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PELLEGRINAGGIO APOSTOLICO IN CAMERUN, SUD AFRICA E KENYA

CERIMONIA DI BENVENUTO

DISCORSO DI GIOVANNI PAOLO II

Aeroporto internazionale di Nsimalen a Yaoundé (Camerun)
Giovedì, 14 settembre 1995

 

Signor Presidente della Repubblica,
Signore e Signori Membri del Governo e degli Organismi dello Stato,
Signore e Signori Membri del Corpo diplomatico,
Signori Cardinali,
Cari Fratelli nell’Episcopato,
Cari Amici del Camerun,

1. È con grande soddisfazione che ritrovo la terra d’Africa in questo bel Paese del Camerun. La ringrazio vivamente, Signor Presidente, per la sua accoglienza e per le sue parole. La mia gratitudine va anche alle numerose personalità del Camerun e ai membri del Corpo Diplomatico che hanno voluto onorare con la loro presenza questa cerimonia di benvenuto.

Il mio arrivo nel vostro Paese ravviva in me i preziosi ricordi della mia visita pastorale di dieci anni fa in diverse regioni del Camerun, Paese tanto affascinante per la diversità dei suoi paesaggi e soprattutto delle sue popolazioni ricche di antiche tradizioni culturali.

Desidero rivolgere a tutti gli abitanti del Camerun un caloroso saluto, esprimere loro la mia stima e porgere i miei auguri per la prosperità della nazione e per la crescita umana e spirituale di tutti, nella concordia e nella pace. Il mio pensiero si volge verso tutti i popoli dell’Africa; desidero dire loro, fin da questi primi istanti della mia visita, che considero insostituibili la loro presenza nel mondo e il loro ruolo nella comunità internazionale. Il loro futuro mi sta a cuore e posso assicurare loro che la Chiesa cattolica li rispetta, nella diversità delle loro tradizioni culturali e religiose, e che essa non smetterà di chiedere alle nazioni del mondo di mostrarsi concretamente solidali nei riguardi di un continente troppo spesso sfavorito nel corso della storia di questi ultimi secoli.

Non potendo dimenticare i lutti e i conflitti che affliggono numerosi Paesi, formulo per tutti gli africani ardenti voti affinché ritrovino la pace e sappiano vivere la riconciliazione, perché i diritti umani di tutti vengano garantiti nella giustizia e nel rispetto della dignità di ognuno e perché i più bisognosi, in particolare i malati e i rifugiati, ricevano l’assistenza fraterna che attendono.

2. Questo mio nuovo viaggio in Africa ha per oggetto la celebrazione solenne del Sinodo per l’Africa la cui sessione di lavoro si è svolta a Roma l’anno scorso. Attraverso la mia presenza e quella dei Cardinali e dei Vescovi che mi circondano, la Chiesa universale intende salutare le giovani Chiese in Africa perché giungano a una vera maturità e incoraggiare i fedeli di questo continente alla missione che essi hanno in comune con i Discepoli di Cristo nel mondo intero: una missione al servizio dell’umanità chiamata ad accogliere la Buona Novella della salvezza, per avanzare verso la civiltà dell’amore alla quale tutti aspirano.

Nel salutare i Vescovi che rappresentano qui gli Episcopati di ventinove Paesi del continente, è ai fedeli di tutte le Chiese particolari in Africa che vorrei rivolgere il saluto del Successore di Pietro ed esprimere loro la riconoscenza di tutta la Chiesa per ciò che essi le apportano, per il loro ardore nella fede, il loro coraggio nelle prove, la loro costanza nella speranza, la loro gioia nella carità.

È con piacere che rivolgo anche un cordiale saluto ai rappresentanti delle altre comunità cristiane, dell’Islam e della religione tradizionale africana. Sono loro grato per aver voluto partecipare a questa cerimonia di benvenuto, che prelude a un’importante evento per i loro connazionali cattolici.

3. I miei auguri vanno anche alle persone anglofone del Camerun e degli altri Paesi dell’Africa che si sono unite a noi oggi. Il Sinodo africano è un’espressione della maturità della Chiesa cattolica in Africa e un invito a proclamare il Vangelo con sempre maggiore fervore. Possa il Sinodo ispirare in ognuno un maggiore apprezzamento delle immense risorse spirituali dell’Africa e creare comprensione, cooperazione e amicizia fra tutti coloro che sono impegnati nel futuro di questo continente.

4. In particolare vorrei esprimere il mio affetto alla Chiesa cattolica in Camerun. Saluto i Pastori che sono venuti qui per ricevermi; vi ringrazio per l’accoglienza riservata a me e a un gran numero di membri del Sinodo. Porgo ai sacerdoti e ai diaconi, ai religiosi e alle religiose, ai catechisti e a tutti i laici, i miei cordiali auguri e il mio incoraggiamento. Penso in questo momento alle vostre diocesi, alle vostre parrocchie, alle vostre diverse comunità, alle vostre scuole, alle vostre opere di assistenza che testimoniano la vitalità della Chiesa fondata in questa terra poco più di un secolo fa. Auspico che rimaniate disinteressatamente al servizio dei vostri fratelli, come chiede il Vangelo. Inoltre auspico che il vostro posto nella società del Camerun venga sempre meglio riconosciuto. Spero così che le famiglie avranno la possibilità di garantire nelle migliori condizioni l’educazione generale e quella religiosa dei loro figli nella scuola di loro scelta, che i giovani potranno beneficiare della formazione professionale che consentirà loro di prendere parte alla vita attiva. Apprezzo anche gli sforzi compiuti dai membri della Chiesa per creare centri sanitari per i loro connazionali malati appartenenti a qualsiasi religione.

Desidero dirvi che condivido la vostra preoccupazione di fronte all’insicurezza e alla violenza subite da alcuni di voi. A tal proposito ricordo con emozione Monsignor Yves Plumey, che fu Arcivescovo di Garoua, questo Pastore venerato che tanto fece per la Chiesa nel Nord del Camerun, assassinato quattro anni fa in circostanze non ancora accertate. Che il dono di queste vite generose sia fecondo, come il chicco caduto in terra!

So che i cattolici del Camerun desiderano sinceramente partecipare alla vita nazionale operando per il bene comune. È incoraggiante veder confermato dallo Stato il valore di alcune loro iniziative, come mostra il recente accordo per il riconoscimento dei diplomi rilasciati dall’Istituto cattolico di Yaoundé. Vedo in ciò un segno positivo della collaborazione naturale fra i cattolici e tutti coloro che compongono la nazione, nel reciproco rispetto delle diverse convinzioni e della libertà di coscienza e di religione.

5. Signor Presidente, sono lieto che il vostro Paese ospita la prima fase delle celebrazioni del Sinodo, grazie all’invito che lei mi ha rivolto.

La ringrazio nuovamente per la sua accoglienza e per le iniziative che ha voluto prendere per facilitare il mio soggiorno nella capitale del Camerun

Che Dio benedica il Camerun!

Che Dio benedica tutta l’Africa!

 



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