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VIAGGIO APOSTOLICO NELLE FILIPPINE,
IN PAPUA NUOVA GUINEA, AUSTRALIA E SRI LANKA

X GIORNATA MONDIALE DELLA GIOVENTÙ

DISCORSO DI GIOVANNI PAOLO II
AL TERMINE DELL’INCONTRO CON I DELEGATI
DELLA FEDERAZIONE DELLE CONFERENZE EPISCOPALI

«San Carlos Seminary» di Manila (Filippine) - Domenica, 15 gennaio 1995

 

Quello che ho scritto ho scritto e quello che è scritto è scritto e può essere letto. Ciò su cui si è meditato dovrebbe essere rivelato. Così è per me una esperienza straordinaria questa visita qui nelle Filippine, a Manila. Naturalmente questa visita è stata decisa dopo aver fatto alcune considerazioni. Ciò che il Papa ha ricevuto in questi giorni sono tutte parole che dicono: “Papa dei giovani, Papa delle famiglie”. Così egli cerca ancora dei giovani, pensa a come incontrarli, a come avvicinarli. Ecco come lo chiamano adesso: “Papa dei giovani e Papa delle famiglie”. Tuttavia ciò che sto cercando di sottolineare in questo momento è di altra natura. Forse l’attuale Papa sarà chiamato il Papa del Sinodo, “Papa sinodale”.

Ma la mia intenzione è il frutto e l’eredità del Vaticano II. Il Vaticano II ricorda alla Chiesa, al Papa, a tutti i Papi, a tutti noi che Cristo ha scelto non solo uno ma dodici. Creò il primo collegio, il primo organismo episcopale, organismo apostolico, organismo episcopale. Questo organismo apostolico ed organismo episcopale dovrebbe inventare e cercare delle espressioni globali di tale organismo e così ha fatto la Chiesa all’inizio.

Il primo Concilio fu durante la vita degli apostoli, il Concilio apostolico a Gerusalemme, e adesso abbiamo i grandi concili e molti sinodi del primo millennio, i primi mille anni della Chiesa. Essi sono così importanti per il mantenimento della tradizione, del magistero, dello spirito e della collegialità come parte dell’organismo episcopale. Dobbiamo così tanto a tutti questi grandi sinodi, a questo movimento sinodale del primo millennio. Il Concilio Vaticano II ha ispirato una nuova epoca sinodale, una nuova era sinodale nella Chiesa e sono convinto che la cosa importante della fine del secondo millennio sia la necessità di ritornare a questa esperienza, l’esperienza sinodale della Chiesa. L’esperienza sinodale è un’esperienza molto positiva come l’esperienza dei giovani, l’esperienza familiare, l’esperienza sinodale. È questo anche il motivo per cui ci incontriamo ogni cinque anni per le “ad limina”. Non solo ci incontriamo ufficialmente nelle udienze, ma ci incontriamo nella cappella per celebrare la Santa Messa.

Ci incontriamo a tavola per mangiare, o per prendere il caffè, e tutto questo è collegialità. Tutto questo è sinodale. Ciò di cui abbiamo bisogno è incontrarci qualche volta come rappresentanti dell’intero collegio di Vescovi nel sinodo. L’esperienza generale dei Vescovi sinodali rappresenta un tipo di esperienza sinodale, ma abbiamo anche una forma più specifica di esperienza sinodale. Quest’anno, per esempio, abbiamo due tipi di sinodo di Vescovi: il Sinodo dell’Africa, il sinodo continentale, e l’altro, il sinodo generale, il Sinodo per la Vita Religiosa. Così ho pensato, ho riflettuto sulla necessità di organizzazione, in vista del Terzo Millennio. Ho pensato che poteva essere utile organizzare alcune sessioni continentali del sinodo, come questo sinodo africano e come forse questo sinodo panamericano per questa preparazione, e così anche per l’Asia, l’Estremo Oriente e l’Australia.

In altre parole l’Australia e la Nuova Zelanda, forse le Isole del Pacifico. È necessario pensare a come organizzare, a come riunire i Vescovi dopo i principi, i principi vitali di cultura, di tradizione. Quindi le mie parole sono il frutto della mia meditazione odierna. Ho pensato ad un’altra cosa. L’ho comunicato ai Vescovi di Manila, delle Filippine, e oggi agli altri Vescovi. Questo è il frutto della mia meditazione. Il “Papa sinodale” è una buona cosa direi. Significa anche pregare di più insieme, pregare di più in isolamento e anche incontrarsi di più, riunirsi a tavola, nel refettorio. Forse è sufficiente come introduzione al prossimo passo che dobbiamo fare. Il refettorio ci aspetta. Per questo motivo vi benedico! Forse adesso possiamo recitare l’“Angelus Domini”. È l’ora dell’“Angelus Domini”.

“Ieri l’incontro a Radio Veritas è stato molto piacevole”.

 

 



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