nuovi Beati appartengono alla grande famiglia dei Figli di San Domenico. Essi testimoniano, anche dopo la loro morte, la vitalità dell’Ordine che, fondato più di sette secoli fa, non ha mai smesso di essere una luce per la Chiesa e un prezioso sostegno per i miei predecessori. Attraverso il ministero della predicazione, che è al centro dell’intuizione dei loro fondatori, i Domenicani hanno attraversato l’Europa e poi il mondo intero, annunciando la Buona Novella del Signore morto e risorto, l’unica in grado di riempire una vita umana.

La loro opera evangelizzatrice non sarebbe stata possibile senza un’intensa preparazione dell’intelletto alla scoperta e alla messa in luce delle Scritture in cui Dio si rivela e si comunica allo spirito umano.

Non occorre sottolineare ancora la qualità del lavoro intellettivo fornito dai “frati predicatori”. È sufficiente ricordare i nomi di Alberto il Grande o di Tommaso d’Aquino, fra gli altri, per intuire fino a che punto lo “Splendore della Verità” possa illuminare un essere umano quando “lo Spirito si unisce al suo spirito” (cf. Rm 8, 16).

La semplice rievocazione di questi nomi prestigiosi costituisce oggi un appello per ciascuno di voi a ravvivare la fiamma e a trasmettere agli altri ciò che voi stessi avete ricevuto. L’insigne figura di Padre Cormier vi invita a far ciò in modo particolare, poiché voi conoscete il valore che attribuiva allo studio delle Sacre Scritture, che definiva a giusto titolo una “fonte di apostolato” (P. Cormier, Lettera del 27 settembre 1912). I suoi rapporti con padre Lagrange sono volti alla fondazione dell’Università dell’Angelicum, il che esorta a ribadire l’importanza di una buona formazione dell’intelletto cristiano. Sono lieto di menzionare a questo proposito l’opera di Padre Yves Congar, recentemente chiamato a entrare nel Collegio dei Cardinali. E non posso che far mie le riflessioni di uno dei Maestri dell’Ordine di questo secolo: nella nostra epoca, “bisogna compiere un serio sforzo per confrontare in mutua fecondità le conclusioni della scienza e della filosofia moderne con le intuizioni di San Tommaso” (P. de Couesnongle, Lettera del 22 dicembre 1975).

3. La necessità di un lavoro teologico serio - caritas veritatis - non ci farà mai dimenticare l’urgenza di un’azione decisa a favore del nostro prossimo. Lo ribadisco con forza: veritas caritatis; se c’è una “carità della verità”, c’è anche una “verità della carità”. E, in questo, le figure di Marie Poussepin, di Agnès di Langeac e di Suor Eugénie Joubert ci sono particolarmente preziose come testimonia, mie care sorelle, la vostra presenza questa mattina fra noi. Esse ricordano in particolare l’importanza della vita contemplativa e della preghiera che, accendendo di amore verso Dio un uomo o una donna, permette loro di amare i propri fratelli.

Voi ricordate la via indicata dalla Beata Marie Poussepin alle sue sorelle: il servizio nella parrocchia, l’istruzione dei giovani, la cura dei malati. Questo triplice obiettivo ci ricorda che non è necessario andare molto lontano per mettersi al servizio del prossimo. È innanzitutto nelle comunità parrocchiali che bisogna lavorare per la venuta del Regno di Dio. Bisogna trasmettere ai giovani la fede e l’amore della Chiesa. È vicino a voi, nel vostro paese, nella vostra strada, che bisogna continuare a servire i poveri affinché Dio sia “tutto in tutti” (1 Cor 15, 28). Religiosi e laici sono profondamente uniti in queste difficili, ma esaltanti missioni, in questo appello universale alla santità mediante la carità e l’umiltà di Cristo al servizio degli uomini, loro fratelli (cf. Lumen gentium, 42).

4. Carissimi Fratelli e Sorelle, insieme con tutta la Chiesa lodiamo e ringraziamo il Signore per i luminosi esempi di virtù e santità offerti dal Beato Claudio Granzotto. La sua vita è stata una splendida testimonianza della ricchezza e della gioia della vita consacrata. Dopo avere cercato Dio nel silenzio, nella preghiera e nella carità verso i poveri e gli ammalati, Fra Claudio ha saputo esprimere attraverso l’arte di scultore la profondità del suo animo francescano, innamorato dell’infinita bellezza divina.

Ai giovani il Beato Claudio indica l’impegno di ricercare la Verità evangelica e di viverla con il suo stesso entusiasmo, trovando in Cristo l’ispirazione, l’energia ed il coraggio di annunciarla agli uomini del nostro tempo. Agli artisti suggerisce lo spirito di servizio, con cui proporre l’inesauribile mistero dell’incarnazione di Cristo attraverso il linguaggio dell’arte. Agli infermi, infine, rivolge un messaggio di condivisione e di speranza, invitandoli ad offrire le proprie sofferenze, in unione al Crocifisso, per il bene della Chiesa e del mondo.

L’esempio e l’intercessione di questo umile figlio di Francesco d’Assisi incoraggi ciascuno a proseguire con fedeltà e costanza sulla via della santità, rispondendo generosamente all’universale chiamata alla santità e mettendo a frutto i doni ricevuti dal Signore.

5. Benedetto sia Dio che ci concede ogni giorno la grazia di vivere per Lui e la forza di seguirlo, come hanno fatto i santi e i Beati! Affinché Egli vi accompagni tutti i giorni e vi aiuti a compiere la vostra missione, vi imparto di tutto cuore la mia benedizione apostolica.

A tutti la mia benedizione con l’augurio di un rinnovato impegno di vita cristiana sulle orme e con l’aiuto dei nuovi Beati.

 

© Copyright 1994 -  Libreria Editrice Vaticana

 



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