Index   Back Top Print

[ EN  - IT ]

DISCORSO DI GIOVANNI PAOLO II
AL PRESIDENTE DELLA EX REPUBBLICA JUGOSLAVA
DI MACEDONIA*

Venerdì, 26 maggio 1995

 

Signor Presidente,
Signori Rappresentanti del Governo,
Carissimi Fratelli e Sorelle in Cristo!

1. Nel porgervi il mio cordiale benvenuto, intendo salutare in voi l’intero popolo che rappresentate. Lo scopo che ispira la vostra visita è di rendere omaggio ai santi Cirillo e Metodio nella ricorrenza della loro festa secondo il calendario orientale. È questa una gradita occasione per la Chiesa di Roma e per il suo Vescovo di constatare ancora una volta quali fiorenti legami spirituali uniscano l’Occidente e l’Oriente, anche per il tramite dei due Apostoli degli Slavi.

Cirillo e Metodio sono infatti, e in primo luogo, “i campioni ed insieme i patroni nello sforzo ecumenico delle Chiese sorelle d’Oriente e d’Occidente” (Epistola enciclica Slavorum Apostoli, 27). Ma l’insegnamento e l’esempio dei due santi Fratelli debbono nutrire anche gli ideali della società in quanto tale. Essi, infatti, “recarono un contributo decisivo alla costruzione dell’Europa non solo nella comunione religiosa cristiana, ma anche ai fini della sua unione civile e culturale” (Epistola enciclica Slavorum Apostoli, 27).

2. Si può ben comprendere come questi due aspetti del loro messaggio si integrino e si completino a vicenda. Durante le mie visite in vari Paesi europei e in molte iniziative a cui ho avuto modo di partecipare, non ho mancato di ricordare le radici cristiane dell’Europa, sottolineando come da esse salga la linfa che alimenta la coesione del continente e ne concilia le diversità. È proprio risalendo a questo comune patrimonio che i popoli d’Europa possono sentirsi incoraggiati alla mutua comprensione e alla prontezza nella cooperazione mediante lo scambio generoso dei frutti delle rispettive peculiarità culturali e spirituali. La ricca diversità che costituisce il composito tessuto dell’Europa deve tuttavia contribuire ad abbellire il Continente, spingendolo verso la ricerca di una vitale unità nella reale comunione delle varie componenti.

Su due piani diversi, ma con uguali responsabilità, la società civile e la comunità ecclesiale nel suo insieme sono chiamate ad operare perché la via additata dai santi Fratelli di Tessalonica sia percorsa anche oggi con coraggio e perseveranza.

Questo è il mio sincero augurio per voi che provenite da una regione che porto nel cuore e che è costantemente nella mia preghiera. Possa la vostra terra essere sempre benedetta dalla concordia sociale, dalla lungimiranza di intenti e dalla prosperità per tutti.

Nel ringraziare ciascuno di voi per l’amabile cortesia di questa visita, invoco l’aiuto del Signore e la protezione dei santi Cirillo e Metodio su tutto il vostro popolo.


*Insegnamenti di Giovanni Paolo II, vol. XVIII, 1 p. 1566-1567.

L'Osservatore Romano 26-27.5.1995 p.4.

 

© Copyright 1995 - Libreria Editrice Vaticana

 



Copyright © Dicastero per la Comunicazione - Libreria Editrice Vaticana